Ma davvero?

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«'giorno...»
«Buongiorno.»
«Da quanto tempo sei sveglio?»
«Da un po'.»
«E mi stavi guardando?»
«Forse...»
«Hai almeno dormito?»
«Forse...»
«Simò...»
«Che c'è?»
«Di che avevi paura? Che scappavo?»
«Io? No no, figurati.»
«Quello che t'ho detto ieri sera allora non l'hai capito bene, mi sa che te lo devo rispiegare.»

Si sono svegliati così, nel letto di Simone, condividendo lo stesso calore confortevole del piumone. Uno di fronte all'altro, con i nasi talmente vicini da arrivare a sfiorarsi ed un groviglio di mani in mezzo a loro.
Dopo aver passato la serata insieme, dopo che Manuel ha finalmente ammesso di amarlo e di volerlo vivere alla luce del sole, ci sono stati baci e sorrisi e, a differenza di quanto si potrebbe pensare, tantissime parole.
Hanno parlato come forse non avevano mai fatto prima, con sincerità e senza quel velo di pesantezza e di incomprensioni a dividerli e complicare le cose.
C'è stata più intimità in questa chiacchierata che in ciò che hanno condiviso quella sera nascosti dal ponteggio in mezzo al cantiere.

Un nuovo argomento toccato, una piccola pausa baci, un altro argomento, altri baci e così via fino alle prime luci dell'alba.
Manuel, a quel punto, è crollato con la fronte sulla spalla di Simone che proprio non se l'è sentita di spostarsi. Il braccio gli si è addormentato poche ore più tardi, ma per avere Manuel così vicino avrebbe sopportato anche di peggio.
E ci ha provato a prendere sonno, davvero, ma sarebbe stato un sacrilegio addormentarsi e non potersi godere la vista di quella meraviglia così placidamente sonnecchiante accanto a lui.
Ad un certo punto, chissà a che ora, gli ha spostato un po' i capelli dalla fronte e lo ha visto rabbrividire. Si è istintivamente raggomitolato più vicino a lui ed a Simone è parso di avere a che fare con un gattino. Un gattino che da sveglio ha la capacità di graffiare, soffiare e mordere tutto ciò che gli capita a tiro, ma che da addormentato diventa soltanto un agglomerato di dolcezza e coccolosità.

Sono entrambi svegli in quel caldo bozzolo di serenità e amore e Manuel dopo un sorrisetto che non preannuncia nessuna buona intenzione, rotola un po' su se stesso e si ritrova completamente sopra Simone con le mani puntellate sul materasso ai lati della sua testa.

«Puoi darmi il buongiorno come si deve e senza paranoie? Così poi ti abbraccio e ti fai una dormita.»
«E tu rimani qui a guardarmi dormire?»
«Tu che hai fatto tutta la notte?»
«Manuel...»
«Allora... io sto ancora aspettando il mio buongiorno.»

Simone ridacchia e sente le guance andare a fuoco. Non è imbarazzato, non ha paura di essere respinto, le guance rosse sono più che altro un sintomo di estrema felicità.
Si sporge appena un po' e gli lascia un piccolo bacio sulla punta del naso e Manuel, divertito, fa no con la testa e si picchietta le labbra con l'indice.
Simone si morde il labbro inferiore, quel gesto all'apparenza così semplice ai suoi occhi è sembrato sexy da morire.
Saranno i capelli arruffati, sarà la voce roca del sonno, saranno gli occhi ancora un po' gonfi per aver dormito poco, ma Manuel non gli è mai sembrato tanto bello.
E non ha proprio nessuna intenzione di farlo aspettare o negargli un bacio. Non gli negherebbe mai nulla in realtà, se gli chiedesse la luna sarebbe anche disposto a diventare un astronauta per potergliene portare un pezzetto.

Manuel ha un modo di baciare che coinvolge ogni piccola parte del corpo, ogni singolo muscolo, ogni terminazione nervosa. Gli accarezza piano le labbra con le sue per un po', senza chiedere nient'altro e poi, all'improvviso, gli mordicchia il labbro inferiore e traccia il contorno della sua bocca con la lingua.
Simone trema un po' durante il bacio, ma, siamo onesti, non per il freddo.
Nessun essere umano dotato di cuore e cervello funzionanti potrebbe rimanere impassibile durante un bacio di quel tipo.

Manuel si accorge dei brividi che ricoprono le sue braccia e, dopo un ultimo bacio a stampo ed uno sul naso, appoggia di nuovo le mani ai lati della sua testa per poterlo guardare negli occhi.

«Amore mio... hai freddo?»
«No, tutto ok.»
«Allora perché tremi?»

Simone non risponde, si limita ad un cenno con la testa nella sua direzione come se volesse dirgli "tremo così per te, sei tu, micetto dispettoso, che mi rendi questo ammasso tremante di aspettativa ed emozioni, sei tu che mi scuoti come se fossi vento ed io un albero dalle fronde cariche di foglie, sei tu..."

«Per me?»
«Sì, per te.»

Manuel lo bacia ancora. Ed ogni volta sembra più lento, più caldo e più dolce.
A Simone è già chiaro che di quei baci non ne avrà mai abbastanza. Perché quei baci li ha voluti ed aspettati per troppo tempo. È rimasto lì, invisibile ed in silenzio ed ora che Manuel riesce finalmente a vederlo non ha nessuna intenzione di permettergli di ritornare ad essere cieco.

«Ma davvero ti faccio questo effetto?»
«Davvero.»
«Che carino che sei...»
«Non prendermi in giro!»
«Non lo sto facendo... dammi la mano, devo farti sentire una cosa.»
«Non c'è bisogno, lo sento già sulla mia coscia...»
«Coglione, non quello. Dai, dico sul serio, dammi la mano.»

Simone allunga una mano e Manuel gli stringe il polso e la indirizza, con il palmo aperto, sul suo petto, sopra al cuore.
Ed in quel battito così accelerato Simone ci legge felicità, impazienza, curiosità, ma soprattutto sincerità ed amore. La cosa che più lo sorprende però è che il battito del cuore di Manuel sembra perfettamente sincronizzato al suo.

«Manu... ma davvero ti faccio questo effetto?»
«Davvero.»




Ho male alle mani, non riesco a dormire, sto aspettando che l'antinfiammatorio faccia effetto e quindi tiè, beccatevi sti micetti.

Miao. 😺😺

Ma davvero?Where stories live. Discover now