~Capitolo 1~

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Sai nonna, a volte mi sembra di essere rinchiusa dentro a una palla di vetro e non poter uscire. Di riuscire a vedere oltre al vetro ma non poter fare niente. Sara sta peggiorando, il suo viso diventa ogni giorno che passa sempre più bianco. I suoi occhi verdi come lo smeraldo fanno fatica a stare aperti adesso, sai? Ieri pomeriggio le ho portato la foto che le avevi fatto in montagna, quando eravamo piccole. Si è messa a piangere nonna. Ha pianto per cinque minuti senza mai fermarsi, senza mai distogliere lo sguardo dalla foto. Poi ha alzato lo sguardo e, con fatica, mi ha tirato in un abbraccio. Devo dirtelo nonna, ogni volta che mi abbraccia ho paura che sia per l'ultima volta. Ogni volta che esco dalla sua stanza d' ospedale ho paura di tornare e non trovarla più. I dottori hanno detto che bisogna avere fiducia, ma i dottori dicono sempre tante cose. Questa mattina sono entrata nella sua camera e ho trovato il letto vuoto, mi sono sentita mancare il pavimento sotto i piedi sai nonna? Per fortuna non era successo niente, era andata a fare un giro per l'ospedale con suo fratello, te lo ricordi lui nonna? È solo un anno più grande di noi ma in questi sei mesi è diventato un adulto velocemente. Ha solo diciassette anni e si prende cura da solo di sua sorella.
Mi ricordo ancora quando d'estate andavamo al mare tutti assieme, secchiello paletta, ombrellone...e tu nonna, sempre con la tua amata macchina fotografica. Ti sedevi sulla sabbia poco lontana da noi, ci osservavi giocare con la sabbia e le formine e ogni tanto scattavi delle foto. Riuscivi a catturare i momenti migliori con la tua macchinetta forografica nonna.
Io e mamma dopo cena ci siamo sedute sul divano e abbiamo sfogliato l'alboom che mi regalasti l'anno scorso per il mio compleanno. Non sono mai riuscita a ringraziarti per quel magnifico regalo nonna, non mi me ne hai lasciato il tempo.
Rose

"Ciao Rose" mi dice Sara appena entro nella stanza dai muri celesti.
"Buongiorno Sara, come va? " le chiedo appoggiando il pacco di libri sopra il tavolino vicino alla finestra che si affaccia nel piccolo giardino dell'ospedale.
"Bene!" risponde subito "Cosa mi hai portato di bello?" mi chiede con aria curiosa sistemandosi meglio sul letto enorme in confronto a lei.
"Qualche libro..." rispondo vaga afferrandone uno. Mi sporgo verso la finestra e apro un anta. Nella stanza entra un leggero venticello che mi rilassa. Prendo la sedia vicino a me e la porto poco lontano vicino al letto di Sara.
"Cime tempestose!" urlacchio facendole vedere la copertina.
"Oddio! Grazie Rose!" mi dice con un sorriso enorme stampato sul volto. Lo prende velocemente dalle mie mani e inizia a sfogliarlo. È sempre stato il suo libro preferito.
La osservo, fa più fatica a leggere. Strizza gli occhi e avvicina il libro al viso. Si accorge che la sto guardando e mi sorride. Un sorriso imbarazzato. Una folata di vento fresca entra dalla finestra. Chiudo gli occhi e mi appoggio sullo schienale della sedia ma, quando sento Sara tossire, apro gli occhi immediatamente. Ha una mano davanti alla bocca e gli occhi chiusi. Continua a tossire e io non so cosa fare. Il cardiofrequenzimetro impazzisce e nella stanza entra un dottore seguito da due infermiere.
Il dottore si precipita da Sara, un' infermiera viene vicino a me e con parole gentili mi invita a uscire dalla stanza. Io sono sotto shock. Sento la voce dell'infermiera ma non riesco a muovere un muscolo. La seconda infermiera si accorge della finestra aperta e, con le mani tra i capelli, si precipita a chiuderla. La finestra aperta. Ho aperto io la finestra. È tutta colpa mia. L'infermiera spazientita, con un po' di forza, mi solleva dalla sedia e mi trascina fuori dalla stanza. Rimango immobile fuori dalla stanza di Sara. Ho aperto io la finestra, è colpa mia.
"Rose!" urla qualcuno dalla fine del corridoio. Mi volto verso la persona che ha urlato il mio nome e vedo Micha,il fratello di Sara, che corre allarmato verso di me.
"Rose! Cos'è successo? " continua una volta vicino a me.
È tutta colpa mia,continuo a pensare ma, dalla mia bocca, non esce una parola.
"Rose" ripete il mio nome prendendomi dalle spalle "Rose ti prego" mi sussurra disperato.
" È colpa mia.." sussurro rimanendo immobile.
"Che cosa stai dicendo Rose?" mi chiede piegandosi un po' sulle ginocchia per arrivare all'altezza dei miei occhi " Non può essere col-"
"È COLPA MIA! HO APERTO IO LA FINESTRA!" urlo interrompendolo "È colpa mia.." sussurro ancora una volta mentre le miei guance si bagnano di lacrime salate. Fa per rispondermi ma viene interrotto.
"Sua sorella sta bene signor Doson. È molto debole quindi anche un semplice colpo di tosse porta a queste situazioni poco piacevoli" dice il dottore per poi andare via seguito dalle due infermiere. Micha mi tiene ancora dalle spalle e quasi non mi accorgo quando mi tira verso di lui e mi stringe al suo petto.
"Santo cielo Rose, non è colpa tua" mi sussurra accarezzandomi la schiena cercando di calmarmi. Le lacrime continuano a scorrere sulle mie guance. Ho aperto io la finestra.

Dandelion.Where stories live. Discover now