XXXVI

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Sento qualcuno scuotermi il braccio.
"Zia, zia!"
Mi sento chiamare.
Mugolo qualcosa, strofino gli occhi e li apro lievemente. Vedo la bassa figura di mio nipote.
"Tesoro, che succede?"
Chiedo, con voce mista al sonno. Allungo la mano destra e gli accarezzo la faccina.
"Zia, è giorno, ma posso mettermi un po' in mezzo a voi?"
Mi chiede, con i labbroni.
Sorrido dolcemente.
"Cucciolo, ma certo, forza, vieni."
Affermo, spostandomi per farlo salire sul letto. Si mette in mezzo a me e Kyl. Si accoccola con la schiena a me, che lo avvolgo con le braccia, ed abbraccia Kyl, che sta ancora dormendo.
"Zia, ma lo zio ti piace tanto tanto?"
Mi chiede, ingenuamente, mio nipote.
Sorrido e gli lascio un bacio tra i capelli.
"Si, Simon, mi piace tanto tanto."
Dico.
"Ed io gli voglio tanto tanto bene."
Dice il piccolo.
"E sono sicura che anche lui te ne vuole."
Dico.
Kyl si muove e porta il braccio sinistro sul cuscino.
Simon si sposta da me e si accoccola al corpo dello zio.
Kylian mugola qualcosa di incomprensibile ed apre gli occhi.
Volta il capo e, incrociando lo sguardo con il mio, mi sorride. Ricambio.
"Buongiorno zio!"
Esclama Simon, sorridente.
"Ehy, piccoletto, buongiorno!"
Lo saluta, com tono assonnato, Kyl.
"Zio, oggi possiamo giocare un po' a calcio?"
Chiede Simon allo zio, euforico.
"Ma certo, campione!"
Acconsente Kyl.
"Non fare stancare lo zio però, amore!"
Affermo, accarezzando la nuca del bambino.
Mette il broncio.
"No, non mi stanco, tranquilla, cherie!"
Afferma, accarezzandomi la guancia.
Sorrido.
"E comunque, buongiorno, amour!"
Affermo, avvicinando il mio volto al suo e lasciando un bacio a stampo sulle sue labbra.
"A te, cherie."
Dice.
"Ma zio Anto quando dovrebbe arrivare?"
Chiede Simon.
"Oh, beh, questo non lo so, tesoro. Penso prima di pranzo però."
Dico.
Simon sorride.
"Allora, che ne dici di andarci a vestire, cucciolo?"
Chiedo. Scende dal letto.
"Sì, zia!"
Esclama.
"Bravo, allora, facciamo così, adesso mi vesto velocemente e vengo con te, così ti aiuto a vestirti."
Affermo.
Annuisce.
Sorrido.
Mi alzo e prendo i primi vestiti corti che mi passano tra le mani.
"Kyl, tu inizia a cambiarti e a scendere, mamma e papà dovrebbero essere già svegli."
Dico.
Ky si alza ed annuisce, per poi stiracchiarsi.
Allungo la mano verso Simon, che la afferra. Andiamo nella sua cameretta.
Si avvicina all'armadio, lo imito.
"Allora, cucciolo, cosa vuoi mettere?"
Chiedo.
"Posso mettere la maglia di zio e i pantaloncini che mi ha regalato zio Anto?"
Chiede, mostrandomi gli indumenti.
"Ma certo che puoi, non devi mica chiederlo!"
Esclamo, accarezzandogli i capelli.
Salta di gioia. Velocemente, si toglie il pigiama e si infila i vestiti.
Poi, esce dalla camere, seguito da me, e scende le scale correndo.
"Simon attento che se no ti fai male!"
Esclamo a gran voce, per farmi sentire da mio nipote.
"Zia sono grande non cado...AHHH!"
Lo sento poi urlare.
Il mio cuore perde i battiti, Signore fai che non si sia fatto male.
"Campione, ma cosa volevi fare? Sai che ti saresti potuto fare male?!"
Sento esclamare da una fonde inconfondibile, Kyl.
Scendo di fretta le scale.
"Simon,  cosa ti avevo detto? Di stare attento!"
Affermo, seria, guardandolo dritto negli occhi.
Il piccolo sbuffa.
"La zia ha ragione, piccolo!"
Afferma Ky, facendogli uno sbuffo sul naso.
Simon sbuffa.
"Alcune volte siete proprio come mamma e papà!"
Sbotta Simon.
"Siamo degli adulti, Simon. Siamo responsabili, non abbiamo più l'ingenuità e l'inconsapevolezza come dei bambini, tesoro."
Affermo.
Mette il broncio. Ky lo mette per terra e ridacchia.
Il piccolo corre in salotto.
Kyl mi afferra per i fianchi e mi bacia.
"Non ti ho dato il buongiorno per bene, prima."
Sussurra al mio orecchio.
Ridacchio.
"Il tuo sorriso mi basta come buongiorno, amour."
Affermo.
Sorride.
Avvicino il mio volto al suo, per baciarlo di nuovo quando veniamo bloccati da una porta che viene spalancata e dei passi.
"Buongiorno, ragazzi!"
Esclama la voce squillante di mia mamma.
Alzo gli occhi al cielo e ridacchio. Nascondo la testa nell'incavo del collo di Kyl, che ridacchia anche lui.
"Buongiorno, signora!"
Saluta Kyl.
"Oh, ma chiamami Adele, caro."
Afferma mia mamma.
"Buongiorno, ma'."
Dico.
"È pronta la colazione, se volete."
Dice mia mamma.
"Sì, arriviamo."
Dico.
Mia madre se ne va.
Sbuffo.
"Scusala, non so perché ma interviene sempre nei momenti più intimi, sia miei sia di Edu."
Affermo, per poi baciargli le labbra.
"Le mamme son fatte così, cherie. Dai, andiamo a fare colazione, su!"
Afferma, prendendomi per mano.
Andiamo in cucina, dove troviamo anche mio padre.
"Buongiorno, papy."
Lo salito.
Mi guarda sorridendo e ricambia il saluto.
"Buongiorno, Maurice."
Lo saluta Kyl.
"A te, Kylian."
Ricambia lui.
Ci sediamo a tavola e mamma porta la colazione, che facciamo tra chiacchiere e risate. Poi, io e Kylian saliamo in camera e ci finiamo di preparare. Mentre Kyl è in bagno, sento il mio telefono vibrare. È Anto.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora