Capitolo 1. "Una normale Giornata"

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Mi sveglio, avevo la luce accecante del sole sulla faccia.
Avevo la testa che mi martellava perché ho dormito poco, ho giocato tutta la notte con i miei amici a Fortnite e poi alle 5 mi sono buttata nel letto, beh peccato che erano le 9 del mattino quindi non avevo dormito veramente un cazzo.
Però mi seccava rigettarmi sul letto una volta chiuse le finestre per il sole, quindi al diavolo rimarrò sveglia, anche perché tra poco devo prepararmi e andare in università. Mentre mi alzavo dal letto mi é venuta in mente una cosa, "CAZZO DALILA C'ERA L'ESAME OGGI!" Urlo a me stessa.
Mi rassegno all'idea di passarlo, ieri mi é proprio sfuggito dalla mente perché una volta che avevo acceso il mio PC e avviato la chat vocale con i miei amici mi sono proprio completamente dimenticata, passare il tempo con loro é fantastico, passano ore e ore mentre giochiamo e sembrano passati 2 minuti, mi diverto troppo con loro sono fantastici.
Si é fatto tardi, mi vesto infilandomi una classica maglietta nera a maniche lunghe attillata, dei jeans blu chiari, le mie fedeli Globe che non mi possono mai abbandonare e il chiodo in pelle.
Mi do una sistemata ai miei lunghissimi capelli mori ricci, ma così tanto ricci che se il detto:"Ogni riccio un capriccio" fosse reale saremo tutti nella merda.
Mi metto giusto un filo di Eyeliner e il mascara e poi sono pronta a partire, però non avevo voglia di prendere su la macchina quindi prendo la mia moto da enduro KTM 6 days 125. Sono sempre stata un po' maschiaccia e un altra mia passione sono le moto, mio papà prima di lasciarmi per un brutto tumore, me la regalò sapendo della mia passione. "cavolo quanto mi manca" dico accarezzando la mia moto.
Cerco di scacciare via i brutti pensieri, purtroppo mi sono abituata a stare da sola dopo la perdita di mamma mi era rimasto solo lui come figura materna/paterna, ora sono completamente da sola.
Salgo sulla mia moto e parto, accelero, accelero così forte che il vento diventò ghiacciato sulla mia pelle e il cartelli stradali li vedevo per una frazione di secondo.
E continuo così fino a che la voce della mia coscienza mi dice:"Dalila rallenta non risolvi nulla così", cerco di calmarmi, ma purtroppo quando non mi sfogavo con un Joystick, l'altro mio metodo per calmarmi era andare in moto, mi schiariva i pensieri.
Appena arrivata in università incontro i miei amici. Joel era il classico bravo ragazzo, moro con gli occhi verdi e dal fisico secco. Poi c'era Nathan un ragazzo dai capelli color carota pieno di lentiggini e con una montatura nera, gentile e sempre disponibile. Poi c'era Elisabeth, l'altra donna del gruppo, una ragazza bassina, bionda con gli occhi di un castano intenso, ovunque andasse lasciava un dolce profumo di rose e incenso, adoravo quel profumo.
"Ciao Raga" dico con immensa gioia, "Ciao Dal, finalmente sei arrivata ti stavamo aspettando, immagino che hai studiato per l'esame dopo la partita di ieri", mi dice Nathan con una nota di ironia nella sua voce.
"Penso che sapete già la mia risposta", dico ridendo.
Ci avviamo in classe, era una classe enorme tutta bianca con i banchi e le sedie di legno.
Infondo all'aula c'era il professore che ci attendeva con le verifiche in mano, era un uomo di mezza età dal volto visibilmente stanco e poco curato.
Prendo la verifica e incomincio a mordicchiare la mia penna per il nervosismo e mi guardo intorno, guardo i miei amici anche loro nella mia stessa situazione, tranne Nathan il cervellone della compagnia che aveva stra studiato ed era assorto dai suoi pensieri.
Finché io non mi immergo completamente nei miei pensieri, penso a quanto la vita sia stata crudele con me, però ho degli amici fantastici ma sento che mi manca qualcosa, o meglio, forse qualcuno.
Nel mentre che sono assorta nei miei pensieri Elisabeth mi scuote il braccio,"Dal, é finito il tempo hai scritto qualcosa?", Guardo in basso e incomincio a fissare il mio foglio ancora completamente bianco. "Oh merda" esclamo, mi alzo e porto il foglio al professore, "Dalila da te mi sto aspettando ancora un miglioramento, capisco che hai passato una situazione difficile con tuo padre ma devi impegnarti", mi dice con un tono severo e con la voce un po' rauca per colpa delle sigarette.
Non gli rispondo, giro i tacchi e me ne vado.
Facile a dirsi, lui non lo ha mai provato un dolore del genere, non sa cosa vuol dire rimanere completamente soli.
Rincontro i miei amici fuori dall'università riuniti in un gruppetto come sempre, mi unisco anche io al gruppetto.
"Oi Dal, facciamo una partita appena arrivi a casa", mi chiede Joel. "Ovvio Bro, secondo voi vi dico di no?", Rispondo. "Cod o Fortnite?", Chiede Nathan. "Dai raga lo sapete che odio Cod perché mi fa smattare", dice Elisabeth. "Va bene El, vada per Fortnite", gli rispondo sorridendo.
Torno a casa con la mia moto, la parcheggio in garage e vado a mangiare una pasta con il tonno in cucina, lo so fa cagare, ma non ho voglia di cucinare.
Una volta finito mi svesto e mi metto beatamente in mutande con sopra una felpa nera oversize, amavo stare comoda in casa.
Mi siedo sulla mia sedia da gaming davanti alla mia postazione tutta interamente RGB, in genere non amo molto il colore però nella mia postazione volevo qualcosa di allegro.
Entro su Fortnite e aggiungo alla chat vocale Nathius_09 (Nathan), JJ443 (Joel) ed Ellie_pwr (Elisabeth).
Incominciamo a giocare e passano le ore fino a che  i miei amici sono dovuti andare per diversi impegni, sono rimasta sola nella lobby di Fortnite finché un certo Link_Bowser mi aggiunge alla chat vocale.
"Sniper_Dal eh?, Bel nickname", dice lo sconosciuto ridendo.
"Saresti?", Dico irritata.
"Wow, una ragazza non me lo aspettavo", dice sorpreso.

ANGOLO DELLO SCRITTORE

CIAO RAGAZZUOLI, ECCO A VOI IL PRIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA, SE VI É PIACIUTO VI INVITO A METTERE UNA STELLINA PER SAPERE IL SEGUITO😊.

GRAZIE❤️

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⏰ Last updated: Feb 08, 2023 ⏰

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