Parte 1

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Dopo tanto tempo, credevo di non poter essere più sola di quanto già lo fossi, ho voluto dargli speranza, perché in realtà ero io ad averne bisogno. Volevo credere almeno per un istante di poter essere felice, ma ancora una volta mi son ritrovata nei guai a causa sua o dovrei dire mia. Speravo potesse essere cambiato, ma la colpa è mia che ci spero. Questo ti porta tanta solitudine e voglia di non fidarsi di nessuno ed è proprio per questo che non ho amici se non conoscenti, non ho un fidanzato, non ho nessuno, sono sola. A cosa mi serve faticare così tanto per ottenere le cose se poi non ho nessuno con cui condividerle, lui mi ha portato via tutto anche la gioia di vivere, è questo che fa un padre? Ti fa vedere fin da piccola come sarà il mondo la fuori, quanto possa essere crudele dimostrandotelo fin da bambina? Non lo so, lo odio, ma allo stesso tempo è l'unico familiare in vita che mi resta.
Il mio nome è Aria, ho 17 anni, vivo con mio padre, colui che mi fa sentire ogni volta come se non valessi nulla.
Eppure non mi capacito di come io possa rimanergli ancora a fianco.
Vivo a Detroit in Michigan, lavoro in una pasticceria della zona. Non frequento più la scuola, perché avevamo bisogno di soldi e mio padre non si degna di alzarsi dal divano per andare a lavorare. Quindi tocca farlo a me.
Come ogni mattina mi alzo per dirigermi a lavoro. Per la strada non incontro nessuno, questo perché è ancora mattino presto e oltre qualche automobile non c'è nessun altro. Arrivo lì puntale, inizio a prepararmi le varie cose per poi poter iniziare. Inizio così a sfornare e decorare torte.
Ad un tratto sbatto contro qualcuno, ed è Cole, un mio collega e coetaneo anche se più grande di me di qualche anno. "Scusa, tutto ok" " si tranquillo" gli rispondo, per poi continuare a lavorare, nel mentre sento qualcuno che mi osserva, "Cole ti serve qualcosa?" " Eh, nono, anzi, stasera hai impegni?" Mi giro e lo guardo cercando di intercettare qualcosa " no perché?" "Ti andrebbe di uscire?" "non lo so, non credo sia una buona idea" " ma guarda solo un aperitivo così tanto per". "Va bene, perché no". Ma perché ho accettato, devo imparare a dire di no e a non sentirmi in soggezione o in colpa. Per questo lato del mio carattere devo ringraziare ancora lui, che ha saputo darmi solo insicurezze. Il lavoro prosegue, fino a pomeriggio inoltrato. Quando finalmente vado a cambiarmi, per poi uscire fuori e trovare Cole ad aspettarmi. In tutto ciò devo muovermi o potrei seriamente trovarmi nei guai con mio padre. Andiamo in un bar vicino, ci sediamo, parliamo del più e del meno, se proprio vogliamo dirla tutta era lui a parlare e io ad ascoltare. Freno con senso di colpa il suo entusiasmo di parlare e con una scusa esco e vado via, che poi tanto scusa non era. Faccio una corsa fino a casa, inserisco le chiavi nella serratura per poi provare ad aprire, ma questa non si apriva. Ad un tratto la porta si apre e io cerco di mostrarmi fredda, supero mio padre e mi dirigo verso la mia camera per cambiarmi quando mi sento tirare dai capelli, a malapena trattengo un urlo
" Dove vai, devi preparare la cena" "volevo cambiarmi" dico con voce irritata e arrabbiata. "Muoviti" mi spinge a terra e va a sedersi sul divano di fronte a me,"e portami una birra".
Non gli rispondo vado in cucina, prendo una birra dal frigo e gliela porto, lui la prende senza guardarmi, continuando a dare attenzione alla TV. Ritorno in cucina, preparo qualcosa e lo metto su tavola. "È pronto, vieni a mangiare."
Mi dirigo su per le scale, senza aver toccato cibo neanche questa sera. Fin quando andrò avanti non lo so.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12, 2023 ⏰

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