~Capitolo 5~

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" Rose" urla Micha cercando di attirare la mia attenzione. Non mi fermo, voglio uscire da questo ospedale.
" Rose ti prego fermati! " continua. Continuo a camminare. Arrivo davanti all'ascensore e premo ansiosamente il bottone di chiamata.
"Rose..." dice Micha quando mi raggiunge.
"Rose, Rose, Rose..." lo scimmiotto girandomi verso di lui " Cosa diamine vuoi da me, Micha?" sputo guardandolo socchiudendo gli occhi.
Lui spalanca i suoi di colore verde per qualche secondo, sconvolto dal mio atteggiamento. Si riprende velocemente e si passa una mano tra i capelli.
" Rose Dio, mi dispiace. Sono solo preoccupato per te" dice guardandomi in cerca di scuse.
" Non devi preoccuparti per me, sono grande abbastanza per poter badare a me stessa da sola." sibilo infastidita.
Il suono di un campanello ci interrompe, è arrivato l'ascensore finalmente. Entriamo tutti e due e cerco di tenermi lontana da lui.
Mi appoggio alla parete fredda dell'ascensore con le braccia incrociate sotto al seno. Cinque piani, quanto diamine è lento questo ascensore?!
"Rose.."  Micha cerca di attirare la mia attenzione ma viene interrotto dalla suoneria del mio telefono. Gli lancio un occhiataccia e prendo velocemente l'aggeggio che continua a suonare impazzito nella tasca dei miei pantaloni per vedere chi mi sta chiamando.
"Mamma" rispondo una volta letto il suo nome sullo schermo. " È successo qualcosa? " chiedo aggrottando le sopracciglia.
"Rose tesoro! No, volevo solo avvisarti che mi fermo al lavoro fino a tardi oggi. Devo andare a cena con un nuovo cliente e Bonny per tastare un po' il territorio. Scusami. " mi dice velocemente.
" Oh va bene" dico con un pizzico di delusione " C'è qualcosa di pronto o devo fermarmi a comprare qualcosa? " chiedo a bassa voce.
"Il frigo è vuoto tesoro, dovevo andare a fare la spesa ma non ci sono riuscita. Mi dispiace tanto Rose so che oggi è venerdì ed è la nostra serata ma..." cerca di scusarsi ma la interrompo.
"Nessun problema mamma, posso stare sola per questa sera. Ordinerò una pizza e andrò a dormire presto. " dico cercando di non farla sentire in colpa.
" Ok tesoro, ti vengo a dare la buonanotte appena torno a casa. Ti voglio bene Rose" dice e subito dopo riattaca senza aspettare una mia risposta. Rimetto il telefono in tasca e guardo il display dell'ascensore, ancora 2 piani. Mi volto verso Micha e mi accorgo che mi sta fissando.
"Che vuoi?" chiedo infastidita. Lui solleva gli occhi al cielo e si lascia sfuggire una piccola risata dalle labbra. Ride di me adesso?
" Puoi venire da me, se vuoi. Mi farebbe piacere un po' di compagnia. " mi propone guardandomi dritto negli occhi.
" Nemmeno per un miliardo di dollari." sputo acida socchiudendo gli occhi. Ma  chi pensa di essere? Va a dire stupidaggini a Sara su di me e poi fa tutto il carino?
" Cosa c'è Rose? Hai mangiato limoni per caso? Ah no è vero, tu non mangi proprio! " dice duramente incrociando le braccia. Per sua fortuna le porte dell'ascensore si aprono.
" Rimbecillito" sibilo quando gli passo vicino per uscire e andare verso l'uscita dell'ospedale.

" Ehi! Dovevi girare da quella parte per andare a casa mia! " urlo sollevando il busto dallo schienale del sedile e picchiettando il dito sul finestrino.
" Lo so." risponde calmo Micha continuando a guidare.
" Si può sapere che diamine di problemi hai?!" lo aggredisco guardandolo arrabbiata.
" Non ho nessun tipo di problema, Ro" risponde mantenendo la calma stuzzicando ancora di più i miei nervi. Ro? Non mi chiamava così da quando eravamo piccoli.
" Non mi chiamare Ro!" ordinai incrociando le braccia.
" Ah no? E sentiamo, perché non posso, Ro?" chiede con uno stupido sorrisetto stampato in faccia.
" Perché tu non puoi, Micha" rispondo subito fulminandolo con lo sguardo.
" Va bene, Ro" risponde lui sorridendomi.
Sbuffo riappoggiandomi con poca delicatezza sullo schienale.
Dopo una decina di minuti Micha ferma la macchina davanti a una pizzeria d' asporto.
" Che pizza vuoi, Ro?" chiede togliendo le chiavi dalla macchina. Non gli rispondo.  Con le braccia incrociate mi volto verso il finestrino dandogli la schiena. Ridacchia e sento la potiera della macchina chiudersi.
Rientra dopo una quindicina di minuti portandosi dietro un odore invitante di pizza.
" Tieni per favore " dice appoggiando due cartoni di pizza sulle mie gambe. Allaccia la cintura e guida fino a casa sua.
"Ti muovi Ro?" mi chiede una volta uscito dalla macchina. Non gli rispondo, non ho intenzione di uscire da questa macchina e di entrare a casa sua. Micha dopo qualche secondo scuote la testa e, dopo aver aperto la portiera dalla mia parte, prende i cartoni di pizza. Lascia la portiera aperta e va verso la porta di casa. Dopo aver armeggiato qualche secondo con le chiavi apre la porta e la la lascia aperta dietro di lui. Non entrerò mai in quella casa.

Sono passati venti minuti. Diluvia e soffia un vento freddo che mi fa rabbrividire. Il libro dentro la tasca della portiera è zuppo e naviga dentro al piccolo laghetto che si è formato a causa dell'acqua insistente. L'ennesimo tuono mi fa sobbalzare. Ho sempre avuto paura dei temporali. Decido di mettere da parte l'orgoglio. Tiro su il cappuccio della felpa e cammino velocemente verso la porta di casa di Micha che è rimasta aperta per tutto questo tempo.

Dandelion.Where stories live. Discover now