Quello che sapevo per certo era che non avevo alcuna intenzione di avere una relazione, Logan era davvero bellissimo ma ciò non era sufficiente.

Non ero ancora pronta per compiere un passo del genere e forse non lo sarei mai stata.

Dopo aver dato un aspetto più presentabile al mio viso, afferrai la piastra toccando involontariamente la parte bollente.

«Ahi» esclamai, portando il dito alla bocca. Sentii delle risate provenire da dietro le mie spalle e senza neanche esitare mi voltai, trovando lo strizzacervelli con le mani sopra il viso.

Stava ridendo di me in una maniera alquanto disgustosa.

Grandissimo bastardo.

«Lo trovi divertente?» domandai, evitando di chiedergli il motivo per il quale fosse nella mia camera.

Sembrava essere già pronto, la camicia bianca aderiva perfettamente ai suoi addominali, evidenziandone i lineamenti. I pantaloni circondavano le sue gambe e la giacca con i bottoncini d'argento lo rendeva fottutamente attraente.

Io invece, ero ancora in pigiama. In quel momento una domanda vago nella mia testa, senza ricevere alcun tipo di risposta.

Le sue pazienti fantasticavano su di lui?

Lo stomaco si chiuse, provocandomi un inspiegabile fastidio.

«Non sai quanto» rispose, questa volta però, si vedeva chiaramente che avesse difficoltà a trattenersi dal ridere.

Prima di perdere il controllo, posai lo sguardo sul mio povero dito, stava soffrendo come non mai. Ma nulla di così insopportabile, già svariate volte mi era capitato di infliggermi dolore in questo modo. 

«Noto che ci hai preso gusto ad entrare nella mia stanza» dissi d'un tratto, ammettendo ad alta voce che erano più le volte che stava nella mia stanza che nella sua. Era come se fossimo diventati una cosa sola.

«Avrei più piacere ad entrare in un'altra parte, Cenerentola. Ma dato che ciò non è momentaneamente possibile, ci si accontenta» disse, facendomi sobbalzare per via dell'intensità delle sue parole.

Le mie guance non esitarono a tingersi di un rosso fuoco, mentre l'imbarazzo scorreva nelle vene. L'ansia che qualcuno potesse sentirci prese la meglio, facendomi sobbalzare dalla sedia. E notando la reazione del mio corpo, continuò a ridere a squarcia gola. 

Se avesse continuato di quel passo, non avrei avuto problemi a tirargli uno schiaffo in pieno volto.

Trattieni Isabel, con certe facce di cazzo come lui non ha senso discutere.

«Non ho neanche più parole, sei davvero disgustoso» esclamai, dicendo la prima cosa che mi frullò per la testa. «Nah, non penso che sia un aggettivo adatto per descrivere la mia personalità» rispose. Stava facendo sul serio?

«Logan, che cazzo vuoi?» sbottai, erano le sette e un quarto, stavo perdendo tempo. Ed io non volevo più sprecarne neanche una goccia, ha una preziosità inspiegabile. Crescendo ho capito che ne abbiamo davvero pochissimo e non deve assolutamente andare perduto.

«Contieniti, principessa. È stata tua madre a chiedermi di controllare se ti fossi alzata» confessò, mentre si aggiustò la camicia. Lo guardai da testa a piedi per poi inclinare la testa di lato.

«Bene, adesso hai controllato puoi anche levarti dai coglioni» indicai l'uscita e in risposta ricevetti un altro sorriso. Oggi stava mettendo davvero a dura prova la mia pazienza. E non appena si ritirò, tornando nella sua mandria di mucche, tirai un sospiro di sollievo.

I need youWhere stories live. Discover now