𝐋𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐀𝐫𝐢𝐚𝐧𝐧𝐚.

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"Entrai nel labirinto, il sole illuminava il cielo terso, ma nell' intricato gioco dei viali dominava l'ombra.
Alla mente mi tornavano i racconti delle terribili sorti dei nove giovani che ancora una volta erano stati destinati al mostro, offerta votiva del destino prestabilito, le cui ultime grida strazianti avevano segnato di dolore la città di Creta.

Era troppo per me da sopportare, ma di questo te ne sarai accorta pure tu.

Proprio per questo impugnai, con la forza datomi dalle anime sacrificate, la mia spada di bronzo; mentre mi facevo largo tra gli infiniti corridoi della dimora del Mostro.
Sembrava tutto immutato e privo di umanità, e non era dovuto solamente alla fama devastante che aveva stracciato intere famiglie.
Era un luogo dove solo le morti più violente potevano risiedere, e gli dei solo sanno perché hanno dato origine a tutto ciò.
Uno spargimento di sangue, che in cuor mio, non poteva continuare a proliferare all'interno del mio popolo.
La mia gente ha sofferto, ha gettato lacrime e urla disperate, che al solo pensiero invadevano la mia pura mentalità; scatenando in me nient'altro che modesta ira.

Nonostante ciò io, che l'onore della mia patria insieme a me trascinavo, ammetto di aver avuto timore di quello che mi aspettava.
Inconscio e subdolo esso si è rifugiato in me, facendo ribollire il mio sangue e facendomi sentire, ogni volta di più, il peso dei miei movimenti agitati.

Per l'ennesima volta vidi un altro vicolo cieco.

Ripercorrere i miei passi, fino a ritrovarmi al medesimo blocco, mi trascinava alla follia.
Quell'attesa struggente, alla ricerca di colui che osavamo rivedere in uno dei più maligni mali del mondo, mi faceva percepire, attimo dopo attimo, il rumore sottile prodotto dalle calzature da me indossate.
Questo si era fatto spazio tra i fitti momenti interiori che stavo vivendo, diventando con il tempo l'unico suono ad invadere quell'ambiente cupo e claustrofobico.

Per convincermi a procedere, dopo aver appena imboccato il varco giusto, erano state le frasi 'Lo faccio per l'onore!' 'Lo faccio per la patria!', finché il momento dall'anima mia tanto atteso arrivò..."

"Parlamene ti prego. Che cosa è accaduto dopo, alla presenza di quel demone mancato?"

"Lo credesti, Arianna. Il Minotauro non s'è quasi difeso... Ed è difficile per me ammettere che alle mie orecchie è parso di sentire l'affermazione: 'finalmente sei arrivato mio redentore'".

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𝐓𝐞𝐬𝐞𝐨 𝐧𝐚𝐫𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐀𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐨𝐧𝐞Where stories live. Discover now