•{𝐹𝑎𝑠𝑐𝑖 𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑒𝑡𝑡𝑒(𝑂𝑛𝑒-𝑠ℎ𝑜𝑡)}•

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One-shot depressa :).
Mi scuso.

🥀𝑃.𝑜.𝑣 𝑡𝑒𝑟𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎🥀
Regno d'Italia si trovava nel salotto del suo palazzo, seduto su una poltrona mentre leggeva un romanzo.
Sentì la porta aprirsi, si girò. Austria Ungheria (I.Austroungarico)
«buongiorno, Regno» fece un'inchino.
«Buongiorno Austria.» distolse lo sguardo da libro e lo richiuse posandolo accanto a se.

L'aria era molto diversa dal solito, sembrava quasi ci fosse della tensione, Regno non ci fece tanto caso.
Austria prese dalla credenza una bottiglia di liquore.
«Vuoi, caro?» mise due bicchierini su un tavolino poco lontano da Regno, il quale annuì.
«Si grazie.»
Austria versò un po' di liquore in un bicchiere e in un altro, poi prese un piccolo fiaccone e versò, in uno dei bicchieri, il liquido contenente in esso.
Lo porse a Regno.
«Alla nostra salute allora» disse l'austriaco e in un sorso bevve.
L'italiano fece cenno di approvazione, lui fece altrettanto, mandò giù la bevanda.

{Qualche minuto dopo}

Regno si mise una mano sulla fronte mentre si appoggiava al tavolino, aveva il respiro pesante, Austria fece un grigno compiaciuto, gli andò vicino.
«Tutto bene?»
«N-non lo so, sono stanco forse» Austri gli toccò il collo scoperto con una mano, quasi a sentirgli la temperatura.
«Ti porto in camera allora» Lo prese in braccio e camminò per il lungo corridoio che portava alla stanza di Regno.

Appena arrivati lo fece stendere sul letto, Regno si sentiva sfinito, quasi come se avesse preso un sedativo.
Guardò il soffitto.
Austria si sedette vicino a lui, con ancora quel ghigno strano.
«Che hai da sorridere in quel modo?..» iniziava a sentirla quella tensione terribile.
«oh nulla» l'austriaco gli mise la mano sul petto, sbottonandogli la camicia, si mise sul letto e si portò le gambe dell'italiano attorno alla vita.
«C-che fai...» passò a sbottonargli i pantaloni e toglierli.
«Austria fermati..per favore..»  l'unica cosa che riusciva a fare era quella, parlare, per il resto non riusciva a reagire, era paralizzato dalla paura.

I.Austroungarico, anche lui, si tolse i suoi abiti, guardava il corpo dell'altro con malizia, iniziò a toccargli i fianchi, baciargli il collo.
Regno implorava di fermarsi, aveva gli occhi pieni di lacrime.
L'austriaco entrò in lui, profanando quello che fino a pochi minuti prima poteva essere il tempio, il suo corpo, che era riuscito a ricostruire dopo anni di continue distruzioni da parte di sua madre.
Lo costrinse in un bacio, cercò di respingerlo, si dimenava, lo spingeva, nulla funzionava, decise allora di farlo fare, ormai non poteva tornare indietro, non ci sarebbe riuscito.
Poteva solo gemere dal dolore e dal piacere, che piacere non era, ma solo uno stramaledetto stimolo che non avrebbe voluto provare.

{La mattina dopo}

Regno era rimasto sveglio tutta la notte, aveva del sangue che gli usciva dal naso, non ricordava se Austria lo avesse colpito o nel tentativo di staccarsi si fosse fatto del male.

Si sedette, l'austriaco era ancora affianco a lui, lo guardava con degli occhi spenti e delle occhiaie a contornarli.
Gli faceva male tutto, strinse le lenzuola e strinse i denti, provava rabbia e nient'altro, sentimento a lui sconosciuto che provava solo in quel momento.

{Un'anno dopo}

Regno si trovava di nuovo in quel salone, suonava il pianoforte, avrebbe preferito suonare il violino ma purtroppo non poteva, non ne aveva uno a disposizione in quel momento.
I.Austroungarico era con I. Tedesco in una chissà quale riunione, a Regno non importava tanto di quello di cui parlassero, però lo incuriosiva il perchè di così tanto tempo di durata di ogni riunione.
Si toccava il ventre, aspettava un'erede, un'erede che non avrebbe mai voluto in quelle circostanze, ne era disgustato.

Si alzò, andò verso l'ufficio, si mise ad ascoltare non sentiva nulla, cosa che lo infastidiva molto. Aprì leggermente la porta, quello che vide lo sconvolse, si baciavano, se non fosse arrivato chissà dove sarebbero andati a finire.
Aprì la porta violentemente.
«R-Regno?..» l'austriaco lo guardò.
Non parlò, si limitò a dargli un sorriso, un sorriso da psicopatico quasi, un sorriso malato che metteva inquietudine.
«Regno possiamo spiegare» si intromise il tedesco.
«Allora fatelo. Fatelo, fatemi sentire quanto vi amate, non vedo l'ora di sapere» aveva una voce fredda, affilata, secca. Rise, la risata era altrettanto malata, gli pulsavano le vene di rabbia, le pupille ristrette.
«Andiamo. St aspettando le spiegazioni~»
«Caro..io» I. Austroungarico riuscì a pronunciare solo quelle parole, l'inquietudine di quell'espressione che l'italiano aveva stampata in viso non lo faceva parlare.
«Come immaginavo» .

Regno iniziò a correre lungo il corridoio che portava alle scale, i due imperi lo seguirono.
«Regno, aspetta!»
Diede un calcio ad un mobile, facendo cadere del vetro rotto, li bloccò per un'attimo, arrivando alle scale, li guardò.
«Volevi un'erede? Un'erede è quello che perderai» fece un passo in dietro, due, tre, si lasciò cadere.
«REGNO!»

Ed aveva ragione, l'erede lo perse, come perse una guerra, Regno ebbe la sua vendetta due volte, uccidendo sia il suo erede che lui.

{Angolo Autore}
Questa one-shot mi è piaciuta. Il nostro Fasci ci sa fare, anche quasi ammazzandosi. Come sempre tra l'altro.

-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒




•{𝐼𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝐴𝑢 𝑒 ℎ𝑒𝑎𝑑𝑐𝑎𝑛𝑜𝑛 𝐶𝑜𝑢𝑛𝑡𝑟𝑦ℎ𝑢𝑚𝑎𝑛𝑠}•Where stories live. Discover now