Primo giorno, prime delusioni

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Christine si svegliò presto, verso le 6 del mattino, al suono della sveglia del suo cellulare. Era il suo primo giorno completo nel Regno Unito e voleva sfruttarlo al massimo. Si alzò dal letto e si diresse verso la cucina per prepararsi una colazione nutriente, il suo solito avocado toast, che mangiava ad ogni pasto, nonché l'unica cosa oltre alla pasta che sapeva cucinare senza mandare a fuoco casa.

Mentre sorseggiava il suo caffè pianificò la giornata. Decise di fare una corsa per esplorare meglio il quartiere e rimanere in forma. Dopo aver finito la colazione, mise dei ciclisti neri, una maglietta verde salvia due taglie più grande e delle sneakers, si fece una coda alla rinfusa e scese le scale del palazzo con le cuffiette nelle orecchie e la musica a tutto volume.

Correndo lungo le strade di Trafalgar Square, Christine sentiva l'energia di Londra che la circondava. Era una sensazione di libertà e scoperta che non aveva mai provato prima. Qualche ora, tanta fatica e sudore, decise di prendere la metro più vicina e ritornare a casa.

Mentre si faceva una doccia rinfrescante, Christine sentì dei rumori provenienti dall'appartamento accanto. Sorrideva, pensando che forse il suo vicino stava iniziando lo stesso percorso mattutino. Non ci diede molto peso e proseguì con la sua routine.

Decisa a trovare un lavoro per guadagnare i soldi necessari a sostenere la sua vita nel Regno Unito, Christine si sedette al tavolo della cucina e prese il suo laptop. Iniziò a cercare annunci di lavoro, ma presto si rese conto che non era così facile come sperava. Non c'erano molti posti disponibili e quelli che sembravano interessanti richiedevano competenze specifiche o esperienza che lei non aveva. Era specializzata in fotografia, ed era anche molto brava, ma gli unici posti disponibili richiedevano anni ed anni di esperienza che lei ancora non possedeva. La delusione cominciò a farsi sentire, ma si rifiutò di arrendersi.

Dopo ore di ricerca senza successo, si prese una pausa, in fondo passare le ore a fissare lo schermo non avrebbe fatto apparire un lavoro per lei. Sentiva il bisogno di uscire e distogliere la mente dai pensieri frustranti. Indossò un abito argentato con le paillettes, scelse il bar più vicino ed entrò, un po' per socializzare, ed un po' semplicemente per bere e dimenticarsi di essere in paese a lei sconosciuto completamente da sola e senza lavoro.

Mentre sorseggiava il suo cocktail, decise di chiamare Valerie, la sua migliore amica rimasta in California. Valerie stava studiando moda ed era una delle poche persone che aveva sostenuto la decisione di Christine di trasferirsi nel Regno Unito sin dall'inizio.

-Nanetta finalmente ti fai sentire! Avevo il timore che dopo esserti trasferita saresti diventata una snob e non mi avresti più considerata. - disse Valerie ridendo.

-Non potrei mai! Se non fosse stato per te molto probabilmente non sarei nemmeno qui. Che mi racconti? Cosa si dice di nuovo a casa? - chiese mentre finiva il primo cocktail della serata, indicando al barista di prepararne un altro.

-Stai scherzando?! Tu chiedi a me delle novità?! Qui è sempre uguale, sempre le stesse persone che escono negli stessi posti... le lezioni si stanno facendo più pesanti ma sto comunque al passo. Dimmi tu piuttosto, hai già incontrato qualcuno? - domandò l'amica curiosa di sapere le novità.

-Incontrato no, però ieri ho trovato un bigliettino da parte del mio vicino, spero che sia carino almeno. So solo che si chiama Lando, chissà, magari uno di questi giorni lo incontrerò. Val? Va- senza sentire risposte dall'amica, staccò il telefono dall'orecchio bevendo l'ultimo sorso del secondo drink e ne chiese immediatamente un altro. Il telefono era scarico, 'tempismo perfetto, non posso nemmeno chiamare un taxi!' pensò, bevendo il terzo e probabilmente ultimo drink della serata, o almeno in quel bar, tutto d'un sorso.

Dopo aver pagato, Christine prese la metro barcollando mentre camminava con i tacchi nelle mani e tornò nel suo appartamento. Quando aprì la porta, sentì un'onda di solitudine e tristezza che l'accompagnò. Mise in carica il cellulare e quando si accese notò i numerosi messaggi e chiamate da parte dei suoi genitori Stella ed Albert, ma lei aveva scelto di ignorarli, in fondo erano uno dei motivi per cui aveva deciso di abbandonare la California.

I suoi genitori non erano mai stati dei genitori esemplari. Erano sempre assenti e quando c'erano non facevano che litigare. Christine sapeva che era giunto il momento di prendere il controllo della sua vita e costruire il suo futuro senza di loro.

Nel buio dell'appartamento, sotto l'effetto dell'alcol accese la cassa, la collegò al telefono e prese una spazzola. Come nei i karaoke, iniziò a cantare le sue canzoni preferite a squarciagola ballando in giro per il salotto. La musica riempì l'aria, donandole un senso di libertà e di liberazione dalle preoccupazioni e dai dubbi. Dopo più di mezz'ora passata a cantare collassò sul divano ancora vestita e col trucco sbavato.

La mattina dopo, Christine si svegliò confusa e con i postumi della sbronza. Cadendo dal divano , cercò di ricordare cosa fosse successo la notte prima. Si alzò lentamente ed andò verso la porta, doveva aveva lasciato le scarpe la sera prima. Prendendo i tacchi dal pavimento notò un post-it giallo per terra con su scritto: "Ho sentito la tua voce ieri notte, sei una brava cantante. Forse potremmo cantare insieme un giorno. - Lando." Lo guardò un po' confusa e decise di rispondergli. Strappò un foglietto di carta e scrisse "Potremmo. Spero che la prossima volta che sentirai la mia voce non sarò ubriaca. Forse potremmo conoscerci un giorno. -Christine". Uscì dalla porta ed infilò il biglietto sotto la porta accanto, sperando di riceverne un altro in risposta. 


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non scrivo molto, quindi sono aperta a consigli per migliorare e rendere questa storia migliore <3 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2023 ⏰

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