Capitolo 𝟖-Chiamate improvvise

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Chiamate improvvise

𝓐yla's pov

Vago tra le siepi appena tagliate, accennando sorrisi cordiali ad alcune infermiere. Aguzzo la vista quando noto una figura sbracciare, lontano da me di qualche metro, continuando ad urlare il mio nome. 

Appena riconosco i tratti, non posso fare a meno di sorridere. Raggiungo i due bambini a passi svelti, trattenendo a stento la mia allegria.

Tyler e Taylor Evans, fratello e sorella con pochi anni di differenza, mi salutano con una vivacità che invidio parecchio. Taylor spinge la carrozzina dove sopra risiede il fratello minore, raggiungendomi in tutta furia. I suoi capelli biondi vengono mossi dalla leggera brezza di Greenlake, e il mio sguardo ricade sul cielo coperto da nuvoloni ingrigiti, strappandomi una smorfia.

≪Ayla! Amica di musica≫, volto lo sguardo su Tyler, cercando di non soffermarmi sul suo volto ancora più deperito e le paia di felpe messe una sopra l'altra per riscaldarlo al meglio. Mi impongo di sorridergli, scompigliandogli i capelli biondi solo per infastidirlo un po'.

Il bambino non impiega più di due secondi a richiamarmi, senza poi nascondere un risolino divertito.

≪Cosa ci fate qui fuori?≫ chiedo curiosa, lanciando una veloce occhiata al cielo sempre più scuro. Questa mattina, quando mi sono svegliata e nessun raggio è entrato dalla finestra in camera mia a darmi il buongiorno, avevo già intuito che oggi sarebbe stata una giornata noiosa; il tempo uggioso che ho scorto da dietro le tende ha riattivato la mia meteoropatia rimasta tranquilla e silenziosa per tutta l'estate, tranne i giorni in cui qualche nuvolone spuntava dietro l'angolo insieme alle solite tempeste estive. Il mio lato meteoropatico è entrato in azione da quando mi sono svegliata, cambiando il mio umore drasticamente, tranne quando ho rammentato che oggi è sabato e, quindi, giornata di puro relax e svago. 

≪Abbiamo deciso di fare una passeggiata, là dentro la noia regna sovrana≫, risponde Taylor, formando con la mano una pistola, per poi puntarsi le dita alla tempia e fingere di spararsi. Suo fratello scoppia in una fragorosa risata, seguita dalla mia. 

Mi passo una mano tra i capelli, prendendo un profondo respiro. ≪Come state, piccole pesti?≫ 

Il sorriso di Tyler cresce a questa domanda, mentre si indica con un'espressione vittoriosa in volta. ≪Sto riprendendo alla grande. I medici dicono che tra poche settimane posso ritornare a casa!≫

Sgrano gli occhi, buttando giù l'emozione con un sorriso a trentadue denti. ≪Ce l'hai fatta, campione.≫ Mi avvicino al bambino, accovacciandomi solo per abbracciarlo. Mordo il labbro inferiore, trattenendo le lacrime che vogliono fuoriuscire; il suo corpo, stretto tra le mie mani, risulta così fragile da farmi rabbrividire per il terrore di potergli fare del male. 

I miei occhi si scontrano con quelli della sorella che in silenzio ha guardato la scena. Accenna un sorriso triste quando nota le mie mani tremanti, abbassando il capo. Per quanto abbiamo un paio di anni di differenza, a volte mi sembra più matura di me. La sua sensibilità nella malattia del fratello, il suo essere così dolce e intendere quello che le accade intorno è da invidiare. 

Io non sono mai riuscita a essere così... 

I suoi occhi azzurri si posano sul corpo del fratello minore, che continua a parlottare di cosa farà appena sarà uscito di qui, mentre io arretro di qualche passo per osservarli. 

≪Poi io e Ayla andremo a un concerto insieme.≫ Sua sorella si lamenta sonoramente, ma Tyler cerca il mio sguardo. ≪Vero, Ayla?≫

Annuisco prontamente, ricevendo da Taylor un'occhiata scocciata. Ridacchio davanti al suo comportamento mentre lei mi raggiunge, trascinando i piedi nel terriccio del giardino, per poi stringermi.

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