Capitolo 159: Mercoledì, 30 maggio 2012

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Nessuno dei due mi sorride.

Sono smarrito e spaventato.

Anzi no, sono fottutamente terrorizzato.

Non riesco a chiedergli niente e passo lo sguardo da uno all'altra aspettando che si decidano a dirmi qualcosa.

"La mamma è stata male"; è Asia a parlare.

E io rivedo la tavola apparecchiata per due.

La pentola col sugo.

"Mi fermo a pranzo da Michele".

"Non mi avete chiamato!"; avrei voluto urlarlo, ma la mia voce è uscita strozzata; stringo i pugni, pervaso dalla rabbia e da uno sgradevole senso di impotenza.

"Eri a scuola e..."; è sempre Asia a parlare.

Papà è ancora seduto; ha di nuovo lo sguardo basso e si sta rigirando la fede al dito.

"Sono le sette di sera! Le sette, cazzo!"

"Eravamo già qui noi, non volevamo farti preoccupare...".

Non voglio sentire di più.

"Vado da lei!"

"No Leo, aspetta!" mi dice Asia afferrandomi una mano. "C'è la Lisandri adesso".

Sospiro e poi annuisco piegando le labbra di lato; appoggio la schiena alla parete, mi sforzo di non piangere, deglutisco, trovo il coraggio di parlare. "Ma mi dite che cavolo ha avuto?!"

"Stamattina ha avuto una crisi respiratoria"; ancora una volta, è Asia a parlare; papà è come se non ci fosse; lo guardo, ma lui sta ancora guardando per terra. "Poi ne ha avuta un'altra nel pomeriggio, più grave".

Mi passo una mano in mezzo ai capelli, stringo le labbra, me nesto zitto, fisso la porta chiusa. Ho voglia di spalancarla ed entrare, e allo stesso tempo ho voglia di scappare via lontano.

Passano dieci minuti, si apre la porta, compare sull'uscio Laura, e io mi precipito. Lei mi ferma, appoggiandomi una mano sul petto.

"Signor Correani, si accomodi pure"

Papà solleva lo sguardo verso di lei, sembra un bambino smarrito; si alza come un automa ed entra.

"Non ora Leo" mi dice Laura spingendomi un po' indietro e richiudendo la porta alle sue spalle per poi andarsene.

Non riesco ad aspettare qui.

Ho bisogno di entrare e allo stesso tempo ho paura di sentire quello che si dicono.

"Vado a prendermi una Coca" dico ad Asia che ha ripreso a camminare avanti e indietro. "Vuoi qualcosa?"

"No, grazie".

Vado alla macchinetta e poi vado a bermi la Coca su uno dei balconi che affacciano sul mare, ma dopo un po' non resisto più nemmeno qua e torno in corridoio. La porta è ancora chiusa e Asia sta ancora camminando avanti e indietro; un paio di minuti dopo esce la Lisandri e io non le do nemmeno il tempo di accorgersi che sono qui: "Posso entrare adesso?!"

"Aspetta" mi dice lei fissandomi con quei suoi occhi di ghiaccio. "Lasciali un po' da soli."

"Ma posso sapere almeno come sta?!"; ho il cuore che mi batte all'impazzata e non riesco a controllare il tremito, né della mia voce, né delle mie mani.

"Meglio" mi risponde lei con tono impassibile. "Ma ci sono stati dei momenti molto difficili, oggi."

"Ma adesso sono passati, no? Adesso sta bene?!"

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now