Capitolo 162: Sabato, 2 giugno 2012

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Le tendo la mano e lei la prende, camminiamo insieme fino alla riva ma appena entriamo in acqua lei urla che è troppo fredda e si stringe a me.

"Non hai idea di com'è quella della piscina dove ci alleniamo!" esclamo io, ma intanto ne approfitto per tenerla stretta, e questo contatto pelle contro pelle mi dà alla testa. "Vuoi tornare indietro?" le chiedo accarezzandole i capelli.

"No, dai, andiamo" mi risponde lei sorridendo, ed è così bella che non resisto dal darle un bacio leggero sulle labbra, che poi diventano due, e tre.

Ci riprendiamo per mano e camminiamo così finché l'acqua non ci arriva in vita, anche se Giulia non si risparmia qualche urletto ogni tanto che mi fa morir dal ridere.

"Hai davvero la pelle d'oca..." dico sfiorandole un braccio.

"Come fai tu a non avercela è un mistero!"

"Io ho sempre caldo!" esclamo allargando le braccia per poi richiuderle intorno a lei. "Ti scaldo io..."

"Sono una ragazza fortunata..." mormora strusciando il viso contro la mia spalla, e poi inizia a riempirmela di baci.

Sospiro di piacere e la stringo di più a me, lei mi butta le braccia al collo, poi io le poggio una mano sul viso, cerco le sue labbra, le sfioro con le mie, le percorro con la lingua e lei le schiude; ha un sapore dolce perché quando è arrivata stava masticando una gomma alla fragola. Baciarla è sempre eccitante, ma farlo mentre è così attaccata a me e ha addosso solo il costume... mi fa perdere del tutto la testa.

È un bacio molto passionale e allo stesso tempo giocoso; ci lecchiamo le labbra, le mordicchiamo, le succhiamo, poi torniamo a baciarci come se intorno a noi non ci fosse nessuno.

Sono scomparsi tutti.

Riesco a pensare solo al suo sapore, al suo profumo, al suo corpo così vicino al mio, alle sue mani su di me.

In effetti non c'è molta gente, e quella che c'è non è proprio vicinissima a noi, però forse è meglio se ci calmiamo.

O se ci appartiamo.

"Andiamo più al largo?" le propongo poggiando la fronte contro la sua e prendendo tra le dita una ciocca dei suoi capelli che è sfuggita alla coda.

Giulia mugugna una specie di  col respiro affannato mentre ancora mi sta baciando, e la sua mano si sposta dal mio fianco agli addominali, facendoli contrarre.

"Dai, andiamo" le dico deglutendo, prendendola per mano.

Lei sorride annuendo e andiamo un po' più in là, finché l'acquaci copre fino al collo.

"Qua è ancora più fredda però!" esclamo io un po' imbarazzato.

"Dovrai stringermi di più..." mi risponde lei con un tono eccitante da morire, mentre io non riesco a staccare gli occhi dalle sue labbra schiuse e arrossate dai baci.

Cazzo, è troppo bella!

Troppo bella!

Troppo!

E io la amo.

La amo.

È così.

È inutile negarlo, ormai.

Non è una roba passeggera.

La amo.

E ho bisogno di lei nella mia vita.

Glielo dico?

No no no, non glielo posso dire.

È troppo presto.

"Non è mai troppo presto per dire le cose belle".

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now