La banalità del male.

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Sospirò pesantemente, quando qualcuno attirò la sua attenzione.

Era un ragazzino, pensò che avesse la sua stessa età, che era entrato nel suo stesso reparto.

Aveva tutte le gambe e le braccia sporche, e nemmeno il viso faceva eccezione. I capelli scuri erano spettinati e gli ricadevano sulla fronte, e si guardava attorno mentre frugava le mani nei pantaloncini.

Fece uscire un verso di frustrazione, prima di incrociare gli occhi di Mattia e avvicinarsi a lui.

«Scusa, per caso per terra hai trovato cinque euro?»

Domandò esasperato.

Mattia scosse la testa.
«No, mi dispiace.»

Quell'altro imprecò, quasi come se Mattia non fosse un estraneo e non potesse benissimo pensar male di lui, e si mise le mani nei capelli.

Il biondo fece una smorfia perché le sue dita erano letteralmente nere di terreno e lui se l'era infilate nelle ciocche.

«Ma io sono passato di qua, le avevo in tasca, ma com'è possibile che scompare tutto quando veramente serve?»

Continuò ad imprecare parolacce a bassa voce, riprendendo la sua ispezione della corsia.

E ora che quel ragazzino lo aveva superato, a Mattia venne da ridacchiare.

Che tipo.

«Vuoi una mano?»

Domandò, girandosi, perché ormai gli sembrava brutto abbandonarlo alla sua ricerca.

Il ragazzino si voltò.

«E poi mica te li rubi se li trovi?»

«Se li avevo visti e li avevo già rubati, tu che ne sai?»

Il moro ci riflettè qualche secondo.

«Quindi li hai presi?»

«...No, era per dire-.»
Si bloccò.
«Ti do una mano e basta.»

Concluse, iniziando a camminare per la corsia in cerca di quella banconota.

Chissá di dov'era quel ragazzo, non lo aveva mai visto prima.

«Ma tu dove sei passato oltre che per qui?»

Domandò, arrivandogli di fianco.

«Per questo reparto e per i surgelati.»
Sbuffò.
«Che palle però, succede sempre questo con questi pantaloni: hanno delle tasche impossibili, cade sempre di tutto e-.»

«E perché li metti ancora?»

«Perché sono l'unico paio di pantaloncini che non ho ancora rotto.»
Si toccò il tessuto.
«'Sti bastardi sono resistenti.»

Mattia lo guardò per qualche secondo, poi si mise a ridere.

L'altro accennò un sorriso, prima di strofinarsi le mani sulla faccia.
«Comunque mi chiamo Christian.»

«Piacere, Mattia.»
Il biondo lo guardò il gesto, e vedendo la macchia di sporcizia intensificarsi gli venne normale corrugare la fronte.
«...Lo vuoi un fazzoletto?»

«...Perché, sono sporco?»

Mattia tentò di non essere molto cattivo.
«...Un po'.»

«Nah, tanto il tempo che esco da qua vado a giocare di nuovo e mi sporco peggio di prima.»

«Ho capito, ma almeno la faccia-.»

Come le Maschere di Pirandello. Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu