-ok, basta adesso, non fa ridere.- mi interruppe e io scoppiai a ridere.

-che c'è, non ti interessa sapere con quante persone ho scopato in tre anni?- lo sfidai. volevo portarlo al limite.

-che c'è, vuoi avere dei morti sulla coscienza?-

ero stanca di parlare, volevo arrivare ai fatti, io. poi ragionai. lui non l'avrebbe mai fatto con me ubriaca.
sospirai e mi coprii di più con le coperte.

-Blake. questo vestito è scomodo.-
mi lamentai mettendomi in ginocchio di fianco a lui.

-è per caso un invito? siamo già a questo punto?- sorrise e io a mia volta.

-no.-
bugia.
-dammi una tua maglia-

guardai nell'armadio alla ricerca di una maglietta sotto al suo sguardo. aprii un cassetto. afferrai la maglietta che mi serviva, ma quando lo feci mi misi quasi a ridere.

-che c'è?- mi chiese, stranito dalla mia risata improvvisa.

puntai la luce del telefonino su quel pacchetto argentato, che era nascosto sotto alla t-shirt.
lo presi e lo misi sotto allo sguardo di Blake, che fece roteare gli occhi.

-ma chi è che nasconde i preservativi nell'armadio?!-

lo vidi alzarsi dal letto e me lo rubò dalle mani.
-io. problemi? vuoi per caso aiutarmi a finire il pacchetto?-

rimasi di stucco a quella domanda e lui scoppiò a ridere. -cambiati e dormi, devi farti passare la sbronza-

scossi la testa ridacchiando. mi sedei sul letto dalla parte opposta di Blake.
in modo lento e sensuale abbassai le bretelline vestito. cadde sui fianchi, dove poi lo sfilai tutto lasciandolo cadere alle mie caviglie.

tutto ad un tratto la stanza si fece silenziosa. lui non si lasciava andare nemmeno un respiro di troppo. ero sicura stesse osservando i miei movimenti.

decisi di osare. dopotutto, non ero un granché lucida. allungai le mani dietro la schiena e sganciai il reggiseno, poi, sempre lentamente mi infilai la maglia. profumava di lui.
profumava delle sue sigarette aromatizzate di menta.

distesi le gambe sul materasso, e vedendo il suo sguardo sul mio corpo feci l'innocente:
-che c'è, Blake?- sorrisi.

affilò gli occhi. -sei perfida. non ho mai conosciuto nessuno malefico quanto te.-

-eccitato, Parker?-

il mio sorriso sparì mano a mano che lui metteva un ginocchio tra le mie gambe, sfiorando l'interno coscia. si sollevò facendo leva sui miei fianchi, il suo profumo mi investì e la catenina che aveva al collo ricadde sul mio labbro, facendomi sussultare per il contatto freddo dell'argento.

fece un ghigno. non prometteva niente di buono. tra i nostri sguardi partì una tacita sfida. non feci nemmeno in tempo a capire in cosa ci stessimo sfidando, che il suo ginocchio  cominciò a fare una leggera pressione sulla mia intimità.

poi, in me ripartì la stessa sensazione di quando l'avevo visto baciare quella ragazza, al club. e guardava me.
mentre un formicolio si estese dal basso ventre fino ad arrivare alle tempie, capii che quella sensazione non ero mai riuscita a comprimerla definitivamente.

e adesso che Blake la stava saziando, l'unica cosa che desideravo era che mi facesse arrivare al limite. oltre al confine.

poi vidi il ghigno stampato sulla sua faccia, e collegai tutto. io lo avevo provocato, ora lui stava ripagando me.

'ogni azione ha una conseguenza, ricordatelo, carotina.'
dentro di me cominciò a girare la voce di Blake che pronunciava quelle parole, anni prima.

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Where stories live. Discover now