Ciao Manuel

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Il sole di fine Febbraio scalda Roma e tutto sembra più bello, infatti per Simone quella giornata era iniziata piuttosto bene, si era alzato di buonumore ed era andato in università per sbrigare alcune rapide cose. Non si definisce meteoropatico, ma può affermare che il sole gli dia una carica in più. Dopo la mattinata, si sta avviando verso il canile per prendere Alvin e fargli fare una lunga passeggiata, con questo clima e il suo buonumore non poteva non approfittarne.

Mentre passeggia per le vie della sua città, Simone non perde occasione per incantarsi davanti a piccole cose che per lui sono bellissime. Come la mamma che aspetta il figlio fuori da scuola, i gruppetti di ragazzini che insieme vanno a mangiare al Mc Donald's o quegli anziani signori che gli rivolgono un sorriso sincero pur non conoscendolo.

Si è sempre detto che se lui avrà mai dei figli cercherà di dargli tutto quello che a lui è mancato, vorrà avere un rapporto sano dove loro possano confidarsi senza il timore di essere giudicati, e quando faranno qualcosa di sbagliato glielo spiegherà e lo si affronterà senza urla o ceffoni inutili.
Non sa perché spesso, nonostante la sua giovane età, si ritrovi a pensare a lui padre però avviene così naturalmente che neanche ci fa più caso.


Arrivato al canile saluta la signora Lucia che, senza il bisogno di domande, gli consegna il guinzaglio e gli fa cenno di andare al recinto dove il piccolo Alvin, come se lo sapesse, lo sta aspettando.

Quando il cagnolino vede Simone, inizia a saltare e ad emettere versi di felicità, al ragazzo scoppia il cuore, il rapporto che hanno è così prezioso e profondo che nessuno riuscirebbe a capire.
Gli infila il collare e aggancia il guinzaglio, non prima di aver fatto il pieno di baci da quel pelosetto super energico.

«Ciao Alvin, sei pronto per fare una lunga passeggiata?» domanda Simone con una vocina imbarazzante, ma neanche ci fa più caso lui diventa scemo con ogni cagnolino o gattino che incontra.

Alvin inizia a correre verso il cancello, Simone viene strattonato con una certa violenza e scoppia a ridere vedendo l'entusiasmo di quel cane.

Le lunghe passeggiate sono il passatempo preferito della coppia, Simone riflette tanto, pensa a se stesso al suo passato e al suo futuro, mentre Alvin adora uscire da quel posto, il canile, che per quanto sia trattato bene è comunque rinchiuso in uno stretto recinto.

È ormai abitudine che Simone durante la passeggiata si metta ad ascoltare la musica perciò infila le cuffie, pigia sull'icona di Spotify e mette in riproduzione casuale la sua playlist preferita.
E riconosce subito, dopo le prime note, la canzone che è partita, 2 be loved inizia a risuonare nelle sue orecchie e scandisce il ritmo con i passi a tempo.

Am I ready
Am I ready
Am I ready
To be loved, to be loved?
Am I ready? (You deserve it now)
'Cause I want it (That's what I'm talkin' about)
Am I ready (You gon' figure it out)
To be loved, to be loved?

Canticchia la canzone che l'ha sempre messo di buonumore e solo ora si sofferma a pensare al testo. Sono davvero pronto ad essere amato? Forse sì, non lo sa perché non l'ha mai provato concretamente.

How am I supposed to lovе somebody else
Whеn I don't like myself? Like, ooh
Guess I better learn to like this, ooh
It might take my whole life just to do

Chi vorrebbe mai amare una persona del genere? Se qualcuno non l'ha fatto finora probabilmente un motivo c'è. Non è abbastanza, non si sente abbastanza. Per nessuno.

Piacerebbe molto a Simone provare qualcosa per qualcuno, vorrebbe provare ad amare. Gli piacerebbe passeggiare mano nella mano senza una meta precisa, vorrebbe addormentarsi con la testa appoggiata sulle gambe del suo ragazzo, vorrebbe ordinare un dolce al ristorante ma con due cucchiaini, gli piacerebbe organizzare una sorpresa, vorrebbe semplicemente donare qualcosa che non ha mai ricevuto, ma non sa se sia possibile, soprattutto per lui.

L'ora di pranzo è ormai passata da un po' e Simone decide di entrare in un bar per prendersi un toast e proseguire la sua camminata con il piccolo pelosetto.
È affollato quel posto e Alvin, spaventato si infila in mezzo alle gambe del corvino cercando protezione.
«Alvin, facciamo in fretta non preoccuparti»
E, come promesso, si avviano verso l'uscita pochi minuti dopo. Mentre Simone apre la porta per far uscire Alvin si ritrova davanti Manuel con una ragazza, non immaginava di trovarlo qui, a quest'ora pensava dormisse

«Ciao Manuel» niente.

Il riccio attraversa la porta insieme alla ragazza e passa oltre. Il corvino rimane con la mano a mezzaria, non capendo cosa sia appena accaduto. È stato ignorato volutamente?! Per quale motivo? Gli ha quasi pestato i piedi e neanche ha accennato un saluto.

Ci è rimasto male.

Chiunque ci sarebbe rimasto male perché è un comportamento assurdo, soprattutto dopo le confidenze notturne che si sono fatti, o meglio, che lui ha fatto all'altro.
Non ha mai capito perché le persone entrino ed escano dalla sua vita come se fosse un fottuto tornello della metro. Senza importanza.

Forse è lui che dà troppo valore alle piccole cose, quelle che gli altri chiamano sciocchezze e quindi, puntualmente, rimane deluso. A volte vorrebbe davvero non provare nulla, se potesse spegnerebbe per sempre i sentimenti perché, alla fine, portano solo dolore.

Voler bene a qualcuno non serve, più vuoi bene a qualcuno e più dai loro il potere di farti male.

Ricorda bene queste parole Simone, le diceva sempre una sua compagna di prima liceo che poi si è dovuta trasferire lontano.
Ogni tanto, ripensa ai discorsi che facevano tra i banchi, di quanto lei fosse convinta di non meritare nulla, di quanto fosse una brutta persona a detta sua, eppure Simone adorava stare con lei e non perdeva occasione per ricordarle della persona splendida che era.

Chissà, ora come starà lei? Vorrebbe davvero risentirla ma sono passati così tanti anni che probabilmente lei neanche si ricorderà più di lui.

Il buonumore di inizio giornata ha ormai lasciato il posto alla tristezza e Alvin, come se avesse capito, trascina Simone verso il parco e lo porta alla panchina dove si fermano sempre. Il cagnolino sale con un balzo e si accoccola accanto a lui, solo in quel momento il corvino si accorge di avere ancora il toast da mangiare. Lo tira fuori dal sacchettino di carta e lo addenta, è ormai freddo, e molto probabilmente gli rimarrà sullo stomaco. Ma se lo merita – pensa – come si merita tutto ciò che gli è accaduto nella sua breve vita, se neanche sua madre lo sceglierebbe per primo perché gli altri dovrebbero farlo?






NA:
grazie per leggere questa storiella che in realtà è più uno sfogo, infatti fa abbastanza schifo.
grazie per donarmi un po' del vostro tempo, è prezioso.
questo capitolo è per M, tu sai.

sun to the darkest days | simuelWhere stories live. Discover now