«Scordatelo, Logan» puntualizzai il suo nome a fine frase per cercare di fargli capire che doveva smetterla, mi stava infastidendo. Anche se, più il tempo passava, più mi rendevo conto che forse il suo scopo era proprio questo.

«Non penserai di certo che io possa scandalizzarmi, vero?»
Ma questo non poteva tenere per soli due secondi la bocca chiusa?
Solo due secondi.

«Su questo punto di vista no, ma è qualcosa di mio. E non voglio condividerlo, specialmente con te» dissi, con un tono di voce che sarebbe potuto risultare severo. Grazie a Dio, pochi secondi dopo arrivammo davanti la gigantesca clinica e le parole cessarono di esistere.

«Aspetta» lo fermai, per poi aprire la mia borsetta. Tirai fuori un camice bianco, che avrebbe potuto facilitargli le cose. L'avevo portato insieme ad altri vestiti per potermi cambiare in caso di emergenza, o semplicemente camuffarmi tra l'equipe medica. «Indossalo, ti aiuterà a risultare più credibile» affermai, porgendoglielo. 

«Non ho neanche più parole» disse, indossando l'indumento che avremmo utilizzato per ingannare la signora della reception. «E menomale» non volevo essere offensiva, ma dopo un po' il mio cervello non voleva sentir parlare più nessuno. 

«Fai parlare me» ordinò, per poi entrare nell'enorme struttura. «Buongiorno, come posso aiutarla?» chiese la ragazza seduta dietro la scrivania, pulendo gli occhiali dai vari granelli di polvere. «Buongiorno, Meredith» esclamò lui, con un tono di voce talmente seducente da farmi provare un pizzico di gelosia. «Scusi, ci conosciamo?» chiese, schiarendosi la voce.

«Ma certo, ho fatto un colloquio di lavoro online con lei. Non si ricorda?» domandò, mettendola in un evidente imbarazzo. La clinica in questione, per comodità, gestiva i primi incontri via telefono. E data la vasta quantità di persone che provava ad ottenere un posto di lavoro lì, era impossibile che si ricordasse di tutti. In più, l'aveva ingannata leggendo il nome sul suo cartellino.

«Ahh sì, adesso ricordo» affermò, toccandosi le tempie.
«Cosa posso fare per lei?»
«Dovrei visitare una paziente e mi servirebbe il suo fascicolo» disse, senza togliere neanche per un secondo lo sguardo dalla ragazza.

«Mi dica il nome» si alzò in piedi, per poter aprire il cassetto. «Taylor Walker» disse, scandendo con attenzione ogni lettera. E pochi secondi dopo, tirò fuori tutti i documenti. «Eccoli qui» disse, porgendoglieli. «Ma la ragazza non ha l'autorizzazione per poter stare qui» ci fece notare. In quel momento, l'ansia mi divorò, prendendo ogni parte del mio corpo. 

«Non si preoccupi, è la mia tirocinante» la rassicurò, tirandomi a lui dal fianco. «Il direttore ne è a conoscenza?» chiese, leggermente titubante. «Intende Fred Thompson?» domandò, come se la persona che aveva appena nominato, la conoscesse da sempre.

«È un mio caro amico d'infanzia» disse, dopo aver visto che la ragazza aveva annuito. «Ma se mette in dubbio la mia sincerità e vuole chiamarlo-» non riuscì a terminare la frase. «Non c'è bisogno, scusi per l'attesa» esclamò, per poi indicarci la strada.

Ci incamminammo verso quello che sembrava essere un lungo corridoio e tirai un sospiro di sollievo. «Toglimi una curiosità, conoscevi davvero quel ragazzo?»
«Certo che no» disse, come se la risposta fosse scontata. «Abbiamo solo avuto un grosso culo, mia principessa» esclamò, facendomi scuotere la testa.

«Non riesco a crederci» confessai, realizzando che Logan aveva mentito per me. «Puoi anche non farlo, l'importante è che tu resti concentrata» affermò, continuando a camminare. Aveva ragione, non potevamo distrarci. Per ogni nostra azione, ci sarebbe stata una conseguenza.

«Eccoci» sussurrò, arrivando davanti al numero della stanza indicato. «Sei pronta?» chiese, per assicurarsi che fossi pronta ad ogni evenienza. Voleva che stessi attenta ad ogni minimo movimento, ogni minima espressione o cambiamento nell'umore. 

Lo strizzacervelli su questo fu molto chiaro e non voleva ricevere obiezioni. Mi aveva ripetuto fino allo sfinimento che la signora Walker ci avrebbe potuto, in qualche strano modo, ricollegare al suo trauma. Sarebbe potuta persino arrivare a metterci le mani a dosso. 

«Lo sono» risposi, mantenendo un basso tono di voce. E in quel momento, la porta si aprì. Al suo interno non c'era nessuno, se non una signora che poteva avere una cinquantina d'anni. «Fatemi indovinare, anche voi cercate la signora Walker?» chiese, mettendo le mani sui fianchi.

Pensai subito a due opzioni;
avevamo sbagliato camera,
la signora Walker era la sua compagna di stanza.

«Sì, la conosce?» domandò, sperando in un esito positivo.

«In questa clinica nonostante le mille restrizioni, non ci sono segreti. Sarebbe stato un vero piacere ospitarla con noi, dopo il suo passato» rispose lei, in modo ambiguo. 

«Aspetti, sta dicendo che non è qui?» chiese, per avere un'ulteriore conferma. «Lei non è mai stata qui» disse, scrollando le spalle.

«Ma...» un enorme confusione si fece spazio in me, lasciandomi incredula. «Fa' silenzio, Isabel. Andiamo» sussurrò, afferrando bruscamente la mia mano. «È stato un piacere signora» disse, per poi accompagnarmi all'uscita e chiudere la porta alle nostre spalle.

«Cosa sta succedendo, Logan?» chiesi, allarmata. «Niente di buono, Cenerentola» rispose, avvicinando il mio corpo al suo. «Forse stiamo sbagliando» cercai di dire, anche se mi imbrogliai con le parole per via di ciò che mi era stato appena detto.

«O forse non è mai stata qui» affermò, pensieroso. «Logan, sta succedendo qualcosa di strano» dissi, avendo la certezza che c'erano parecchie cose che non tornavano. Ed io dovevo necessariamente scoprirle, una ad una.

/Spazio autrice/

Ho scoperto che mi piace aggiornare ad effetto sorpresa AHAHAHAH

Comunque, scusatemi se questi ultimi capitoli sono più corti, ma sento di doverli fare così. Scrivere capitoli troppo lunghi potrebbe arrivare ad annoiare, sia me che voi.

Ma se continuerò a farli di questa lunghezza, gli aggiornamenti saranno più frequenti. Anche due/tre a settimana ❤

Cosa ne pensate del capitolo?
Considerazioni?

Ricordatevi di lasciare una stellina ⭐

Alla prossima principesse💖
Sempre vostra,
Eleonore

I need youOnde histórias criam vida. Descubra agora