Alex

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Ero appena tornato da un viaggio di lavoro a New York. Non avevo nemmeno fatto in tempo ad atterrare che già dovevo tornare a studiare in una scuola nuova.
Ero arrabbiato.
Non mi piaceva quando prendevano decisioni al mio posto. Ero indipendente, me l'ero sempre cavata da solo, potevo farlo anche ora.
Arrivai davanti alla nuova scuola. Era vuota,in confronto il deserto era più abitato.
Decido di sedermi ad aspettare che arrivasse qualcuno, con le cuffie all'orecchio mentre scrollavo un po di foto mie dove posavo per delle agenzie di New York. Volevano che fossi io a decidere sta volta quale foto mettere in copertina.
Inutile dire che non me piacesse una, sono sempre stato molto critico con me stesso.
Fu interrotto da dei passi in lontananza vidi infatti due.
Non so perché ma il mio sguardo si poso subito sulla ragazza. Stava sorridendo guardando il ragazzo che quasi sicuramente s trattava del suo fidanzato.
Era di una bellezza straordinaria, capelli lunghi, raccolti in uno chignon disordinato, e due occhioni da cerbiatto, di un verde intenso. Quei dannati occhi mi ricordavano quelli della donna che mi ha fatto venire al mondo.
Non aveva un filo di trucco. Non portava niente di così particolare addosso, eppure era difficile distogliere lo sguardo da lei.
Ne avevo visto di ragazze belle nella mia agenzia, ma mai così tanto. Occhi da cerbiatto superava sicuramente chiunque.
Li osservai tutto il tempo, e fui quasi invidioso di quel ragazzo che gli era a fianco e la faceva ridere radiosamente. Ma dall'altra parte ero grato che la facesse ridere, così da non potermi perdere quel suono cosi dolce.
Il suono della campanella suonò e io quasi non lo senti, ero troppo affascinato dall'angelo che avevo davanti...I nostri occhi entrarono in contatto proprio in quel preciso istante,quasi come se si cercassero da tutta la vita. I suoi occhi verdi smeraldo invasero i miei occhi blu. Quei maleditti occhi mi sarebbero rimasti impressi dentro per sempre.
Quando li distolse dai miei mi senti strano, vuoto.
Quasi come se fossi tornato alla realtà solo in quel momento, mi resi conto di ciò che stavo facendo. Stavo fissando una persona come se fossi un pazzo stalker, e sicuramente era esattamente quello che avevano pensato.
Ma cosa stavo facendo? Non dovevo pensarci.
Con ancora l'immagine dei suoi occhi nella mente, decisi di alzarmi e di incamminarmi silenziosamente verso il cancello della mia nuova scuola.
Con tutto il cuore sperai di non incontrare più quella ragazza, sapevo che sarebbe stato difficile stargli lontano.
Non sono mai stato capace ad amare, non volevo far soffrire nessuno. Inoltre, non potevo far piangere quel volto così bello. Ed in più era fidanzata con quel ragazzo che sembrava un angelo quasi come lei....quasi.
Aspettai che qualcuno mi ricevesse nella segreteria della scuola per 20 minuti, quando ormai persi le speranze vidi arrivare una signora che su per giù era sulla mezza età. Venne verso di me e io mi sforzai di mostrare il mio miglior sorriso <<Alexander Miller?>>.
≤≤credo proprio di essere io≥≥ dissi facendo del sarcasmo che lei sembrò apprezzare.
≤≤piacere di conoscerti Alexander, siamo contenti di averti qui con noi≥≥ mi diede una stretta di mano che io ricambiai. Continuando disse ≤≤Io sono Vanessa Marino e sono la preside di questa scuola, qualsiasi cosa ti dovesse servire basta chiedere di me in segreteria. Conosci qualcuno in questa scuola?≥≥ mi domando...pensai a quei occhi verdi da cerbiatto prima di rispondere ≤≤ no, sono tornato solo sta mattina in Italia da New york≥≥.
≤≤si, sono stata informata ≥≥ sorrise continuando ≤≤ bene allora la porto nella sua nuova classe. Vedrà che si troverà bene, è una classe un po rumorosa ma di eccellente livello ≥≥.
Si avvio verso il corridoio io la seguì silenziosamente mentre lei continuava a parlare delle cose che avrei trovato all'interno del palazzo.
Entrammo in una classe grande e spaziosa.
La preside richiese il silenzio schiarendosi la voce per dire ≤≤Buongiorno ragazzi, sono felice di vedere che non vi manca la voce nemmeno alle 8.20 della mattina≥≥ li rimproverò. Ci fu subito un silenzio tombale accompagnato dal buongiorno di alcuni alunni. ≤≤ come vi avevo già comunicato oggi è arrivato il vostro nuovo compagno di classe. Lui è Alexander Miller, sicuramente lo conoscerete per il lavoro che svolge. Cercate di essere accoglienti e di trattarlo nella maniera corretta≥≥ si raccomandò.
Odiavo quando le persone mi presentavano , soprattutto quando mi chiamavo con il nome intero ≤≤preferisco essere chiamato Alex≥≥ la corressi guardando alcuni dei miei compagni. La direttrice mi guardo e mi disse << per qualsiasi problema all'interno della classe puoi rivolgerti alla capoclasse>>.
<< va bene direttrice, potrebbe dirmi chi è? Così per eventuali problemi so con chi andare a parlare>> risposi. La direttrice Vanessa si guardo un po intorno cercandola <<ecco è lei>> disse indicando una ragazza che era voltata di spalle <<Micol>> chiamò....la ragazza si giro e subito fui travolto da due occhioni da cerbiatto che, da quanto avevo guardato circa un'ora fa, erano diventati inconfondibili.
La ragazza, Micol, non sembrò nemmeno accorgersi della mia esistenza, infatti guardo immediatamente la preside con in faccia un sorriso cortese.
<< Vieni un attimo qui Micol>> disse la preside. Lei subito obbedì avvicinandosi a noi. L'avevo di fronte ormai quando mi accorsi di quanto fosse ancora più bella da vicino. Era talmente tanto vicino a me che sentivo il suo odore, un miscuglio tra cocco e vaniglia.
Mi sentivo come se mi mancasse l'aria.
<< Buongiorno preside, mi dica pure >> la saluto lei cordialmente. La direttrice mi indico aggiungendo, << niente cara, semplicemente Alex, voleva sapere chi fosse la capoclasse. Ci tenevo che vi conosceste, così se c'è qualche problema il ragazzo sa subito a chi rivolgersi>> le disse.
Solo in quel momento Micol si girò a guardarmi. Mi guardo come nessuno mai aveva fatto...dritto negli occhi come era successo poco fa.
La ragazza allungo la mano e me la porse <<piacere di conoscerti Alexander, io sono Micol. Spero che tu ti troverai bene in questa classe >> mi disse sorridendo. A mia volta gli strinsi la mano. Aveva una mano cosi piccola e liscia che avevo quasi paura a stringergliela. << Chiamami Alex, lo preferisco >> fu la mia risposta breve e fredda.
<< Bene Miller la lascio in buone mani>> disse la preside salutando tutti ed andandosene.
Rimanemmo così , con i miei occhi dentro ai suoi finché lei non disse <<bene puoi sederti dove vuoi Alexander>> e fece per allontanarsi...<<cavolo cerbiatto ancora non hai capito?>> dissi improvvisamente. Lei mi guardo con quei occhi un po stranita <<scusa cosa ??>>
<<chiamami Alex.>>.
<<E tu chiamami Micol.>> disse con voce un po acida per poi andarsi a sedere accanto al ragazzo biondo che quando si sedette gli diede un bacio sulla guancia.
Mi concesse un ultimo sguardo prima di girarsi e parlare con il ragazzo. Il suo gesto mi fece sfuggire subito un piccolo sorriso.
Da queste poche parole che mi aveva rivolto capi che era una ragazza che si faceva rispettare, cosa che mi piaceva molto in una ragazza. Mi andai a sedere dietro di lei.
Infrangendo la scommessa fatta a me stesso che gli sarei stato il più lontano possibile...
Anche a questa distanza riuscivo a sentire il suo profuma, o forse era solo la mia testa che mi stava giocando brutti scherzi.
Non ho seguito nemmeno una parola di quello che ha detto il professore di storia, non riuscivo a pensare ad altro che a lei.
Stavo attento ad ogni azione che lei faceva, talmente tanto da vedere che passava un disegno al ragazzo seduto al suo fianco.
Definirlo disegno era quasi un insulto, era un'opera d'arte.
Aveva fatto un ritratto del ragazzo, che se ho capito bene si chiamava Eric. Era identico è pieno di dettagli. Ne aveva disegnato ogni particolare.
Avrei voluto anche io che mi disegnasse un ritratto con le sue mani delicate, lo avrei custodito come se fosse il bene più prezioso del mondo.

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