FINE LINE

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i don't want to fight you
and i don't wanna sleep in the dirt
we'll get the drinks in
so i'll get to thinking of her.
we'll be a fine line

TW !! angst, a bit of unexplicit lemon 

Hajime Kokonoi guardava il suo thè in silenzio, la mano poggiata sul manico della tazza, in attesa che l'infuso facesse effetto

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Hajime Kokonoi guardava il suo thè in silenzio, la mano poggiata sul manico della tazza, in attesa che l'infuso facesse effetto. Scosse leggermente il recipiente e delle piccole onde si formarono sulla superficie della bevanda. Sospirò. I lunghi capelli color pece gli ricadevano disordinati sulle spalle, privi della solita acconciatura che li caratterizzava; la pelle chiara scompariva sotto il tessuto scuro di una maglia nera; le pupille, piccole e scaltre, non si spostavano dall'oggetto che teneva tra le mani. Seishu Inui, seduto di fronte a lui, non sapeva che fare. Di sicuro non si aspettava che Hajime, il suo amico d'infanzia, sarebbe piombato a casa sua nel mezzo della notte cercando un riparo dalla pioggia che, a detta sua, lo aveva colto alla sprovvista durante una passeggiata. Ma Inui sapeva a cosa stava pensando: o meglio, a chi.

Sua sorella Akane era morta ormai più di dieci anni prima, nell'incendio che lui stesso aveva appiccato nella loro casa. Era stato Hajime a salvarlo. Doveva morire anche lui. Sarebbe stato meglio, forse. Hajime lo avrebbe preferito. Già, perché lui amava Akane, non lui, non Seishu. E ora, da adulto, ancora non riusciva a lasciarsi la morte della ragazza alle spalle. E Inui era più che sicuro che ogni volta che il suo amico lo guardava, pensava a lei. D'altronde erano fratelli, e anche molto simili.
"Koko..." Lo chiamò. Lui non lo guardò neanche.
"Koko, tu mi odi?" Chiese, e due occhi si scagliarono taglienti su di lui. Seishu annuì. Quella era una risposta più che sufficiente. Alla fine, aveva senso. Era lui che aveva messo in pericolo la vita di Akane, era colpa sua, che le assomigliava così tanto, se Hajime continuava a vivere nel dolore. Il ragazzo si alzò e si diresse verso la cucina, la sua tazza vuota da molto ormai. Fu però fermato nella sua azione da una mano forte e sicura, che si chiuse attorno al suo polso. Si voltò verso Kokonoi, che teneva ancora lo sguardo fisso sul thè, le dita strette in un pugno che si chiudeva sempre di più sulla superficie del tavolo. È la fine, pensò Seishu, ora sfogherà la sua rabbia e mi prenderò la punizione che mi merito. Chiuse gli occhi e si preparò al colpo, ma nulla si scagliò contro di lui.

"No che non ti odio, idiota." Inui riaprì le palpebre. Una piccola goccia trasparente cadde dagli occhi di Koko fino ad arrivare sul legno del tavolo, bagnandolo.
"È vero, per molto tempo ho visto Akane in te. Speravo di poterla tenere in vita. Credevo che se fossi riuscito a salvarla, sarei finalmente stato in pace con me stesso. Ma mi sbagliavo." I loro sguardi si incontrarono. Seishu non sapeva dove quel discorso sarebbe finito, ma sentiva una strana sensazione di euforia inondargli il petto e il cuore battere più forte che mai.
"Akane è morta, ormai, l'ho capito. L'ho anche accettato. Perché io non amo Akane, amo te. Amo Seishu." 

Inui non poteva crederci. Non avrebbe dovuto picchiarlo, dimostrargli il suo odio? E allora perché si stava dichiarando? Non sapeva cosa pensare, né tantomeno cosa fare. Doveva credergli? Doveva rispondergli? Doveva abbracciarlo, baciarlo? D'altronde lui amava Koko, lo aveva sempre amato, però era sicuro che lui non ricambiasse i suoi sentimenti, che vedesse solo Akane. Si era rassegnato ormai. Era quasi riuscito a dimenticarlo, a tornare a vivere senza che la presenza di quell'amore non ricambiato lo opprimesse, e ora Koko stava rovinando tutti i suoi sforzi. Inui si inginocchiò ai piedi del ragazzo, continuando a tenere gli occhi fissi nei suoi. Gli prese le mani e lo guardò.
"Sei sicuro di quello che dici?", gli chiese, "Perché se è così non ti fermerò. Ma non voglio tenerti ancora intrappolato, legato ad un ricordo che ti tormenta. Devi essere felice, Koko, e non voglio essere io a impedirtelo." Hajime scosse leggermente la testa, le labbra piegate in quel piccolo sorriso scaltro che lo caratterizzava.
"Mi sono allontanato da te perché ho capito che restandoti accanto ti avrei soltanto ferito, e non era quello che volevo. Ma ora sono cresciuto. Ho imparato a distinguere verità e menzogna, a distinguere te da Akane. A capire che ti amo." Fece una pausa per distogliere lo sguardo e mettere su un finto broncio. "E non farmelo ripetere ancora." Concluse, per poi tornare a guardare l'amore della sua vita, inginocchiato ai suoi piedi.

Seishu esitò un attimo. Poteva fidarsi? Cercò una risposta negli occhi del suo amico d'infanzia, ma trovo solo sincerità. Allora tirò Hajime a sé e posò le labbra sulle sue, ormai privo di incertezze. Koko, che in questo modo era costretto a piegarsi in una posizione scomoda, guidò l'altro fino a farlo sedere sulle proprie gambe, senza mai smettere di baciarlo. Gli stava piacendo, quel bacio. Non era come quello che gli aveva dato molto prima, mentre dormiva. Questo lo sentiva ovunque, sopra e sotto la pelle, nei capelli e nelle dita dei piedi, sotto forma di brividi e di vampate di calore, e lo continuava con un'avidità che non aveva mai riservato neanche ai soldi. Inui a malapena riusciva a stargli dietro. È vero, era stato lui a prendere l'iniziativa, ma non si sarebbe mai aspettato una tale impetuosità in risposta. Tuttavia, era felice, finalmente poteva dire di esserlo. Affondò la testa del petto di Koko, riprendendo fiato. Poteva sentire il suo cuore battere ad una velocità impossibile attraverso il tessuto sottile della maglietta che gli aveva prestato in cambio dei vestiti bagnati. Alzò la testa per guardare gli occhi scuri di Hajime e sorrise leggermente.

"Hey Koko, anche io ti-" Un forte colpo zittì Inui, impedendo a quella parola troppo importante di uscire dalla sua bocca. I colpi diventarono due, poi tre. Qualcuno stava bussando alla porta, e sembrava anche molto impaziente. Le pupille di Koko si dilatarono, lo shock si diffuse sul suo volto. Appoggiò le mani sulle guance del ragazzo difronte a lui.
"Scusami Inupi." Disse, per poi posare un piccolo bacio sulle sue labbra. Lo fece scivolare sul pavimento e si allontanò da lui, provocandogli una sensazione di freddo. Koko sorrise, e nell'esatto momento in cui lo fece alcuni poliziotti sfondarono la porta, piombando nell'appartamento.

"Hajime Kokonoi, sei in arresto per frode e altri crimini." 

Inui smise di respirare. Crollò a terra in ginocchio, infinite lacrime gli rigavano il viso. Koko fu preso e portato via. Fuori pioveva ancora. Inui non seppe mai se quello che Koko aveva detto e fatto quella sera fosse la verità o solo un mero stratagemma per nascondersi dal destino crudele che lo aspettava. Preferiva credere alla seconda ipotesi, che lo avesse usato, perché pensarla così faceva meno male.
Però, oggi piove.
E nei giorni di pioggia, Inui crede alla prima. Crede all'amore.

( conteggio parole, 1157 )

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bg cuoricioni!!! beccatevi questa kokonui leggermente angst scritta durante le ore di storia/epica di questa settimana.
sì, ultimamente sono super fissata con questi due quindi why not? e ci tengo a specificare che la sad ending non era nei miei piani iniziali, ma purtroppo mi è venuta un po' così, a sentimento. spero che vi abbia fatto provare un po' di emozioni <3

probably scriverò una happy ending per questi due, e la pubblicherò in un secondo capitolo, quindi ricordatevi di aggiungere la storia alla vostra biblioteca per non perdervi l'aggiornamento!
e come sempre stelline e commenti sono più che ben accetti!

spero vi sia piaciuta!
baci stellari,
butterfly <3

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