Il primo passo

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Finalmente il primo obiettivo da raggiungere: trovare la stanza di cui parlava Elizabeth e renderla il loro nuovo nascondiglio. 

Era una svolta importante per loro, con un luogo dove rifugiarsi potevano stare più tranquilli. Se anche avessero dovuto dividersi per qualche motivo, o se si fossero ritrovati a dover fuggire dalle guardie, quella stanza sarebbe stata la loro ancora di salvezza, dove sarebbero stati sempre nascosti e dove sarebbero potuti ritornare in caso di emergenza o imprevisti. 

Il rifugio, comunque, non era solo il loro primo obiettivo, era soprattutto un punto di partenza per, ad esempio, visitare la città, cercare qualcosa di utile, oppure per farsi venire altre idee. Insomma, rappresentava il passo iniziale da cui si sarebbe sviluppato, in seguito, tutto il loro piano. 

Tutto questo rendeva Beatrice molto felice e ottimista, e si poteva osservare lo stesso entusiasmo anche in Elizabeth e Oran che non la smettevano più di parlare. Forse era troppo bello per essere vero? In quel momento Beatrice non voleva assolutamente pensare a tutto quello che sarebbe potuto andare male nel tragitto, sarebbero potute succedere così tante cose mandando a monte tutti i loro piani...

Forse si stava preoccupando troppo per cose non ancora successe, l'unica cosa che doveva fare era concentrarsi al massimo sul presente, tutto il resto passava in secondo piano.

<< Elizabeth, quanto è lontano il rifugio da qui?>> domandò Oran impaziente di partire.

<< È piuttosto distante, credo che poi dovremo fermarci da qualche parte a riposare, la distanza purtroppo non è poca >>

<< Ma non ci sono scorciatoie o cose simili che possiamo usare per arrivare prima?>>

<< Non credo, o almeno, io non le conosco, ma posso assicurarti che se ci fossero sarebbero di sicuro le principali vie di spostamento delle guardie>>

<< Hai ragione, allora dovremmo incamminarci adesso, sennò rischiamo di impiegarci davvero troppo per arrivare>>

<< Va bene Oran, assicuriamoci anche di non essere seguiti mentre ci spostiamo>> aggiunse Beatrice.

 Dopo aver discusso degli ultimi particolari, i tre si incamminarono, facendosi strada fra le macerie, i resti della città e le fiamme.

Le voci che Beatrice aveva sentito, e a cui però non aveva voluto fare caso, all'improvviso le si ripresentarono, molto più intense di prima. L'unica cosa che voleva era arrivare dall'altra parte della città senza che a lei o a Oran ed Elizabeth capitasse qualcosa, ma quelle voci continue nella sua testa le rendevano difficile ogni passo.

 Mentre procedeva dietro di loro, la testa le esplodeva, tutte quelle voci ed emozioni che sentiva, che non erano sue, la stavano facendo andare fuori di sé. Ogni movimento divenne incerto e caotico, il suo sguardo appariva disorientato e sentiva un acuto dolore alla tempia, altri due passi e cadde a terra. Prima di chiudere gli occhi e cadere su un mucchio di mattoni accatastati in strada, le sembrò di vedere una luce molto forte, proprio davanti a lei. 

Tenne gli occhi chiusi ancora un po', per paura, forse, di ciò che avrebbe potuto vedere se li avesse riaperti. Quando li riaprì si sentì sollevata. Elizabeth e Oran erano lì, accorsi subito a controllare che non si fosse ferita. Stava bene tutto sommato, considerando che era caduta su un mattone scheggiato, non aveva riportato neanche il più lieve dei graffi.

<< Bea stai bene? Mi senti? Dai Bea rispondi ti prego! >>

<< Calmati Elizabeth, sto bene, credo...>>

<< Cavolo, ti si sono strappati i pantaloni sul ginocchio >> fece notare per alleggerire l'atmosfera.

 Era evidente che, nonostante loro si fossero conosciuti da così poco tempo e in circostanze a dir poco assurde, avessero già instaurato un sincero rapporto di amicizia e di protezione reciproca.

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⏰ Last updated: Apr 14, 2023 ⏰

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