La ragazza però non era contenta di quella che per le altre doveva apparire come una vittoria. Wayll non la perdeva d'occhio un solo istante: osservava la sua mano che prendeva appunti, si voltava di tanto in tanto a guardarla di sottecchi. Sul quaderno segnava poche parole qua e là, ma in maniera distratta, come se non gli interessasse realmente.

Si stava immaginando tutto? Cosa la rendeva tanto guardinga? Lui poteva essere un normalissimo ragazzo che per qualche ragione misteriosa era interessato proprio a lei, e casualmente le aveva chiesto di andare al parco. No. Lui non era un ragazzo normale e lei non si stava immaginando proprio niente.

Anzi, era nei guai fino al collo.

La lezione finì più in fretta di quanto Aaris si fosse aspettata, era stata tesa per tutto il tempo e sentiva di non aver ascoltato nulla di quello che aveva spiegato il professore. Anche gli appunti li aveva presi in maniera meccanica, perché, in realtà, la sua concentrazione era completamente catturata da quel ragazzo e dalle paure per ciò che sarebbe potuto accadere al parco dopo la lezione.

Aaris ritirò il quaderno e le penne con una lentezza insolita per i suoi standard, dal momento che normalmente correva per evitare gli altri e fuggire per restare sola e libera. In quel momento, però, la consapevolezza di dover andare lì, con Wayll, la terrorizzava. Faceva di tutto pur di evitare quel momento.

Si alzò lentamente dal suo posto e guardò il ragazzo, lì in piedi ad attenderla. Si sentiva condannata.

Camminarono in silenzio fino all'ingresso del giardino. Appena vide i primi alberi, Aaris sentì che il suo corpo non riusciva più a restare calmo e a regolare la tempesta che la stava dilaniando.

Il cuore, sempre rilassato e dai battiti regolari, iniziò a velocizzare la sua andatura. Sembrava che stesse lottando per uscire fuori dal suo petto. Voleva essere libero di battere, senza venir trattenuto dalla gabbia che lo imbrigliava, e la sua lotta continua le faceva male, sentiva che le rubava tutte le energie e le toglieva ogni forza.

Era in totale la seconda volta che le capitava, la prima era stata dopo l'esame di Verde Urbano, e aveva sortito conseguenze gravissime.

Raggiunsero la panchina dove normalmente si sedeva a mangiare. Fortunatamente era lontana dal punto in cui aveva visto quegli uomini armati, ma non riusciva a rilassarsi e, anzi, si sentiva sempre più in ansia. Dopotutto, si trovava lì sola e lontana da chiunque. Nessuno sarebbe venuto ad aiutarla se fosse accaduto qualcosa.

Si sedettero. Il ragazzo iniziò a frugare nella sua borsa e Aaris provò un terribile presentimento.

Tentò di apparire calma come sempre e fece altrettanto per prendere il suo pranzo, ma si bloccò notando le proprie mani. Stavano tremando.

Il ragazzo si fermò. Le aveva viste anche lui. Era spacciata.

Wayll lasciò la presa su ciò che aveva appena trovato nella borsa e le prese le mani, chiudendole dentro le sue, più grandi.

Aaris tentò di calmare il tremore, ma non vi riuscì. Guardò dunque il ragazzo per capire che cosa le avrebbe fatto, e se avesse intenzione di ucciderla subito.

Lui, però, sollevò semplicemente gli occhi nei suoi. Aaris non sapeva che cosa avrebbe visto, ma era certa di non avere più controllo sul proprio corpo.

La guardò con un'intensità che Aaris non credeva possibile. Stava scavando dentro alla sua anima, sentiva che era in grado di vedere quella tempesta che poteva percepire dentro di sé, ma pure lei riuscì a vedere qualcosa nei suoi occhi; non erano velati come quelli di tutti, non erano distanti, erano lì.

Erano profondi come il cielo e lei sentì di esservisi immersa dentro. Anche in lui c'era qualcosa che lottava, anche lui soffriva. Ma c'era qualcos'altro, qualcosa di bellissimo.

MOÌRIAS-L'ombra della luce-Where stories live. Discover now