Persone riservate

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Aveva cenato con una zuppa di pane, un quarto di vino e della carne secca; poi si era lavato faccia e mani in una catinella e pagato con un paio di soldi la signora del piano di sotto che gli aveva rammendato le vecchie calze alla luce di una candela di sego.

Dante si era preparato a uscire con tutte le precauzioni del caso. Aveva indossato il medesimo abbigliamento di quella mattina e sopra al farsetto, un corpetto imbottito con maglia ad anelli, lo stesso che aveva sempre indossato in battaglia. Non che temesse un brutto tiro da parte di Meridio. Sebbene fosse un ufficiale dei berretti, ed un vecchio amico e collega, poteva essere raggirato anche lui. E se così fosse stato, Dante non gli avrebbe riservato certo del rancore, in una città così grande che si diceva ospitasse più di un milione di persone, non sempre era facile distinguere amico da nemico.

Comunque fosse, il condottiero aveva preso le sue precauzioni per presentarsi all'appuntamento. Si era messo sul retro della cinta la cinquedea. Larga cinque dita, nella parte più vicina all'elsa, si restringeva notevolmente verso la punta, dandogli una forma triangolare. Molto comune a Braavos, la lama pesante e la modesta lunghezza di poco più di due palmi, la rendevano in grado di fare da seconda arma, pugnale o mancina, oppure come arma principale in spazi ristretti come vicoli o sulle galee.

Ed aveva infilato uno stiletto appuntito nella manica a sbuffo, in un apposito taschino interno. La lama era in acciaio, lunga e sottile, con una punta molto acuminata. Proveniente dai regni ponentini, era molto utile per tirare fendenti, ma soprattutto perchè la sua lama sottile poteva passare agilmente attraverso le maglie della cotta. Un'arma facile da nascondere, aveva una forte penetrazione e poteva funzionare benissimo arma di estrema difesa. Mentre faceva tutte queste manovre, per un attimo, girando gli occhi in cerca del costoliere, aveva incrociato lo sguardo con quello della sua immagine riflessa nello specchio, l'unico lusso che si concedesse. La luce della candela si rifletteva sulle guance glabre, accentuando l'ombra di barba che stava iniziando a formarsi. I suoi occhi sfuggirono immediatamente, nascondendosi.

Ma fu questione di un attimo.

Subito dopo tornarono a guardarsi, franchi. L'immagine ricambiava un leggero sorriso.

"La vita è una lotta, ma non è detto che debba essere spiacevole, eh ragazzo"

Poi si era messo alla cinta il costoliere ed aveva verificato che si muovesse nella guaina senza difficoltà. Nel pomeriggio aveva affilato il taglio con la cote. Il condottiero aveva infine indossato la cappa ed i guanti.

Il mantello proteggeva dall'umidità delle notte bravosiane che saliva dai canali per entrare nelle ossa. Inoltre era un capo molto pratico al momento di battersi nelle strade male illuminate e strette: buttandosi un lembo intorno al collo o arrotolandolo intorno al braccio sinistro, il mantello faceva da schermo attutendo i colpi dell'avversario; e gettato sulla sua spada dell'avversario, lo intralciava, offrendo l'occasione di un affondo.

Naturalmente tutto questo voleva dire lentezza nei movimenti e soprattutto maggiore peso. In una città galleggiante come Braavos, non era da augurarsi finire a mollo con indosso tutto quel peso in metallo. Per questi motivi Dante utilizzava un corpetto particolare: progettato con allacci che permettessero di sganciarlo in pochi attimi da parte dell'uomo caduto in acqua, era molto usato nelle scorte per mare e gli era stato affibbiato il nomignolo di "martin pescatore".

Insieme alla piuma sul cappello, il condottiero si affidava a quegli accorgimenti perché spingessero l'eventuale bravo, in genere armato alla leggera, a più miti consigli.

Finalmente scese le scale e si avviò per la sua strada, guardingo.

Al tramonto, la gente per bene si rinchiudeva in casa, mentre i bravi imperversavano fino all'alba, mescolandosi con quel tipo di persone a cui piaceva svagarsi per la Città Segreta come se la notte gli appartenesse, compresi giovanotti di ottima famiglia. Riuniti in crocicchi, gravitavano attorno allo Specchio Lunare o altri luoghi centrali, ma non era impensabile trovarne qualcuno che si addentrava in zone meno frequentate. Sempre pronti a battersi fra di loro ed atteggiarsi a Danzatori dell'Acqua, erano altrettanto lesti nel lanciare sfide a qualsiasi sconosciuto armato che incontrassero per la via. Si trattava del principale flagello notturno che esistesse a Braavos. Venivano usati come paravento da tagliagole e briganti, che approfittavano della licenza di muoversi armati per la città data a chiunque.

CondottieroOnde as histórias ganham vida. Descobre agora