Capitolo 211: Sabato, 21 luglio 2012

Bắt đầu từ đầu
                                    

Penso ad Asia, e a quanto la mamma debba mancare pure a lei, ma che nonostante tutto riesce a starmi vicina, sempre, anche quando non voglio, senza crollare.

Penso a Giulia, e al fatto che nell'ultimo mese l'ho vista più piangere che ridere. E dire che lei è il tipo di persona che ride spesso. E mi sento in colpa. E mi fa schifo essere io la causa dei suoi pianti, e spero che a Londra rida tanto. Ma altre due settimane senza di lei saranno durissime.

E penso a Mattia. Anche lui mi manca, mi manca il tempo passato insieme da soli, e anche quello con gli altri.

Mi manca il mio gruppo.

Mi sento solo.

E in fondo lo sono, solo, perché nessuna delle persone che mi amano è in grado di aiutarmi davvero. A parte il fatto che sono tutti più fragili di me, nessuno può combattere al posto mio, né al mio fianco.

E mi sento solo.

Fottutamente solo.

Finalmente riesco ad addormentarmi, ma verso le 5 mi sveglio di nuovo perché l'effetto dell'antidolorifico è finito ancora: campanello, Ulisse, nuova dose.

Mi riaddormento che ormai sta albeggiando e vengo svegliato alle 7 da Ester che tira su la veneziana e apre la finestra per cambiare l'aria.

"Mi dispiace svegliarti Leo, so che hai avuto una notte difficile..., ma devo misurarti la febbre e farti il prelievo."

"Fai pure" le dico stendendo il braccio destro e richiudendo gli occhi. "Io intanto continuo a dormire"; e ho così sonno che quasi non mi accorgo di quello che mi fa.

Mi risveglio che sono già passatele 9 e mi alzo per andare in bagno, un po' intontito. Noto sul tavolino il vassoio con la colazione: succo d'arancia, una banana e due fette di pane tostato col burro. A quanto pare stavo dormendo così profondamente che non mi sono nemmeno accorto che qualcuno è entrato e l'ha appoggiato lì.

Di ritorno dal bagno mi siedo al tavolo e mi sforzo di mangiare anche se non ne ho affatto voglia. Ho già mangiato la banana e ho appena addentato la seconda fetta di pane, quando bussano alla porta ed entrano la Lisandri e Carlo.

"Oh! Buongiorno Leo!" esclama la Lisandri sorridendo. "Non credevo di trovarti in piedi, mi fa piacere!"

"Guardi, è solo perché mi hanno drogato, altrimenti col cavolo che riuscivo ad alzarmi!" ribatto io dando un morso al pane.

"Ti è tornata la fame?" mi chiede mentre prende in mano la mia cartella clinica.

"No."

"Però leggo che da ieri hai ripreso a mangiare normalmente..."

"Diciamo che la minaccia della sonda gastrica è bastata a convincermi".

Lei sorride, passa la cartella a Carlo e poi si siede di fronte a me, mentre io continuo la mia colazione.

"Allora Leo, ho qui i risultati dell'esame del sangue..."

"Di già?! Accidenti che rapidità!"

"Ho ritenuto di sollecitare il laboratorio."

"Se sono cattive notizie aspetti che finisco di mangiare, ho il vomito facile ultimamente."

"No, non sono cattive notizie. I neutrofili sono in ripresa."

"Davvero?!" esclamo mettendo giù il bicchiere col succo d'arancia.

"Sì, sono saliti a novecento, e quindi la neutropenia non è più considerata grave ma moderata. Conto che con un'altra somministrazione di stimolante, o al massimo due, dovresti superare la soglia minima."

Leo (Io non ho finito)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ