RISVEGLIO

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CONDOTTIERO: chi esercita il mestiere delle armi ed è sotto contratto con l'autorità ducale; si impegna ad essere sempre pronto ad una improvvisa chiamata per mettere le sue capacità a servizio delle autorità di Braavos

                                                                             

I vessilli della Condotta tremolavano alle loro spalle, dietro le lance. I dothraki erano già lì, come una fiumana di occhi spaventati o terribili, volti sanguinanti, grida, cavalli, spade. Selvaggi grossi, barbuti e coraggiosissimi, che cercavano di trafiggere ed assalivano spada alla mano, poi tornavano indietro e ripetevano il carosello.

Erano tenuti a bada dalle corazze, ma ancora per poco, erano troppi. Vedeva che i rotellieri accanto a lui, scudo contro scudo, sguainavano i costolieri e si mettevano in guardia. Le frecce dei barbari fischiavano nell'aria e sfoltivano le loro file, le punte, sporche di sangue, ferivano e mutilavano; e Dante, che tirava fendenti e stoccate sporgendosi oltre la fila di corazze con le lunghe aste di frassino, afferrò la cintola di un dothraki che si era insinuato fra le lance. La corazza della sua lancia che gli stava di fronte, rapido, sguainò la daga che portava alla cintura e l'affondò nell'inguine del selvaggio finché il sangue gli arrivò alle mani.

Tutto intorno era un labirinto di lance aggrovigliate tra cui imperversava la carneficina. Le malconce file indietreggiavano calpestando i corpi dei loro colleghi e lasciando il prato disseminato di cadaveri. Dante venne travolto dal flusso e riflusso delle file degli uomini, tra i vestiti sporchi e ruvidi, l'odore del sudore, della polvere e del sangue, corpi avvinghiati presi in una lotta disperata, al coltello: ormai le altre armi erano inutilizzabili. Un attimo dopo, tra gli schianti delle aste, i nitriti dei cavalli feriti e il cozzare delle spade, un'altra orda della cavalleria dothraki gli piombò addosso.

Dante cacciò un urlo; squarciò il campo di battaglia e la realtà lo attendeva con le prime luci del mattino.

"Braavos... fottimuli maledetti..." grugnì Dante scivolando fuori dal piccolo letto da campo strizzando gli occhi per il terribile dolore nella testa "Sono a Braavos"

Attraverso una persiana mal chiusa filtrava un lembo di luce che attraversava la sporca stanza, andando a colpirlo in piena faccia. Chiuse gli occhi, rilasciando un profondo respiro mentre tornava con la memoria alla sera prima; piena di boccali di vino che lo avevano stordito fino all'incoscienza, abbandonandolo fra alle solite promesse di non toccare mai più il vino sfuso dell'Anguilla Verde.

Tre mesi cosparsi di simili promesse e giuramenti, aumentati con l'aumentare delle sue visite in quella e in altre oscure bettole del Porto degli Stracci.

Il vero problema era che gli mancavano i soldi per potersi permettere di meglio. Certo, c'erano i compiti che gli passava la Casa Rionale. Le ronde notturne che svolgeva nei punti peggiori della grande città, ma erano saltuari e difficilmente era più di qualche soldo. La perdita di quella condotta era stata un disastro, un disastro peggiorato dall'ultima grida che informava che non ci sarebbero stati ulteriori offerte del Palazzo: la crisi dothraki era finita e con essa gli obblighi nei confronti di Pentos. Per uomini come Dante, la battaglia delle Colline Rocciose, aveva portato solo ferite, incubi ed una mezza borsa che era finita subito fra spese di rimpatrio, ferite da curare e che solevano dolergli quando l'umidità aumentava. Stentava a rimanere a galla in quell'enorme calderone che era la Città Segreta.

Si guardava intorno ed indovinava più che vedere i quattro mobili che erano stati accatastati in quella stanza, al terzo piano di un fatiscente edificio al confine fra il Porto degli Stracci e la zona interna della città. Il lettino da campo ripieno dei suoi vestiti e della cappa che indossava durante il giorno; il mobile con il lavabo e la brocca per il mattino; un baule tutto tarlato ed infine una cassapanca che conteneva l'aria della città, dal Titano alle paludi circostanti.

CondottieroDonde viven las historias. Descúbrelo ahora