Inga andra bestar får föras till världen

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[840 d.C]
Aclisia, era un piccolo villaggio che comprendeva circa 140 famiglie. I Tizzanesi, abitanti del viaggio, si trovavano nell'Europa Meridionale. Circondati da uliveti, il sobborgo era ben nascosto nella zona sud. Era ben noto il campanile del castello, esso si poteva vedere da lunghe distanze. La fortezza prendeva nome di: Castello Zanese; sotto di esso vi erano le abitazioni in legno delle famiglie. Pur non essendo tanti, il Conte non si risparmiò nel mettere delle sentinelle lungo il perimetro. Le strade di Aclisia erano trafficate dagli abitanti. I pastori conducevano il bestiame nei propri ricinti, usando come zona di passo la strada dove camminavano tutti. Ai bordi si potevano notare i Fabbri, venditori di pelli, creatori di Drakkar e altri mercanti vari. Il cielo divenne da soleggiato, sereno da aria tranquilla e pacifica, a scuro: si annuvolò, le nuvole coprirono la luce del sole, facendo svanire quel calore che emanava. Le foglie, iniziarono la loro caduta lenta verso il suolo. Gli alberi iniziarono una danza ondulante, seguito dal ritmo emesso del vento. Sembrava che gli Dei, avvertissero i Tizzanesi di un pericolo imminente.
«Ash, cosa stai guardando?» domandò la migliore amica della ragazza, notando che Ash era seduta con le braccia all'indietro, il suo viso era all'insù che fissava il cielo.
«Sembra che qualcosa non vada lassù» disse Ash Ferguson: una ragazza dalla pelle chiara; quei capelli mossi, neri e corti facevano da contorno a quel viso pulito e giovane.
«..Non so cosa dire. Sento sul corpo un leggero brivido. » disse Ash.
«Guarda, sta arrivando la famiglia: Gundersen» disse Erykah Viken ridendo ed indicando il loro amico: Jarle.
«Signorine, cosa andate combinando?» domandò Jarle.
«Scusa, dove avresti visto la sua famiglia?» domandò Ash un po' confusa. «Lui.. guarda, comprende tutta la sua famiglia.» Erykah ridendo, sbeffeggiò Jarle, per il suo fisico in carne. «Smettila Ery!» Ash rimproverò la migliore amica.
«Ha parlato quella senza seno» rispose a tono Jarle, facendo arrabbiare Erykah, che mettendo di mezzo Ash, disse che avendo un seno abbondante come il suo veniva più difficile combattere, mentre per quanto riguardava il suo, riusciva a lottare meglio «Di conseguenza se vuoi una dimostrazione..» Ery lasciò a metà il discorso ed avanzò minacciosamente verso Jarle. Ad interrompere quello che sarebbe successo, fu: Runa Solverg. «Ragazzi, passeggiavo lungo il sentiero che passa sopra la famosa Villa, detta: Casarsa, ed ho potuto notare, grazie alla bella vista che da su tutta la pianura ad Ovest, che le sentinelle non erano in postazione.» disse stranita da ciò, Runa. I quattro si guardarono senza proferire parola. «Við skulum slá hausinn af» - «Við munum drepa alla!» /«Noi stacchiamo la testa. . .  Uccideremo tutti!»  ... Esse furono delle frasi che udì Ash. «Ash, come mai quello sguardo?» domandò Erykah. Ferguson si sbloccò, scosse la testa e si scusò per la sua distrazione «Ragazzi, ho una strana sensazione.. Non mi piace!» esclamò alzandosi in piedi. I ragazzi intorno a lei si guardarono, cercando di capire cosa avesse la loro amica.
Silenzio...
Era come se Aclisia per qualche secondo si zittì tutto ad un tratto.
«BERSERKER!» Un uomo urlò l'invasione di un gruppo numeroso di uomini che per via della loro statura, sembravano essere giganti: ricoperti di Rune sul tutto il corpo, le loro teste erano intabarrate da pelli di lupi; i pantaloni erano in pelle, anch'essa presa da qualche animale. Brandivano un'ascia da battaglia già ricoperta da macchie di sangue. Gli Erks, stavano uccidendo qualsiasi creatura gli capitasse davanti. Un uomo dalla corporatura grossa, venne sollevato da un Erk, mentre un altro di loro con l'enorme ascia, tagliò verticalmente l'uomo dal bacino in giù. Altri furiosi se la prendevano col bestiame, si divertivano a sventrarli.
Nella Piazza del Castello, le sentinelle correvano, chi a destra e chi a sinistra, per prendere le varie attrezzature.
[05:41]
«Tutti Fermi!» esclamò il Conte Zan, facendo di conseguenza fermare tutti quanti. «Nessuno di voi, ripeto: Nessuno di voi, si deve muovere da questa piazza! È chiaro?» disse il Conte. Le famiglie più importanti, residenti dentro il piccolo perimetro del Castello, bisbigliarono tra loro che fosse un ordine sbagliato. «Ma Signore, in questo modo la nostra gente verrà sterminata senza pietà.» una Sentinella espresse il suo giudizio con un tono rattristato per via dell'ordine appena dato dal Conte Zan. «Ci sono altre Sentinelle che stanno combattendo, loro bastano e avanzano.» disse il Conte. Alcune guardie cercarono di provare a convincerlo, ma quest'ultimo era immobile sulla sua decisione. «Adesso, voi della prima fila, seguitemi!» ordinò così Zan, venendo seguito dalle Sentinelle richiamate da lui. «Che razza di Codardo Bastardo!» esclamò un ragazzo al di fuori della recinzione; «E questo sarebbe un Conte?!» continuò a dire schifato il ragazzo dai lunghi capelli biondi racchiusi in delle piccole trecce, che incorniciavano un volto ben definito, con un pizzetto intrecciato biondo; il suo sguardo profondo racchiudeva degli occhi blu ghiaccio; fisico atletico e ben definito, con due tatuaggi runici sul petto ed uno sul fianco. Spalle coperte da una pelliccia di'orso, posta sopra ad un'armatura lamellare: Magnus Dragsinor , dopo essersi schifato per ciò che aveva sentito uscire dalla bocca del Conte, lo etichettò come codardo e vecchio bastardo, per poi correre a valle. I Tizzanesi erano in preda al panico, il caos era scoppiato ai piedi di Aclisia. Il Conte Zan, portò con sé la sua famiglia in una delle stanze più sicure del Castello, con tanto di Sentinelle alla porta della stanza. Ash, Jarle, Erykah e Runa stavano correndo in mezzo alla folla per mettersi a riparo. «Voglio la mamma!» esclamò un bambino singhiozzando e nascosto dietro un cesto grande. Ash sentì quelle parole e si avvicinò. Il cesto grande venne spostato, ed il bambino preso e tirato su dal collo con una mano. Ash si bloccò.
«No!» esclamò con magone e mettendosi la mano davanti alla bocca.
«Ash andiamo!» le urlò Erykah. Ma la ragazza era bloccata dal non poter fare nulla per salvare quella povera creatura, che da lì a poco sarebbe stata sventrata da testa a piedi da quell'orrendo e senza cuore di un Berserker. Ash venne tirata dai suoi amici.
Magnus stava sfrecciando giù per i campi, schivando ramoscelli di ulivi che si trovavano nella sua strada. «Ti prego, no!» disse pregando e piangendo una donna prima di essere stuprata e uccisa; stessa cosa venne fatta alla figlia che aveva compiuto la maggior età da qualche settimana.
Ash ed i suoi amici erano arrivati sulla strada dove alla destra vi era un muro con sopra la villa, detta: "Nagimi", mentre alla sinistra vi era un muretto con sotto un campo che portava ad una strada sterrata, che a sua volta, se attraversata, era possibile andare in una serie di campi di ulivi. «Ragazzi, scendiamo quí sotto?» propose Runa ai suoi amici, che senza pensarci due volte decisero di togliersi dalla strada principale.
Magnus intravide scendere i suoi amici nel campo, così decise di seguirli.
«Dovremmo essere al sicuro» ipotizzò Jarle; ma nello stesso momento che lo disse, dal muretto in alto si affacciò Dragsonir, che fece prendere uno spavento ai suoi amici.
«Idiota! Ci hai spaventati» disse con tono spaventata Runa, una ragazza dalla capigliatura corta e bianca, viso da fanciulla e corpo da donna; la diciassettenne mostrava un fisico da ragazza matura, oltre ad essere in forma ed allenata.
«Non è un buon posto per nascondersi, seguitemi.» consigliò Magnus.
Appena andarono sulla strada sterrata, notarono che alla loro sinistra, all'interno della recinzione, vi erano tre bambini che stavano correndo all'interno di un'abitazione in legno, alche Ash disse al gruppo che non avrebbero dovuto lasciare quei piccoli da soli. Quelle parole uscirono per via di ciò che gli occhi di Ash avevano assistito.
«Fidatevi di me: lasciamo perdere» queste parole quasi senza scuore vennero dette da Jarle.
«Neanche per sogno, razza di orco schifoso!» Ash presa dall' ira, offese l'amico, che rimase zitto, senza parole da proferire.
Ash si incamminò verso l'abitazione, seguita dai suoi amici, ma sotto la Villa Nagimi, c'erano tre Berserker che avevano avvistato il gruppo di ragazzi.
Entrati all'interno della casa di legno, vi erano subito: Laika, Kiara, Margot, Kraiton, Liv, Bjorg e Freya, i sette bambini erano seduti in terra con il volto sulle ginocchia, come se si stessero nascondendo. All'arrivo di Ash e gli altri, i piccoli si spaventarono, ma vennero messi al proprio agio dai ragazzi.
«Bene, adesso andiamo via però» disse Magnus.
Stavano per uscire, quando dall'entrata apparve un Erk con un ascia in mano e con un sorriso malefico stampato sulla faccia ricoperta di sangue.
«Merda!» esclamò Magnus. «Passiamo dal retro!» consigliò sempre Dragsinor, prima di essere a conoscenza che anche alle loro spalle c'era un furioso.
«Primo piano, forza!» urlò Magnus ai suoi amici, con l'intento di farli scappare da una finestra al piano alto; idea uccisa sul momento, proprio da un terzo Berserker posto sul pianerottolo delle scale.
«Adesso che facciamo?» domandò con voce tremolante ed impaurita, Erykah.
«Bella fanciulla dal seno grosso: primo, mi fai gola. Secondo, non farete niente, voi, noi uccideremo questi due ragazzi e poi ci divertiremo con voi ragazze, e le due bambine, per quanto riguarda il loro fratellino sarà giustiziato a dovere.» spiegò con tono grosso e profondo, uno dei Berserker.
«Razza di schifosi senz'anima!» esclamò Magnus.
«Io vi giuro. . . » iniziò a dire con tono arrabbiato Magnus, portando la sua ascia vicino al polso sinistro, per poi farsi un'incisione su di esso «. . .che con quest'ascia macchiata col mio sangue. . .» continuò Dragsonir, nel mentre che portò il suo polso sinistro sul petto destro. «Sarà colei che ucciderà tutti voi, compresi i vostri figli!» concluse così Magnus, che nel frattempo aveva portato anche il polso destro sul petto sinistro, insieme all'ascia.
Quella frase fece scattare il Berserker alla sinistra dei ragazzi, quello sul pianerottolo, alche Dragsonir lanciò la sua ascia contro il nemico, andandolo a colpire in pieno petto uccidendolo. Subito dopo estrasse la sua spada dalla fodera dal lato sinistro, ed andò ad infilare l'arma sotto il collo del Berserker che aveva davanti, uccidendo anche esso; con agilità e velocità si girò, subito notò che il terzo Erk, che si trovava alle sue spalle, stava avanzando verso di lui per ucciderlo, nel frattempo gli amici di Dragsonir si erano spostati ai lati. Magnus scivolò con la spada messa in orizzontale ad altezza gambe, e così riuscì a colpire il "gigante" che cadde in ginocchio, senza esitare, Magnus si rimise in piedi e sferrò con la sua Spatha, un colpo decisivo al collo, andandogli a staccare la testa.
Una delle bambine, andò a prelevare l'ascia dal petto del Berserker sul pianerottolo, e la portò a Magnus, per poi avvinghiarsi a lui.
«Bene, adesso possiamo andare, no?» disse con tono sarcastico ed impaurito, Jarle.
«No. Dobbiamo riprenderci il nostro villaggio!» esclamò Ash; Magnus la guardò ed annui, per poi aggiungere che si sarebbero dovuti mettere in formazione.
«Bambini, mettetevi in mezzo. Erykah e Ash, voi state ai lati, tenendo gli scudi esterni a voi. Mentre tu Runa, con lo scudo copri davanti, ed infine Jarle, devi camminare all'indietro, in modo da proteggerci le spalle, però nello stesso tempo stando all'interno ti copri anche tu.» spiegò così Magnus, per poi realizzare ciò.
Usciti dall'abitazione in formazione, riuscirono ad avanzare per vari metri, fino a quando Ash, intravide i suoi genitori, ma prima di rompere la formazione, lo disse ai suoi amici.
Le persone erano ancora in mezzo alla strada per fuggire a quell'orda di furiosi.
«Mamma, papà» chiamò Ash, andandosi a riunire alla sua famiglia, insieme agli amici.
I genitori si preoccuparono per la figlia.
Ad un certo punto, un Berserker apparve alle spalle di Magnus prendendolo di soppiatto e sollevandolo da terra per poi lanciarlo contro un masso, facendogli spuntare sul fianco uno squarcio.
I compagni di Dragsonir rimasero sorpresi e paralizzati, rimanendo per pochi secondi distratti; distrazione che gli costò cara, in quanto un altro Berserker apparve e bloccò i ragazzi, costringendoli a vedere i genitori di Ash, messi in ginocchio dall'Erk che aveva lanciato via Magnus.
«Ti prego non fare loro del male» pregò Ash per i suoi genitori. Ad un tratto dalla casa uscì il piccolo Thornbjorn, fratellino di 5 anni di Ash. Il Berserker che era pronto ad uccidere i genitori di Ash ma nell'istante che intravide Thornbjorn cacciò un sorriso, per poi impugnare l'ascia da guerra, e sferrarla verticalmente contro la testa del fratellino di Ash, seguito da una negazione straziante da parte di essa.
Preso dalla furia, il padre si alzò in piedi e grazie al suo metro e ottantacinque e i suoi 195 kg, riuscì a correre incontro al Berserker, assassino di suo figlio e sollevarlo da terra, per poi sbatterlo con violenza al suolo. Purtroppo l'uomo, accecato dalla rabbia, si dimenticò di un secondo Erk, colui che teneva bloccati i ragazzi, che senza esitare, colpì il padre di Ash alle spalle, mentre quest'ultimo era sopra il Berserker. Quella fu' l'unica chance che i ragazzi usarono per scappare.
Aclisia era stata invasa da delle persone senza cuore: uomini che stupravano madri e figlie; uomini che ridevano mentre facevamo tutto ciò; lo sterminio per loro era un gioco, nessuna pietà; adulti, ragazzi e bambini, per loro valevano allo stesso modo.
Un Berserker afferrò la sua enorme ascia andando poi a tagliare in due una culla.
35 minuti di puro inferno.
Alla recinzione del castello, alcune persone supplicavano per entrare all'interno, impaurite e ferite.
Zan era agitato, faceva di continuo avanti e indietro sotto gli occhi della sua famiglia.
La figlia maggiore, Astrid Ghiusenberg, domandò alla madre cos'avesse il padre.
«Padre, perché sei così agitato?» domandò Liv Ghiusenberg con tono agitato.
Zan non le rispose, continuando a fare quello che stava facendo, alche la moglie: Valeska Kronos, urlò al marito di fermarsi.
«Sta zitta!» Zan urlò arrogantemente verso colei che si era sposato, facendola passare da uno sguardo preoccupato ad uno più arrabbiato. Valeska non proferì parola, avanzò verso il Re e senza esitare gli sferrò uno schiaffo in pieno volto, lasciando di sasso, non solo l'uomo, ma anche le figlie.
«Ti ho insegnato bene, mia consorte.» disse il Re sorridendo. «Secondo voi, i Berserker hanno abbandonato Aclisia?» domandò Zan guardando la porta d'ingresso.
«Guarda tu stesso, padre, oppure ti manca il coraggio?.» disse Astrid con tono arrogante.
«Astrid!!» esclamò la madre per rimproverarla, in quanto tono usato verso il padre. Quest'ultima non diede molto peso alla cosa.
Zan aprì lentamente la porta.
«Che siate Dannati!» urlò Zan, sbattendo la porta alla parete per poi incamminarsi verso l'uscita.
La Piazza del castello, era affollata, le persone, comprese alcune sentinelle, si parlavano tra loro.
«Secondo me il Conte non sa prendere delle decisioni» disse una signora rivolta verso la sua famiglia.
«Ci rendiamo conto da chi siamo comandati? Dov’è adesso? Rinchiuso in una stanza mentre se la fa sotto. . . che razza di vigliacco» concluse la sentinella.
Zan, uscì con la sua famiglia e non appena vide le sue guardie private, si diresse verso di loro.
«Luridi maiali, come vi siete permessi di lasciare la vostra posizione di guardia?» si rivolse arrogantemente il Conte alle Sentinelle.
«Signore, alcune guardie ci avevano promesso che sarebbero rimaste loro di guardia alla sua stanza, non pensavamo che fosse una presa in giro, come tra l’altro è stata» provò a giustificarsi la Sentinella più giovane; Zan lo guardò dalla testa ai piedi, per poi spintonarlo.
«Guardalo, guardalo. . . e quello sarebbe un Conte? Spintona per fino un ragazzo giovane che lo serve in tutto e per tutto. Un vero schifo.» disse una vecchietta notanto il gesto di Zan, nei confronti della Sentinella giovane.
Zannyvan si avvicinò all’entrata del castello, proprio da dov’era uscito pochi secondi prima insieme alla famiglia, e attirando l’attenzione di tutti, disse loro che sarebbero dovuti rientrare nelle loro abitazione al più presto e senza disobbedire.
Nel silenzio della folla, calato per le parole del Conte, si udivano singole voci che eprimevano il loro ripulso nei suoi confronti.
«Cosa avete da dire laggiù? Abbiate le palle di dirmelo in faccia.» chiese con superbia il Conte ai suoi abitanti.
Nessuno parlò.
«Molto bene. . .  adesso lasciate che vi dica una cosa, piccolissima, giuro: Io, Zannyvan Ghiusenberg, sono il vostro Conte, ok? Bene! Tale ruolo mi permette di avere dei vantaggi, uno dei quali, è quello di comandare, guardate un po’. . . sorpresi? Non credo, lo sapevate questo. Bene, quindi se io vi dico di fare rientro alle vostre abitazioni, voi con modesta velocità, prendete tranquilli tranquilli, e fate ritorno a casetta, ok?» disse con tono sarcastico, minaccioso e quasi tranquillo, il Conte.
«Povero illuso. . .» si espresse la Sentinella vicino al cancello principale che dava sull’esterno della piazza.
«Ci scusi, ci può aprire abbiamo un ferito» chiese Ash con le mani insanguinate alla Sentinella vicino al cancello principale, quest’ultima girandosi,  notò che Magnus aveva una ferita sul fianco e che essa sanguinava, alche decise di farlo entrare.
«Portalo in infermeria» disse la Sentinela che aveva aperto loro in cancello.
«No, aspettate. . .» disse Magnus.
Ash però, domandò a Dragsinor cosa volesse aspettare e lui le rispose che voleva ascoltare quel pagliaccio del Conte Zan, subito Runa lo riprese, dicendoli di stare zitto in quanto in presenza di una Sentinella, ma proprio quest’ultima rispose alla ragazza che Magnus aveva ragione e che nominare “Conte” Zan, era come offendere tutti gli Dei.
«A quanto pare non sono stato chiaro. . .» disse Zan passandosi la mano sul volto, mentre l’altra era appoggiata sul fianco; fece un passo indietro, per poi ritornare in posizione.
«VOI SIETE SOTTO DI ME! IO COMANDO, IO SONO IL CONTE, VOI SIETE INFERIORI A ME, QUINDI OBBEDITE O SARA’ PEGGIO PER VOI.» urlò così quelle parole il Conte.
Una persona scoppiò a ridere. Tutti i li presenti si guardavano intorno per capire chi fosse stato.
«Ma che fai? Piantala!» disse Jarle a Magnus, colpendolo con il gomito.
«Che paura signor Conte. . .» si mostrò Magnus a Zan, grazie anche al corridoio creatosi dalle persone nella piazza mettendosi sia da un lato che da un altro.
«Magnus Dragsinor» Disse il Conte, per poi chiedere al ragazzo cosa avesse da ridere.
«Mi scusi, la trovo patetico» rispose Magnus.
«Ragazzino, a giocare con le fiamme si finisce per bruciarsi» Zan usò una sorta di frase ad effetto per intimidire Dragsinor.
«Impossibile se sono il fuoco in carne ed ossa, Vecchietto» rispose a tono Magnus, facendo innervosire il Conte, che domandò al ragazzo come lo avesse chiamato, ricevendo come risposta, lo stesso nome detto poco prima dal ragazzo.
«Ma come osi. . .» Zan venne interrotto da Magnus, che zoppicando avanzò, usando la sua mano per premere sulla ferita nel fianco; che non appena le persone se ne accorsero, senza pensarci cercarono di prestargli soccorso.
«Ora, parliamo seriamente, Zannyvan, cosa ci fanno tutte queste Sentinelle nella piazza? Perché non erano a valle a combattere, mh?» domandò Dragsonir, mentre era circondato dalle persone.
Il Conte stava per rispondere ma venne preceduto da una Sentinella, che rispondendo a Magnus gli disse che Zan aveva proibito a tutti i soldati di scendere a valle, precisando che i combattenti in campo bastavano.
«Lei si definisce un Conte, Zan? Se mi posso permettere e mi permetterò, lei è solamente un Coglione, sa? Tutte queste Sentinelle, se fossero scese a combattere, forse, non avremmo avuto queste vittime, anzi, tra l’altro, perché non è stata mandata uno squadra di ricerca per i superstiti?» domandò arrabbiato Magnus.
«Nessuno da qui si muoverà!» esclamò il Conte.
«Sapete cosa le dico, anzi basta darti del voi, Zan, fai pietà come Conte, come persona, e anche come padre.» si espresse così il ragazzo.
Tutte le persone rimasero in silenzio; Zannyvan si stava infuriando.
«Non dici niente? Bene. . . la parola passa al prossimo, ovvero io. Ragazzi, per favore andiamo a vedere se ci sono superstiti» chiese gentilmente il ragazzo.
«Adesso basta! Questo è davvero troppo. Guardie, prendetelo!» ordinò il Conte alle Sentinelle vicino a lui.
Nell’istante che le guardie fecero un primo passo, tutte le persone lì presenti si misero a protezione di Magnus.
«Sei soltanto un moccioso! Un ragazzino minorenne che vuol fare l’eroe!» si espresse Zan con tanta agitazione e rabbia.
«Innazzitutto, non sono minorenne, ho 21 anni. E poi, guarda tu stesso le persone in questa piazza, sono intorno a te che sei il Conte o sono intorno ad un ragazzino che vuol fare solo l’eroe? La risposta è semplice, e ti dirò di più, con questa ferita che mi sta facendo vedere tutti gli Dei, andrò a fare un giro di ricognizione, e sempre con questa ferita, io ti sfido a duello» Magnus lanciò così il sasso, che senza essere schivato, venne preso ed accettato da parte di Zan, in quanto quest’ultimo fosse in ira nei confronti del ragazzo.
Tutti rimasero scioccati da quello che era appena accaduto, gli stessi amici di Magnus gli domandarono se fosse impazzito, ma lui non rispose, si girò e si diresse verso il cancello.
«E la sfida?» domandò urlando Zan.
Magnus rimanendo di spalle gli rispose che prima aveva delle cose più importanti da fare, visto che il Conte era un codardo per fare determinate cose.
Il cancello si aprì e Magnus insieme ad i suoi amici e alle sentenille, si diresse a valle.
Quel silenzio faceva rabbrividire ogni essere umano lì presente. I corpi degli abitanti giacevano a terra privi di vita e di alcune parti del corpo. Subito dopo la svolta a sinistra, vi era una lunga discesa; il color terra della strada sterrata, veniva ricoperto dal sangue e da alcuni arti degli abitanti che abitavano ad Aclisia.
Ai lati del percorso c’erano i recinti dei bestiami ormai morti: pecore, maiali e galline erano stati sventrati dai Furiosi.
«Cazzo. . .» esclamò sottovoce Jarle.
«Sta fermo! Così non riesco a medicarti la ferita» disse arrabbiata Runa.
Aclisia non era mai stata vista in quel modo; l’unica cosa che potevano udire era solo il sottilissimo fischio del vento.
Arrivati a valle, la situazione non era delle migliori.
Magnus fece radunare tutti.
«Ascoltami, non voglio comandarvi, però vi chiedo con tutto il mio cuore di aiutarmi a cercare almeno qualche superstite.»  chiese Dragsonir mettendo le mani giunte.
Le sentinelle dissero a Magnus che non lo doveva nemmeno chiedere, dopodiché si misero a cercare e a sperare di trovare qualcuno ancora in vita.
«Come possiamo trovare dei superstiti se non riusciamo nememeno a trovare le parti dei loro corpi?» disse quasi disperato Svart.
Un urlo attirò l’attenzione di tutti che accorsero sul posto; una delle sentinelle aveva ritrovato i corpi della sua famiglia: (moglie e figli). Magnus senza pensarci due volte gli si avvicinò; Adrak Gundegard era disperato per aver perso la sua famiglia.
«Ash, ci pensi tu?» domandò Magnus ad Ash, facendole intendere che avrebbe dovuto prendere lei il comando.
«Magnus, ho diciassette anni» rispose la ragazza.
Dragsonir, non disse niente riguardo l’età di Ferguson, per poi rivolgersi alle tre sentinelle che si trovavano intorno ai corpi della famiglia di Adrak, chiedendo loro di prendere i materassi che si trovavano nelle abitazione e di metterci sopra i corpi.
«Vengo con te, Magnus!» disse Runa.   «Così potrò curarti meglio la ferita.» finì col dire la ragazza.
I corpi vennero caricati su dei materassi, come da idea di Dragsonir, dopodiché vennero portati al castello, mentre le altre sentinelle e gli amici di Magnus continuarono a cercare altri superstiti.
La piazza era ancora affollata.
Il cancello si aprì, Magnus entrò per primo, seguito da Runa, Adrak e le sentinelle che trasportavano la famiglia di Gundegard.
Le persone andarono subito intorno ad Adrak, in quanto era conosciuto per le sue maestrie nell’addomesticare i cavalli, ma soprattutto i Lupi, venendo chiamato anche: Varg.
Il Conte Zan si sporse dalla balconata vicino all’entrata del castello, e domandò cosa fosse successo.
«Sei un Bastardo, Zannyvan!» urlò Adrak.
Zan non riusciva a capire chi fosse, fino a quando non notò Gundergard avvicinarsi a lui tra la folla.
«Varg, che è successo?» domandò preoccupato il Conte, scendendo dal pianerottolo e dirigendosi dalla Sentinella. Ma Adrak era infuriato con Zan, alché afferrò la sua spada e tentò di colpire Ghiusenberg, ma a fermare quel tentato omicidio fù Magnus, che si mise in mezzo.
«Che diavolo fai?! Credimi, non fare questa cazzata, almeno non adesso.» disse Magnus con sforzo mentre cercava di placare la rabbia di Adrak.
Ash stava girando con i suoi amici.
«Ma quella è una carrozzina tagliata a metà?» disse Erykah facendo due passi indietro.
Ash andò verso quella carrozzina e non appena guardò al suo interno, girò la testa, i suoi amici capirono subito e scoppiarono a piangere.
Una sentinella e Bardak si avvicinarono a Ferguson, dicendo ad essa che avevano trovato solo corpi, specificando che alcuni erano sia adulti che bambini, persino alcune donne incinte, per poi finire con il chiedere ad Ash di andare a vedere una cosa che avevano fatto i Berserker.
«Signorina, guardi!» indicò la Sentinella ad Ash il muro.
Sulla parete vi era scritto: “Inga andra bestar får föras till världen” (NESSUN’ALTRA BESTIA DEVE ESSERE MESSA AL MONDO)
Era stato scritto con il sangue preso da una donna incinta.
Jarle alla vista di quella scena vomitò, mentre Svart sferrò un pugno ad una balla di fieno.
Zan non capiva quello che stava succedendo, alché domandò riferenodosi sempre a Gundergard, cosa fosse successo, ma a rispondere fù Runa che gli disse che la famiglia di Adrak era stata uccisa, facendo rimanere male il Conte.
«Se solo tu ci avessi fatto andare a combattere, questo non sarebbe successo» disse in lacrime Varg.
Il cancello si aprì nuovamente; entrarono tutti gli altri che erano rimasti a valle per la perlustrazione.
«Cosa avete trovato, ragazzi?» Domandò Magnus.
Ash spiegò tutto, all’ascolto oltre alle persone lì presenti c’era anche Zan e la sua famiglia.
«Sa’ Conte, vorrei strapparle il cuore con le mie mani!» esclamò Ferguson con tutta la rabbia che aveva in corpo. Zan si innervosì, alché ordinò alle sue guardie private di andare a prendere la ragazza, ma nell’istante che si avvicinarono a lei, ogni persona in quella piazza, inizò a colpire le Sentinelle del Conte, fino a smettere all’ordine di Magnus.
Bardak confessò a Dragsonir che lungo il cammino c’erano dei segni lasciati dai Berserk che andavano a significare un loro probabile ritorno.
«Cosa rappresentavano i segni?» domandò Magnus.
Bardak gli rispose dicendo che c’era disegnata una luna piena con accanto una croce.
«Alla prossima Luna piena torneranno» disse Dragsonir.
Le persone attorno a lui, gli domandarono cosa avrebbero fatto in quel caso; Zan si stava infastidendo per il fatto che non veniva considerato, alché estrasse la spada e cercò di infliggere dei danni a Magnus, ma quest’ultimo venne spostato da Smedriska Skranorthar, il giovane fabbro.
Tutte le Sentinelle provarono ad andare contro il Conte, ma Dragsonir li fermò dicendo che ci avrebbe pensato lui, nonostante Runa gli ricordò che fosse ferito e che la lesione era abbastanza grave.
«Non mi interessa!» esclamò Magnus, per poi dire al Conte che solo uno come lui avrebbe potuto attaccare alle spalle, ribadendo anche che era un vigliacco bastardo.
Le sentinelle fecero allontanare le persone, facendole però formare un cerchio attorno a Magnus e al Conte Zan, simulando una sorta di arena.
Magnus si alzò.
«E sì, accetto nuovamente la tua sfida: Magnus Dragsonir!» esclamò così Zan.
Zannyvan portò la spada col braccio destro verso il suo rivale, che però parò l’attacco con la sua spatha; Magnus, controbbatté sferrando un calcio all’addome a Zan, che indietreggiò.
Dragsonir prese la rincorsa e saltando lanciò via il suo scudo e provò a colpire in volo con la spada, il Conte che però riuscì a parare il colpo, per poi fare la sua mossa: era riuscito a mettere la spada sulla mano sinistra, mentre sulla destra si era messo lo scudo, e senza esitare andò a colpire in pieno volto Magnus che andò all’indietro, lì Zan gettò via lo scudo e tentò un colpo alla testa, ma Magnus riuscì a schivarlo portando il corpo all’indietro.
Entrambi gli sfidanti avevano già il fiatone.
«Pensi veramente di battermi?! Ho cinquantasette anni, se permetti ho la mia esperienza nel lottare» disse vantandosi Zan.
Magnus provò a rispondergli dicendo che era al quanto arrugginito, solo che il Conte lo interruppe con il lanciare della sua spada contro il ragazzo, andandolo a colpire di striscio sulla coscia destra.
Gli amici di Dragsonir volevano intervenire, ma il ragazzo stesso gli indicò di rimanere fermi.
«Sono ancora arrugginito?» domandò Zannyvan al ragazzo, quest’ultimo si alzò zoppicando e rispose al Conte dicendogli che aveva fatto una mossa del cazzo, in quanto Magnus brandiva ancora la spada. Spada che subito venne gettata dal ragazzo e che venne tolta subito dal campo i battaglia.
Magnus e Zan si giravano intorno guardandosi fissi negli occhi, quando ad un certo punto: Astrid, figlia del Conte, lanciò al proprio padre la spada che gli apparteneva; Zan subito tentò di colpire Magnus, che schivò, per poi fare una capriola in avanti ed afferrare l’ascia che gli era stata lanciata da Ash. Zan si voltò, notando che il suo rivale era a terra piegato e di spalle, alché avanzò con velocità, ma in quell’istante Dragsonir si girò e gli lanciò in pieno petto l’ascia, arma che rese vittorioso il ragazzo.
Il Conte Ghiusenberg, cadde in ginocchio con l’ascia conficcata nel petto; Magnus guardò la figlia dell’ormai morente Conte, e le fece un applauso, per poi prendere la spada che avrebbe dovuto uccidere Dragsonir e la passò ad Adrak, che senza esitare andò verso il Conte Zannyvan Ghiusenberg e gli tagliò la testa, facendo cadere in lacrime la sua famiglia.

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⏰ Last updated: Mar 23, 2023 ⏰

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CENTURIES: La Guerra Di Aclisia Where stories live. Discover now