6. Punishment and hate (1)

Start from the beginning
                                    

Lui è appoggiato alla porta e mi guarda come sempre, praticamente sogghignando e serio, e ora anche io lo fisso fredda e superiore.

Passo in parte a lui e cammino senza girarmi a guardalo o semplicemente a capire se mi segue, non mi interessa.

«Sai passeremo molto tempo insieme, piccolina» no ma va, e lo dice mettendosi al mio fianco.

«Lo so e smettila di chiamarmi così, pecorella.»

Non sono piccolina e sembra quegli stupidi nomignoli che danno i fidanzati alle ragazze, che schifo.

«Ne abbiamo già discusso. Se tu mi chiami pecorella, io ti chiamo piccolina. È parità questa.» specifica come se non lo sapessi. Ma mi da fastidio che mi chiami così, non ne ha il diritto lo stesso, anche se io lo chiamo pecorella, ma lui lo è davvero cazzo.

«Mi da comunque fastidio.» mi giro mentre lo dico, tanto per farglielo capire meglio.

«Ti arrangi e te ne fai una ragione, piccolina.» ma vafanculo.
Gli mostro il dito medio senza girarmi e lui ridacchia divertito.

Continuiamo a camminare senza parlare, ma almeno non ci tiriamo pugni o insulti.
Arrivati nell'ufficio dove lei stava, busso e lei acconsente, entriamo e stiamo in piedi ad aspettare che lei ci dia la sua attenzione.

«Allora ragazzi per la punizione dovete sistemare due aule ora e due stasera. Le pulirete senza magia, quindi qui le bacchette.» inizia a spiegare e noi poi mettiamo le bacchette sulla scrivania. «Quindi pulirete tutto con quelli.» continua poi indicando dei secchi e scope vicino alla porta.

Noi ci giriamo a guardarli, per poi scambiarci uno sguardo di divertimento e preoccupazione. Dovremmo pulire tutto con quelle cose, seriamente?

«Dimenticavo che se dovete mangiare dopo aver finito, andate a prendere il cibo e mangiare in Sala grande. Questo vale anche per la cena. E ovviamente le lezioni in quelle ore sono sospese per voi.» afferma e noi annuiamo forzatamente.

«Se non avete nulla da chiedere potete andare. Iniziate con l'aula di trasfigurazione per poi passare a quella di pozioni, arrivederci e buona punizione.» detto ciò prendiamo gli strumenti, usciamo e per un momento, dopo aver chiuso la porta, restiamo immobili, increduli che dobbiamo passare la giornata in questo modo.

«Sul serio dobbiamo fare ciò?» domanda strano dopo poco tempo.
«A quanto pare, e pure assieme.» commento io.

«Guarda che sono una bella compagnia.» davvero Riddle? Non lo sei manco per un cappero.

«Certo come no, e io sono la regina Elisabetta. Dai andiamo che prima iniziamo meglio è.» mentre lo dico inizio a incamminarmi verso l'aula, lui mi segue senza aggiungere altro.

Entriamo poi nella classe e ci rendiamo conto che è messa male, ci sono libri ovunque, fogli, i banchi sporchi e tutti gli oggetti sottosopra. Evidentemente qualcuno ha direttamente buttato una bomba in questa aula.

«Qualcuno l'ha fatto apposta a distruggere sta stanza.» commenta diverito, be' effettivamente.

«Credo che qualcuno volesse che noi sgobbassimo per bene oggi. Dai su prendi la roba e iniziamo sta cosa.» prendo i secchi e gliene do uno, poi afferro il sapone e mi dirigo nel bando vicino, per i professori.

«Sai che non sei tu che dai gli ordini vero?» mi rimbecca Riddle, mentre apriamo i rubinetti e riempiamo i secchi di acqua.
«Perchè dovresti essere tu a darli? Ma per piacere, non sai neanche come sistemare ciò.»

Dopo aver finito di riempire i secchi ci versiamo il sapone, scuotiamo per aver la schiuma, e li lasciamo in un piccolo spazio.
Perché ci dobbiamo occupare prima dei libri e delle cose in giro.

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Where stories live. Discover now