The Master - Piccolo x OC (ITA)

CAPITOLO 1 - Primo giorno di scuola!

Una nottata in bianco, caratterizzata da ansia e paranoie, lasciava lentamente il posto all'alba mattutina: il cielo si era tinto di rosso e il sole sembrava far capolino da dietro le montagne. Il suono insistente della sveglia ruppe il silenzio; Flute, diciannove anni, si arrese e capì che era il momento di alzarsi: era il suo primo giorno dell'ultimo anno di liceo nella sua nuova scuola, l'Orange High School, in pieno centro di Satan City.
Precedentemente Flute frequentava un altro liceo, ma a causa del bullismo sua nonna, con la quale viveva, aveva optato per un cambio di scuola, per farle affrontare l'ultimo anno - quello decisivo - il più serenamente possibile. La nonna voleva che fosse un nuovo inizio per Flute, insomma, ma non aveva fatto i conti con le alte probabilità di trovare altri bulli nella nuova classe.
Flute scese lentamente dal letto a castello, che formava un unico mobile con la scrivania sottostante. Scese al piano inferiore a bere un bicchiere di latte freddo e corse in bagno a lavarsi e vestirsi. Si lavò i denti, si truccò, si pettinò e uscì in giardino per raggiungere la sua bicicletta verde scintillante, con la quale avrebbe dovuto percorrere almeno mezz'ora di strada prima di raggiungere il liceo.
Flute salì in sella alla sua bici e si allontanò da casa. Nel mentre che percorreva il lungo tratto di strada che la separava dalla scuola e che partiva dalla campagna, la ragazza si sofferma ad ascoltare i suoni della natura, il canto degli uccellini, il fruscio delle foglie che si staccavano dai rami e cadevano al suolo, lo scorrere dell'acqua nel fiume che costeggiava la strada. Finché non giunse in città e tutti quei suoni meravigliosi lasciarono il posto ai clacson delle automobilisti imbottigliate nel traffico, le sirene di qualche auto della polizia (Satan City non era affatto una città tranquilla, e Flute preferiva di gran lunga la campagna dove abitava con la nonna paterna) e gli schiamazzi della gente sui marciapiedi. Finalmente, però, la ragazza arrivò a scuola. Un imponente edificio con il simbolo di una stella in un cerchio le si presentò davanti: l'Orange High School, il liceo in cui Flute sperava che la sua esperienza col bullismo avrebbe incontrato una fine. Era dovuta scappare dalla vecchia scuola quasi in lacrime, neanche lei sapeva come avesse fatto a sopportare quattro lunghi anni di prese in giro, sbeffeggiamenti, derisione e fortunatamente mai quel bullismo verbale si era trasformato in fisico. Ma, lei lo sapeva bene, a volte le parole fanno più male di un pugno.
Flute era in ritardo: era sola davanti all'ingresso della scuola, tutti gli altri studenti dovevano già aver preso posto nei loro banchi. Sistemi in fretta la bicicletta ed entrò, raggiungendo la sua classe e sedendosi nell'unico posto vuoto, in prima fila.
"Ben arrivata, signorina! Ragazzi da quest'anno avremo una nuova studentessa. Su, presentati al resto della classe", disse l'insegnante di geometria, una donna anziana con i capelli grigi legati a chignon sulla sommità della testa.
Flute si alzò in piedi, rossa per l'imbarazzo.
"Salve a tutti. Io mi chiamo Flute e ho 19 anni, abito a mezz'ora da qui con mia nonna". Non le riuscì di dire nient'altro, subito si risedette e cominciò a seguire la lezione. Mentre l'insegnante spiegava, Flute si sentì chiamare: era la sua vicina di banco, una ragazza dagli occhi azzurri e i capelli nerissimi legati in due codini. Indossava una maglietta bianca e dei leggings corti e neri, e le mani erano coperte da mezzi-guanti neri.
"Sai, la prossima sarà la lezione di arti marziali e sono super contenta! Adoro combattere", disse la ragazza, ma all'espressione contrariata di Flute aggiunse, "Fammi  indovinare: a te non piace lo sport! Okay, okay, ho capito. Ma la lezione dovrai seguirla ugualmente, sei a scuola. A proposito, il mio nome è Videl".