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Stavo cercando di risolvere un'equazione, l'orologio sopra il mio letto che ticchettava e il profumo della mia crema corpo alla ciliegia che riempiva la stanza. Sbuffando mi passai una mano sul viso e decisi di alzarmi per andare a prendere un'aspirina. Il mal di testa mi sta uccidendo.

Raggiunsi il bagno e cercai la scatolina verde nell'armadietto di fianco al lavandino. Non c'era. 

Feci un verso che somigliava molto all'uomo delle caverne appena sveglio e chiusi l'anta con un tonfo. Poggiai la fronte su di essa e presi a sbatterci sopra la testa. 

"Che ti ha fatto quel povero armadietto?" vidi con la coda dell'occhio mio fratello, appoggiato allo stipite della porta, che mi scrutava preoccupato.

 Senza nemmeno rivolgergli lo sguardo gli risposi. "Sono finite le aspirine" chiusi gli occhi sentendo il mal di testa peggiorare sempre di più. 

"Ti sono vicino sorella" lo sentii allontanarsi e scendere le scale.

Grugnii stanca e raggiunsi Tommaso al piano di sotto. Lo vidi armeggiare in cucina con ciotole e teglie. Mi sedetti su uno degli sgabelli attorno al tavolo da pranzo, nel frattempo tirava fuori farina, zucchero e uova. 

"Che fai?" gli chiesi mentre prendeva un grembiule dal cassetto e lo indossava.

"Una torta. Domani è l'anniversario mio e di Lucia" disse sorridendo, posizionando tutti gli ingredienti necessari sul ripiano in marmo della cucina. Appoggiai la testa sul tavolo in vetro mentre osservavo mio fratello mettersi all'opera. 

"Vi siete messi insieme il primo di ottobre?" prese una terrina di plastica e ci mise dentro della farina e dello zucchero.

"Esattamente tre anni fa" ruppe le uova in una ciotola di plastica e con una forchetta iniziò a sbatterle. Notai come dei pezzi di guscio caddero nel contenitore. Corrugai le sopracciglia confusa mentre versava del cacao in polvere nella terrina. 

"Che tipo di torta staresti facendo, esattamente?" mi guardò leccandosi un dito sporco di cacao.

"Al cioccolato" mi mostro la polvere scura sparsa su mezzo ripiano. 

"E gli ingredienti non li pesi?" gli chiesi indicando le ciotole. 

"Vado ad occhio" iniziò a mescolare in modo goffo con un cucchiaio di legno. 

"Si vede" mormorai, ma Tommaso sembrava avermi sentito, perché mi guardò sorridendo fintamente. 

"Non hai dei compiti da fare tu?" alzai gli occhi al cielo e mi alzai, avvicinandomi alle scale, con l'intenzione di finire almeno matematica. 

"Sai sorellina, quando stai male sei ancora più antipatica del solito" mi girai verso di lui facendo una smorfia. 

"Grazie Tommy" gli urlai di rimando, entrando nella mia stanza e uscendo in balcone.

Mi appoggiai alla ringhiera, osservando le case circostanti. Udii le prime note di "Bad reputation" venire da dentro la camera. Qualcuno mi stava chiamando. Tirai fuori il cellulare dalla tasca destra della felpa e risposi. 

"Aprimi che sono qua sotto, stronzetta" disse Valerio, suonando il campanello quattro volte. Risi, uscendo di corsa dalla stanza per andare ad aprire la porta. 

Valerio, con ancora il telefono all'orecchio e il cappotto pesante, mi sorrise salutandomi con la mano. Sorrisi e lo accolsi a braccia aperte, dondolando e ridendo per la sensazione del suo naso freddo nell'incavo del mio collo. 

Valerio si staccò dall'abbraccio ed entrò in cucina per salutare mio fratello. Lo raggiunsi chiudendo la porta.

"Ciao Tommy" salutò mio fratello con una pacca sulla spalla. "Hey Vale, che ne pensi?" chiese indicando la ciotola contenente un liquido marroncino.

C'è magia nell'ariaWhere stories live. Discover now