«E da chi dovrei essere denunciato, da te?» domandò, alzando un sopracciglio.

«Da me no, ma se Isabel lo scoprisse-» non riuscii a terminare la frase, perché fui bruscamente interrotto dalla sua risposta. «Sappiamo entrambi che quando faccio questo tipo di cose, non lascio mai alcun tipo di traccia» affermò, ed aveva ragione. 

«Però guarda il lato positivo, se scopa come scrive, sei un uomo fortunato» esclamò, in modo ironico. La mia mente venne del tutto invasa dal forte pensiero del suo esile corpo, sopra il mio. I gemiti che rimbombavano nella stanza, lingue in cerca di maggiore contatto, senso di forte adrenalina. 

«Nathan, il mio autocontrollo sta per andare a farsi fottere, ti consiglio di chiudere la bocca»

«Logan, tutti abbiamo compreso le difficoltà di Isabel. Tu in quanto professionista del settore, dovresti provare ad aiutarla, non provare a farla entrare fra le tue lenzuola», cambiò tono in voce, sembrava come se mi stesse rimproverando a causa delle azioni che avevo commesso.

«Non sono in servizio, lei non è una mia paziente» ribattei, sperando che quella scusa potesse sembrare un minimo convincente.

«Ma fai di tutto affinché possa diventarlo»

«So del tuo piano per farla guarire» affermò, ricordandomi ancora una volta che era impossibile mentirgli. Non si sapeva come, ma riusciva a scoprire ogni singola cosa. Nell'ambito lavorativo ciò era un gran pregio, ma nella vita privata stava a significare solo una cosa: grande rottura di coglioni.

«Non sono cose che ti riguardano, Nathan» esclamai, cercando di trovare una via di uscita in quelle quattro mura, ormai diventate troppo strette. «E comunque sia, arrivi troppo tardi. Justin ci ha già messo gli occhi, sai come funziona» disse, facendo cambiare il colore del mio volto.

Justin ci aveva messo gli occhi addosso?

In casa Smith c'erano delle rigorose regole che avrebbero garantito la sopravvivenza di tutti e cinque. Le avevamo istituite quando eravamo molto piccoli, ma non avevamo mai smesso di seguirle, le consideravamo di vitale importanza.

Regola numero uno: È assolutamente vietato entrare l'uno nella camera dell'altro senza aver avuto il suo esplicito consenso.

Regola numero due: Ogni ragazza portata in camera da letto, deve uscire da casa prima dell'orario in cui si svolgono i pasti.

Regola numero tre: Nel caso in cui ad alcuni di noi piaccia la stessa ragazza, verrà preso in considerazione colui che le ha messo per prima gli occhi.
Ma nel caso in cui si è in disaccordo, la decisione spetterà alla ragazza.
Lei dovrà decidere con quale fratello Smith frequentarsi.

Regola numero quattro: Mai mettere le mani sopra una passata conquista.
Le ex dei miei fratelli erano intoccabili.

Regola numero cinque: Se si dovesse venire a conoscenza di qualche segreto appartenente ad uno di noi, lo si dovrà scrivere sul libretto della camera, con firma ed argomentazioni.
Ad esempio: "Ho scoperto che Logan ha una relazione proibita con Isabel, gliene ho parlato ma non sembra voler ragionare, Nathan Smith".
Ma nel caso in cui si scoprisse un segreto appartenente alla famiglia, parenti o amici, si dovrà convocare una riunione nel più breve tempo possibile e parlare di quanto accaduto.

Erano delle stupide regole? sì.
Continuavamo a seguirle? assolutamente.

E Justin stava per infrangere la numero tre.

«Sono stato io il primo a guardarla, a baciarla e toccare il suo corpo, perciò ritengo di non aver infranto nessuna regola» dissi e qualche secondo dopo, bussarono alla porta.

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