0 - stars.

67 6 2
                                    

Pioveva a dirotto quella sera. Le gocce incessanti, ma soprattutto fredde, colpivano con ferocia la giacca di pelle della povera ragazza, per poi scivolare. Era in piedi, con la testa abbassata e i pugni stretti. Le lacrime scendevano ininterrottamente confondendosi con l'acqua che ormai arrivava da tutte le parti. Stringeva i denti, in cuor suo si ripeteva di dover essere forte, ma quel cuore era completamente spezzato.
Lola era una bellissima ragazza. Slanciata, capelli lunghi fino alle spalle di un nero corvino, due grandi occhi verdi che scrutavano il mondo quasi fossero telecamere e una pelle bianchissima. Sembrava una bambola di porcellana.
E forse, la fragilità era la stessa.

Si trovava di fronte un pub abbastanza noto a Sheffield, il Grapes. Molte band emergenti erano solite fare dei piccoli concerti, ma la maggior parte delle volte si limitavano a questo, qualche serata così. Forse non c'erano mai stati gruppi di adolescenti brufolosi che, dopo quelle serate in cui li ascoltavano a malapena 50 persone, abbiano continuato a realizzare qualcosa di concreto. Però Lola si divertiva, e questo era l'importante per lei.

Decise di darsi una mossa e di spostarsi da quel luogo che ormai odiava più di se stessa e di mettersi alla ricerca di un rifugio, dato che ciò che aveva imparato a chiamare casa non esisteva più. Correva per le strade bagnate di Sheffield. Le Dr. Martens che indossava ai piedi facevano schizzare tante goccioline qua e là ad ogni passo, quasi a ricreare i suoni del suo animo che nel mentre si frantumava sempre più. Robert era stato al suo fianco da più di 4 anni. Avevano una grandissima intesa. Poi, le cose iniziarono ad andare male. Litigate a destra, schiaffi a sinistra. E poi, la goccia che fece traboccare il vaso. Il tradimento. Proprio davanti ai suoi occhi. Aveva cercato di spiegare, lui. Ma poteva solamente arrampicarsi sugli specchi. Lola lo aveva non solo visto, ma si era anche accorta dei comportamenti insoliti: le troppe attenzioni, i troppi regali, la troppa gelosia, quasi come voler cancellare via i sensi di colpa.

Aveva raggiunto un parco. Tutto intorno era buio ad eccezione dei lampioni che emanavano una luce così fioca che si faceva fatica a notarla. Era presente un piccolo gazebo con alcune panchine. Decise di sedersi lì. E proprio in quell'istante sentì il mondo cadere. Stava finalmente iniziando a realizzare. Scoppiò in un grosso pianto liberatorio. Si accovacciò portandosi le mani sulla faccia, ma i singhiozzi erano sempre più forti. Oltre a ciò stava morendo di freddo. L'acqua era gelida e la sua giacca di pelle non era bastata a proteggerla. Era sull'orlo della disperazione. Si sentiva a pezzi, stanca. Stanca di tutto. Voleva solamente sparire. Scappare via, come una farfalla. Andare in posti che non riusciva memmeno ad immaginare.

Ma il suo errore più grande fu forse non controllare se nel gazebo ci fosse altra gente.
—Hey, ti ho sentita piangere. Non so cosa sia successo, ma dalle tue lacrime posso intuire ti abbiano spezzato il cuore. Non voglio darti consigli, perché non ne sono in grado, ma se vuoi parlarne con qualcuno, io sono qui ad ascoltarti. Parlare con uno sconosciuto é più semplice di quanto immagini.—
Lola si girò verso la panchina alle sue spalle. Seduto, era presente un ragazzo. Non riusciva a vedere come fosse fatto, ma dal tono quasi premuroso della sua voce, caratterizzata da un fortissimo accento dello Yorkshire, decise di dargli un'opportunità. Alla fine non si conoscevano e non avrebbe potuto giudicarla. In più, togliersi quel peso dallo stomaco avrebbe contribuito a liberarsi dall'incubo di nome Robert.
—Il ragazzo con cui convivevo e con cui stavo da 4 anni mi ha tradita. Io lo amavo, lo amavo tantissimo, forse più della mia vita. Ma evidentemente lui no.— disse cercando di asciugarsi gli occhi. —Ora non so più cosa fare. Vivevamo insieme, e la casa era sua. Avevamo persino pianificato il nostro futuro insieme. Che so, di sposarci e avere dei bambini. Ma fingeva. È qualche mese che ho notato uno strano comportamento e già lì avevo intuito qualcosa. Ma questa sera, l'ho visto proprio con i miei occhi. Io non lo so...vorrei solamente sparire.— si portò le ginocchia al petto e alzò lo sguardo per vedere il cielo.

Aveva finalmente smesso di piovere e le nuvole stavano scomparendo dando spazio ad un enorme tappeto di stelle ed una luna luminosissima.
—Vedi tutte quelle stelle? Io sono convinto di una cosa. Ognuno di noi nel petto possiede una stella. Ce ne accorgiamo quando ci batte forte il cuore, quando abbiamo le farfalle nello stomaco. Ce ne accorgiamo in tutti quei momenti che ci fanno sentire in un certo senso vivi, perché quella stella brilla con noi. Adesso la tua stella si è trasformata in una supernova. É esplosa. Ma dalle supernove possono riformarsi delle stelle. Devi solo trovare gli stimoli giusti.—

Lola guardava quel ragazzo con ammirazione. Quasi per istinto si portò una mano sul petto. Sentiva il suo cuore battere ad un ritmo costante e chiuse gli occhi per qualche secondo.
Fece un respiro profondo e tese quella stessa mano.
—Io sono Lola, mi ha fatto piacere parlare con te. Hai detto veramente delle belle parole, ti ringrazio.— disse incurvando leggermente le sue labbra in un piccolo sorriso.
—Non c'è motivo di farlo. Io comunque sono Alex.— rispose sedendosi al suo fianco, per poi stringerle la mano.
—Tu invece perché sei quì, tutto solo?— domandò lei sedendosi vicino a lui.
—Stesso motivo...a volte il destino é beffardo.— rispose accendendosi una sigaretta. —Vuoi?—
Lei annuì. Le passò una sigaretta e gliela accese. Fece il primo tiro per poi far uscire il fumo.
—Se ne vuoi parlare io sono qua.— affermò lei asciugandosi le lacrime, che ormai si erano impastate col trucco colato.
—La ragazza con cui sono stato per quasi 5  anni mi ha lasciato, o meglio, abbiamo cercato di lasciarci di comune accordo, ma é chiaro mi abbia lasciato lei. Io la amavo tanto...evidentemente non bastava. Ora bisogna solamente ricominciare.— rispose alzandosi. —Ti accompagno a casa, se ti va. É notte fonda e non mi va di farti andare in giro da sola.— continuò.
Lola sorrise. Annuì ed afferrò la sua mano.

cigarette smoker | alex turnerWhere stories live. Discover now