★ chapter four

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presente
26 anni

L'appartamento è vuoto, buio e silenzioso, ma sembra ancora di vedere le persone ballare sulle note di una musica assordante e insopportabile alle orecchie di Kojiro

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L'appartamento è vuoto, buio e silenzioso, ma sembra ancora di vedere le persone ballare sulle note di una musica assordante e insopportabile alle orecchie di Kojiro. Egli si toglie le scarpe, facendo attenzione a non spostare troppo il corpo di Kaoru, sostenuto dalle sue braccia. Si incammina lentamente verso la sua camera da letto, cercando di non far rumore. Quando arriva, apre piano la porta ed entra nella stanza. Si avvicina al grosso letto nell'angolo e ci adagia lentamente il ragazzo dai capelli rosa. Poi accende l'abat-jour sul comodino e si prende un secondo per osservarlo. La calda luce fioca della lampada illumina quanto basta il viso candido dai lineamenti spigolosi; i lunghi capelli color ciliegio gli ricadono sul viso in ciocche sottili e disordinate; le palpebre sono chiuse e nascondono le iridi dorate; le sottili labbra sono curvate in una strana smorfia. Dorme come un bambino e, mentre Kojiro lo guarda, l'unica cosa che riesce a pensare è che sia bellissimo. Nessun uomo lo ha mai attratto così tanto, forse perché nella sua testa c'è sempre stato solo lui. Nel buio della stanza silenziosa, non riesce a trattenersi e allunga una mano per spostargli una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Nonostante cerchi di fare il movimento con la maggiore delicatezza possibile, Kaoru si muove e dopo qualche secondo inizia ad aprire gli occhi lentamente, per abituarsi alla luce. Il ragazzo, preso alla sprovvista, ritira velocemente la mano e osserva l'altro mentre si guarda intorno circospetto, sperando che non si sia accorto di nulla. Lo sguardo di Kaoru passa in rassegna tutta la stanza, per poi fermarsi sul viso di Kojiro. I suoi occhi paiono addolcirsi e un piccolo sorriso gli si dipinge sulle labbra. 

"Stupido, alla fine cerchi sempre di portarmi a letto." Sussurra scherzosamente, sdraiandosi sulla schiena e cercando di raddrizzarsi lungo la testiera del letto.
"Bugiardo di un quattrocchi..." Commenta l'altro, mentre controlla mentalmente le condizioni dell'amico. 
"Sei ubriaco?" Kojiro si siede sul bordo del materasso e guarda Kaoru negli occhi, come se la verità fosse nascosta solo lì dentro.
"Forse." Egli distoglie lo sguardo, appoggia la testa al cuscino e richiude le palpebre. 
"Hai intenzione di dormire ancora?" Chiede l'altro ragazzo, tastando il terreno, ma non ottiene risposta. Allora si alza e si avvia verso la porta, tanto deluso quanto sollevato per la conversazione finita così presto. Sta abbassando la maniglia quando una voce alle sue spalle lo costringe a fermarsi.
"Non andartene." E' solo un sussurro, ma riesce a provocare una tempesta all'interno di Kojiro, che deve fare appello a tutte le sue forze per controllarsi dal saltargli addosso all'istante. Egli si volta lentamente e torna a guardare quegli occhi dorati come stelle, i quali però evitano di incontrare i suoi. Se prima Kojiro ha pensato che Kaoru non potesse essere più bello di così, allora si sbagliava; seduto sul suo letto, le gambe vicine al petto cinte dalle braccia magre, un lieve rossore a colorargli le guance e i capelli che gli incorniciano il viso, sembra un opera d'arte. Sembra davvero che qualcuno abbia preso uno dei pennelli che lui tanto utilizza e abbia disegnato la sua figura con cura per renderla il più perfetta possibile. Il ragazzo si costringe a rimanere a una certa distanza, perché altrimenti non sa se riuscirà a mantenere il controllo davanti a quella visione che gli fa vibrare il cuore e gli lacera l'anima. Per questo sceglie bene le sue parole, soprattutto quando decide di avvicinarsi ancora al letto e dire: "Non me ne andrò mai, Kaoru." 

Il ragazzo dai capelli rosa alza lo sguardo silenziosamente, forse stupito da ciò che ha appena sentito, e di cui Kojiro si pente immediatamente. Si sposta una ciocca dietro l'orecchio, e guarda l'altro negli occhi color nocciola. "Come è andata con Yuri?" Gli chiede, cambiando completamente discorso, forse imbarazzato dall'atmosfera che si è creata.
"Chi è Yuri?" Egli lo guarda, seriamente confuso, e Kaoru si porta la mano alle tempie.
"Insomma, gorilla, la ragazza che ti ho procurato. Già te ne sei dimenticato? E pensare che ho faticato così tanto a trovartela." Dichiara seccato, osservando l'altro guardingo.
"Immaginavo ci fossi tu dietro. Solo perché tu lo sappia, non ho bisogno che mi rimorchi tu le ragazze, ce la faccio da solo." Kojiro si arrende e torna a sedersi sul materasso.
"Credici, stupido." Kaoru gli risponde a tono, per poi aggiungere: "Quella non faceva che parlare di te e di quanto fossi fantastico ed era diventata quasi seccante. Ho pensato che la cosa avrebbe giovato a tutti. Ma come al solito tu hai rovinato tutto, da bravo gorilla."
"Veramente, sei tu che hai rovinato tutto, addormentandoti ubriaco nel bel mezzo della festa." Puntualizza il ragazzo dai capelli verdi, accorgendosi subito dopo della rudezza delle sue parole, che arriva quasi a superare il vero e proprio scherzo. 
"Quindi sono io il problema?" Esordisce infatti Kaoru, con un tono di voce un po' troppo sincero e spezzato. Kojiro rimane sorpreso dalla serietà con cui l'altro ha preso le sue parole, ma si dice che probabilmente è a causa dell'alcol. Nonostante ciò, però, si affretta a negare l'affermazione.
"No, Kaoru. Non lo sei." Sono io il problema, vorrebbe dire, perché il motivo per cui tutto ciò sta succedendo è la sua mediocrità. Se solo fosse migliore, se solo avesse il coraggio di parlare a Kaoru con sincerità, allora probabilmente lui non cercherebbe di procurargli l'una e l'altra ragazza, e forse non passerebbero la maggior parte del tempo a discutere per cose inutili. Ma Kojiro non può fare nulla di tutto ciò, non può essere abbastanza, perché per lui quegli occhi dorati e quelle ciocche rosa sono troppo irraggiungibili. Non potrà mai farle sue. Vorrebbe dire tutto questo, ma qualcosa gli fa pensare che non sia il caso.

"Dimostralo, allora. Dormi con me stanotte." Quelle parole maliziose interrompono le riflessioni del ragazzo, sebbene al loro interno non ci sia neanche una scintilla di malizia, ma pura insicurezza e fragilità. Un'insicurezza che Kaoru può mostrare solo a lui, e solo da ubriaco, ma che rischia di far crollare tutte le difese che Kojiro ha costruito nel corso degli anni. Egli infatti deve prendersi un secondo per respirare normalmente e combatte una lotta interiore tra ragione e sentimento. Non può far vincere il secondo perché altrimenti non sa quanto potrebbe trattenersi, così vicino al corpo dell'amico, con i suoi capelli che gli fanno il solletico sulla pelle. Il ragazzo scuote la testa e si ricorda che deve vivere nella realtà, dove la persona che ha sempre amato è ubriaca e non risponde della sua ragione. Probabilmente tutto ciò che sta dicendo è dettato solo e unicamente dall'alcol che ha in corpo e Kojiro non può permettersi di cedere, rischiando di trovare subito dopo del pentimento negli occhi di Kaoru. Deve quindi fare appello a tutta la resistenza che possiede per limitarsi a chinarsi per dagli un semplice e soffice bacio sulla fronte.
"Scusa Kaoru", dice, "ma questo non posso farlo." L'altro lo guarda deluso ed egli gli sorride mestamente, cercando di trasmettergli con gli occhi l'unica verità che aleggia in quelle parole; è innamorato di lui. Poi gli sistema il cuscino dietro le spalle e lo fa adagiare nuovamente sul materasso. Spegne la luce e resta lì fino a quando non sente il respiro del ragazzo regolarizzarsi, segno che si è addormentato.
Allora si alza ed esce dalla stanza facendo il meno rumore possibile.

Allora si alza ed esce dalla stanza facendo il meno rumore possibile

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KINDERGARTEN CRUSH ★ matchablossomWhere stories live. Discover now