Capitolo 1 •Sang

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"L'oscurità giacque nell'anima e annebbió il mio cuore"
(Thelegendofthesky)

Era una sera di freddo inverno, la neve stava cadendo, le persone camminavano mentre io soffrivo.

Pur di non udire quelle sonore risate, decisi, con le guance solcate dalle lacrime, di dirigermi in un buio vicolo, pur di abbandonarmi ai più angusti pentimenti.

Le gambe mi cedettero non appena camminai, ma la tempra di alzarmi stentò in me, obliando di essere ancora macchiato di sangue e addormentandomi in preda all'agonia del dolore ad un sonno profondo.

Mi svegliai di soprassalto, con il fiato che mi mancò.

Di nuovo quell'immagine, quei lamenti, quelle grida...

Meccanicamente mi alzai, tentando invano qualsiasi distrazione che potesse eliminare il suo volto dalla mia mente.

Ma ciò non subentrò mai...

Mi fermai di colpo, scaraventando per terra un vaso di fiori, appoggiato quest'ultimo su un basso muretto di un palazzo.

La mia attenzione venne però catturata da un'insegna alquanto singolare, con su scritto: La galerie d'art.

Non seppi cosa fosse, ma pur di far cessare quei sussurri maligni, decisi di entrare, meravigliandomi dello splendore dinanzi alla mia visuale.

L'interno si presentó avvolto da un profumo esotico, abbellito dalla lucentezza delle sue esaltazioni.

I grandi lampadari assunsero il ruolo del sole estivo e le piccole lampadine, delle stelle nella notte.

Le colonne di marmo sfumarono con il bianco delle pareti e una carezzevole melodia soggiunse in me.

Il soffitto rappresentò l'arte pittorica e il pavimento la sontuosità della ricchezza.

Appese ai muri vi erano dei quadri talmente distintivi che mi fermai ad osservarli.

I loro cupi occhi, vollero mostrarmi il dantesco universo, avvertendo una profonda nostalgia.

Fin quando non fui picchiettato su una spalla da una figura sconosciuta, girandomi impaurito.

Un uomo dal colorito pallido e dalle labbra sottili, sorrise dolcemente, acquietando le mie palpitazioni.

"Piacere! Sono Damien e benvenuto nella mia mostra notturna, quale il vostro nome?" Domandò incuriosito.

Sospirai lievemente, acquisendo un pizzico di serietà.

"Mi chiamo Alexis e-e sono di passaggio, perdoniate il disturbo..." Mi grattai imbarazzato il capo.

"Ah, ma non vi preoccupate cher! È un onore avere dei visitatori, sa, questa per me è vera arte!" Afferrò il mio braccio, brandendo le distanze.

"Sí..." Concordai titubante, ma lui continuò:

"Ogni opera possiede un suo vivido valore, ma la particolarità di esse, risiede nei loro occhi talmente profondi, da poter ammaliare il nostro imperatore!" Dichiarò affascinato, concludendo la frase con un'impercettibile tic alla bocca.

"Venite, bevete un bicchiere di Cognac, suppongo siate stanco e imbrattato di..."

"Vernice!" Risposi con così tanta velocità che apparve essere una menzogna... Ma ci credette comunque.

"Siete un'artista?"

"No, ma quando ne ebbi la possibilità, mi dilettai a realizzare qualche schizzo, come in tal momento!" Ironizzai irrequieto.

Versò il liquido rossastro, celando ancor di più le prove inconfutabili, stringendomi nel cappotto.

Ma nel momento in cui sopraggiunse il piacere dell'alcool, l'uomo parlò nuovamente:"Ammirate quella ragazza raffigurata nell'opera, lei è mia sorella Margaret, scomparsa in un'incidente, all'inaugurazione della Torre Eiffel" si asciugò un'amara lacrima.

"Ne sono dispiaciuto" gli donai conforto, rammentando della compassione.

"Basta! Non perdiamoci in lacrime, una perdita sebbene letale, non è eterna, vi piace l'arte?" Di nuovo quel tic!

"Certo!" Mentii.

"Ah! Quelle joie, ma allora non perdo occasione di invitarvi all'evento di domani sera!".

Come sono finito in questa situazione?! Dannata curiosità!

"Vi ringrazio, ma sono terribilmente occupato domani con..."

"Non accetto un no, oramai siete invitato!" 

Che pazienza!

L'indomani venni obbligato a presenziare, nonostante le mie persuasive suppliche.

Mi presentai in orario, avvolto dagli stessi abiti della giornata precedente, nascondendo con il capotto la macchia sospetta, che non riuscii a lavare.

Varcai l'ingresso, saettando furtivamente la stanza alla ricerca di Damien, non individuandolo.

Attesi con intolleranza il suo arrivo, reprimendo i sadici ricordi, fra cui i suoi stridenti richiami.

Perché l'ho fatto!?

Uscii all'instante, madido di sudore, accedendo un sigaro desiderosamente.

L'ultimo e non lo farò più ...

Ma l'azione venne interrotta da delle grida lancinanti, immobilizzandomi attonito.

Calmati Alexis! Non è lei, non è lei.

Il cuore accelerò, il fiato cessò, rabbrividendo all'aumento delle loro intensità.

Affrettai  il passo, fuggendo pavidamente, ma qualcuno mi strattonò, imponendo di fermarmi...

The writer and the moonWhere stories live. Discover now