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Sono le sette del mattino, non ho neanche il tempo di aprire gli occhi che mio fratello spalanca la porta della mia camera entrando come una furia.

-Ally dannazione! Ieri sera ho dovuto coprirti di nuovo, si può sapere che ti passa per la testa?- Mi urla contro Jackson.

È più piccolo di tre anni, ma tra i due sono sempre sembrata io la più piccola, alto un metro e novanta con un fisico allenato e asciutto, gioca a calcio da quando ne ho memoria, non l'ho mai visto stare attento all'alimentazione e non mi spiego come sia possibile che abbia un fisico cosi allenato. I capelli mossi e bagnati di mio fratello gocciolano sul pavimento, lasciando di tanto in tanto qualche gocciolina scivolare dolce sul suo viso.

I suoi occhi scuri mi scrutano con fare interrogativo mentre io cerco di collegare ciò che ha appena detto alla serata di ieri.

Jackson è sempre stato dalla mia parte, ha sempre coperto le mie tracce, io e lui siamo cosi,

Fisicamente ci somigliamo molto, caratterialmente invece opposti come il giorno e la notte.

Dopo aver dato un senso alla sua affermazione, sbuffando mi tiro le coperte fin sopra la testa, cercando di mantenere un atmosfera abbastanza buia per continuare a dormire in pace.

-Jay vattene, sono le sette.-

Succede  tutto troppo in fretta affinché io possa riuscire a percepirlo.

Sento dei passi avvicinarsi velocemente e in un attimo la coperta che fino a poco fa stringevo tra le mani si trova ai miei piedi.

Un' improvvisa aria gelida mi trapassa il corpo procurandomi un leggero brivido su tutta la schiena.

È inutile opporre resistenza con Jackson, abbandono l'idea di tornare a dormire e con uno  sguardo furibondo mi volto verso di lui.

Quando si mette in testa una cosa è impossibile dissuaderlo.

-Non guardarmi cosi sai benissimo che te la sei cercata.- risponde ricambiando il mio sguardo altrettanto irritato.

-Mi sono dimenticata di avvisare, tutto qui.- cerco di liquidarlo il più in fretta possibile nella speranza di tornare ad abbracciare il cuscino al più presto.

Si siede ai piedi del letto dandomi il presentimento che non abbia la ben che minima idea di lasciarmi andare cosi facilmente.

-Va bene Jay hai vinto, ero con Avril e Vanessa, siamo andate al Molo.- Lo sguardo di mio fratello si incupisce e diventa più duro.

Il Molo è un locale dalla parte opposta della città, non è particolarmente un luogo sicuro soprattutto per la zona in cui si trova e per la gente che lo frequenta. I proprietari non li ho mai visti personalmente, ne ho solo sentito parlare, al locale non si fanno mai vedere.

-Ma che diamine Li. Lo sai che è pericoloso.-  Quando era piccolo Jackson non riusciva a dire il mio nome completo e si limitava a pronunciare solo le ultime due lettere Li.

Nel tempo questo soprannome non mi ha mai lasciato nonostante abbia ventun' anni per lui sarò sempre la sua piccola Li.

So che ha ragione, ma odio che sia cosi protettivo.

È veramente furioso stavolta.

-Lo so ma Vanessa...- cerco di spiegargli la dinamica degli eventi ma vengo interrotta subito.

-Li non mi interessa, tu e Avril ci avete fatto preoccupare, Neil l' avra chiamata più di mille volte.-

Neil è il fratello di Avril, nonché migliore amico di mio Jackson da sempre.

-Aveva il telefono scarico.- taglio corto senza dare troppe spiegazioni a cui tanto non è interessato

Mi chiedo cosa sia venuto a fare qui se tanto non gli importa cosa ho da dire.

-Luke vi ha cercato ovunque.- dice alzandosi dal letto per il nervosismo.

Luke Neil e Jackson sono uniti dalla nascita non li ho mai visti separati e tantomeno litigare.

Ci hanno sempre cresciuto come se fossimo un unica grande famiglia-

Mia madre, Seline, ha conosciuto Renee e Caitlin il primo giorno di scuola, non si sono più separate da quel momento, sono cresciute insieme, si sono sposate e hanno continuato a realizzare i loro sogni diventando alcune delle famiglie più ricche della città.

I nostri genitori sono i proprietari del blue al centro , un pub molto conosciuto, dove passiamo la maggior parte delle serate.

Io e Averi abbiamo la stessa età, siamo le più grandi, ma non abbiamo mai effettivamente sentito il peso della differenza, siamo sempre stati un gruppo molto unito o almeno è sempre stato cosi fino a poco tempo fa.

-Scusami, avrei dovuto avvisarti lo so.- il suo sguardo si addolcisce leggermente.

-Grazie per avermi coperto, non ce ne sarà più bisogno te lo assicuro.- accenno un sorriso sincero.

-Li ti coprirò sempre.- si avvicina mi lascia un bacio sulla fronte ed esce dalla stanza non del tutto soddisfatto della conversazione.

Cerco di riprendere sonno nella speranza di sconfiggere la stanchezza.

NowWhere stories live. Discover now