L'Aperitivo

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La vita è quella cosa che ti succede tra l'Aperitivo ed il Dolce durante la cena di Natale, di quelle cene che sai quando iniziano, ma non sai mai se la loro fine avverrà durante lo stesso anno o se sfocerà nell'anno successivo.
Ogni storia, ogni amicizia, ogni persona che incontri è solo un Antipasto su ciò che la vita ti sta riservando, c'è chi preferisce quello finger food, chi quello con i fritti, chi i salumi, chi pizzette e patatine, chi preferisce aspettare l'Antipasto vero e proprio.
Il problema è sempre ciò che bevi, è quello che esalta o distrugge la bontà dell'Aperitivo stesso: se prendi un Gin Tonic o un thè alla pesca cambia tutto.
In un aperitivo ci capiti per caso o lo puoi programmare e più stai bene, più questo si può allungare fino a diventare un cenone di Natale oppure fermarsi al primo giro di bevute, tutto dipende da cosa bevi e da come ciò che bevi ti mostra le persone che hai accanto.
Quando incontri l'Aperitivo della tua vita te ne rendi conto subito, pensi che sia l'Aperitivo più buono che tu abbia mai assaggiato, sembra fatto su misura per te, sembra avere la tua stessa taglia di pantaloni, ti sembra quasi di dimagrire e di sentirti tra le nuvole, ti senti come se quel tuo primo Aperitivo sia quello che ti farà arrivare al dolce, sicuramente non senza difficoltà, ma saprai così tanto di voler andar avanti che ti ritroverai a cambiar idea così tante volte da confonderti e non ricordarti più nemmeno il tuo nome.

L'Aperitivo è quel momento della vita in cui, mentre il sole sta calando la tua vita sta iniziando, inizi a mettere da parte i problemi al lavoro, inizi ad apparecchiare il cervello per la cena, inizi a pensare a cosa vuoi per cena, se vuoi solamente il dolce finale, il caffè, l'amaro oppure se non vuoi perderti nemmeno una tappa che la vita ti sta offrendo. Ti immagini come sarebbe se ognuno di noi si scegliesse la vita dei suoi sogni? Se io, per esempio, dove sceglierei di svegliarmi al mattino? Lavorerei? Avrei un cane? Un gatto? Due? Un figlio? Una moglie? O farei l'eremita sul monte Fuji?
Arrivi a 38 anni a farti le domande se la tua strada è quella giusta, se la vita è quella che ti sei scelta, se tu sei la persona che volevi diventare, se hai il lavoro dei tuoi sogni, se.. tu sei semplicemente chi sei davvero?
Ho appena fatto aperitivo, lascio che le gambe si muovano a creare dei fantomatici cerchi nell'aria lasciando che i talloni sbattano contro il muretto su cui sono seduta e mi chiedo se questa è la mia vita o se sto vivendo quella di qualcun altro, perchè a volte mi sento un'estranea nei miei sentimenti, mi sembra di vivere quel momento di attesa che qualcosa accada come i bambini aspettano Babbo Natale.
Mi son ritrovata a far aperitivo da sola, con un bicchiere in mano ed un pacchetto di chips troppo salate che mi danno solo acidità di stomaco.
Mi son ritrovata a chiedermi come poter fare a ricominciare la mia vita. Mi son chiesta potevo far entrare le persone che con ancora più forza tenevo fuori sbarrando ogni via d'accesso.
Ho lasciato entrare chi volevo fuori e ho tenuto fuori chi volevo a tutti costi far entrare nella mia vita, ho cercato di cambiare prospettiva, ho provato a guardare il mondo, il mio mondo, a testa in giù cercando probabilmente un bacio di quelli come solo Spiderman sa fare. Ho aspettato di sentirmi pronta per vivere un'emozione, una sensazione nuova, ho atteso il momento giusto in cui tutto avrebbe potuto accendersi, prender fuoco, oppure essere una fredda luce a led. Avrei potuto scegliere? No. Ho semplicemente lasciato che tutto accadesse nel modo più naturale possibile.
è iniziato tutto con un
– Scusami, posso chiederti un'informazione?
Il problema è che non sarebbe nemmeno continuato se non avesse insistito alla mia non risposta, appoggiando la mano sulla spalla rimanendo dietro di me. Ammetto che le nuove cuffie sono un portento quando mi voglio estraniare dal mondo e, soprattutto, offre a chi mi interrompe nella riflessione importantissima sulla mia vita, uno sguardo del tutto scombinato e privo di ogni senso e logica.
– Eh?
Porto la mano destra a liberare l'orecchio dall'auricolare che, giustamente, cade a terra (e non in acqua) grazie ad un saldo stop delle sue Stan Smith.
– Scusami, non volevo disturbarti, ma mi sapresti dire dove fanno gli aperitivi da passeggio come il tuo?
Mi giro da una parte, mi giro dall'altra e mi rendo conto che mi sono allontanata troppo rispetto al bar e sono colpevole di un furto di un bicchiere di plastica che sembra esser di vetro non fosse per il peso.
– è una bella domanda.
La mia faccia da ebete la dice lunga sul mio senso dell'orientamento che a volte mi rende più brava a portare la gente che a spiegare che strada scegliere.
– sono nata per fare domande scomode, ne ho fatto un lavoro.
Ha un sorriso smagliante, di quelli che se non hai gli occhiali da sole ti acceca. In realtà potrebbe essere solo un ricordo dei miei, quelli dove rendo le persone più belle di quello che sono, ma non mi soffermerei oltre. Il problema è che più la guardo e mi sento le parole che mi mancano, il sudore che si mostra fiero sul mio viso e le orecchie che raggiungono il rosso degli zigomi.
– Il problema è che è uno dei bar del centro, ma non mi ricordo quale su due piedi.
– Guarda che sei seduta, puoi prendere un respiro e ricordarti.
Ha fatto una battuta. L'ha fatta davvero? Me la son sognata, sicuramente.
Io mi chiedo cos'ho fatto di male per avere una faccia così espressiva e trasparente, il problema è che penso anche di essere iperinscrutabile e seria agli occhi della gente, ai limiti della bad girl.
– No, è che non.. non credo di sapertelo spiegare. Ho un problema di comunicazione verbale e vorrei evitare di esprimermi a gesti.
– Puoi sempre accompagnarmi però non te ne offrirei un altro, se questi sono gli effetti del primo.
Ironica, solare, ha questi capelli neri raccolti dietro la nuca in una coda di cavallo che ondeggia ad ogni risata, due cerchi come orecchini diversi l'uno dall'altro da una parte più piccolo e dall'altra più grande.
La maglia di un colore rosso intenso mi fa sentire così in imbarazzo che mi sento come un toro a Pamplona. Annuisco, provo ad aprir bocca ma niente da fare, nessun suono pervenuto. Molto goffamente mi giro e porto i piedi sulla strada facendomi in piedi
– magari gli ridò anche il bicchiere.
Non me ne sono accorta, è successo tutto in un momento ed io non lo volevo.


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⏰ Last updated: Jul 11, 2023 ⏰

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