7. Punishment and hate confused (2)

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È da due fottute ore che discutiamo in sta classe di merda della magia fuori da Hogwarts. La conclusione è niente, nessuno parla, tutti dicono che è giusta e va rispettata.

Che gran cazzata.

Nessuno va contro al ministero o dice il suo pensiero per paura, caga sotto del cazzo.

«Quindi crede che sia giusto ma che alla fine non gliene importi?» domanda perché non vuole capire, nessuno lo vuole in fondo.

«Non credo che sia giusta ma che non si può cambiare, soprattutto i babbani credono che la magia sia solo immaginazione, illusioni dei loro piccoli e inutili cervelli. Anche se vedessero un po' di magia non ne farebbero una catastrofe, nessuno gli crederebbe.»

Tutti stanno in silenzio e il professore sta per ribattere ma una mano si alza, un solo maledetto braccio sottile.

E indovinate un po' chi è? La testolina piccolina castana scura.

«Lei cosa crede signorina McKenzie?» le chiede fissandola e io di rimando non lo faccio.

Dovrò poi guardarla dopo per tre ore, non voglio farlo ancora di più.

«Io credo che i babbani credano nella magia, sanno che esiste ma nessuno gli ha mai dato prova di ciò, e chiunque dica che ne è stato osservatore viene preso per falso e bugiardo. Ma non per pazzo. E non sono stupidi, solo vivono in un mondo in cui tutto è lavorato con le loro mani e sudore, niente è dato da nulla e a maggior ragione dalla magia.» con la sua voce pacata ma dura la ragazzina spiega la sua versione, alludendo ai miei commenti.

«Quindi sarebbero intelligenti eh? Peccato che non sanno distinguere la magia dall'immaginazione, peccato che l'unica cosa che sanno fare sono guerre e uccisioni.» ribatto prima che lo faccia il professore, anche se non sembrava molto in ascolto il coglione.

«Parli proprio tu. Tuo padre uccide, tortura, maledice e distrugge tutto quello che lo circonda e farà guerra con tutto il mondo magico pur di diventare il re di tutto sto posto.» il suo tono è aspro e pieno di odio, soprattutto divertito però.

«Non sono io che decido cosa può fare, se lo vuole lo fa. Io non sono contrariato da ciò che vuole fare, e non stavamo parlando di mio padre ragazzina.» non che avessi detto a pieno le cose ma tutti devono credere che sia così.

Gli altri studenti ci fissano incuriositi e divertiti, i litigi o discussioni rendono sempre le ore di lezione più eccitanti, perché senza si ha la concentrazione e l'eccitazione pari a fare sesso con una vecchina malata e decrepita, che ti guarda come se fossi lo schifo di adesso.

«Be' è uno dei tanti problemi. Accusi i babbani che uccidono e basta, quando anche il tuo stesso sangue lo fa, e poco ma sicuro lo farai anche tu.» ma chi cazzo si crede di essere, ecco perché la odio così tanto.

Dio se la odio.

«Ma tu chi cazzo sei per dirlo? E torna a fare la ragazzina muta come sempre.» sputai rabbioso e frustato.

Mi guardò male e vidi i suoi occhi spegnere le fiamme infuocate che ha di solito per dare spazio a piccoli buchi nei muri che contengono all'interno, subito dopo però si chiusero e si riaccesero le fiamme più potenti e alte di prima.

Stava per parlare e molto probabilmente per insultarmi a raffica con i suoi miglior insulti, ma il professore del cazzo si intromise prima.

«Smettetela ragazzi. Sul serio avete già una punizione da continuare, non aggiungetene un'altra per questo.»

Entrambi ci guardiamo come se stesse cadendo il mondo e stessimo in guerra con dei fucili enormi caricati di bestemmie e insulti, uno davanti all'altro, in squadre diverse e quindi nemici, come se insultarci fosse l'unica cosa possibile, come se fosse essenziale.

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Donde viven las historias. Descúbrelo ahora