CAPITOLO 32: SI TORNA ALL'ASILO

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"No, amore, è una cosa ben diversa." spiegò con calma, continuando a pulirlo "Prima di tutto io non ti picchio, semmai ti sculaccio, che è decisamente differente."

Finito di pulirlo, prese un pannolino diurno e glielo infilò sotto al sedere, lo riempì di borotalco e gli abbassò le gambe, per poi inondarlo di esso anche sulla parte davanti.

"Sculacciare è diverso, dice?"

"Assolutamente. Se fosse la stessa cosa non si userebbe un altro termine, no? Prova a badarci: tutte le lingue terrestri hanno un termine specifico per indicare l'atto di colpire i glutei: sculacciata, spanking, nalgada, fessée, ma mai per i colpi ad un'altra parte del corpo, ad esempio le braccia. Perché? Perché le sculacciate sono una cosa a sé." gli spiegò, chiudendo le fascette adesive del pannolino "Inoltre, le sculacciate delle Tate sono date da mani esperte che sanno esattamente quando e come darle, non sono paragonabili a quelle che danno i genitori, per questo quando lo faccio io va bene e tu invece non puoi farlo sugli altri."

Gli diede dei colpetti amorevoli sul cavallo, sorridendo. Il nuovo pannolino aveva le stampe di Doraemon.

"E comunque un piccolo di casa non dovrebbe preoccuparsene troppo, dovrebbe fidarsi della sua Tata e basta." concluse, togliendogli le calze antiscivolo.

Riccardo sbuffò a quella frase, ma non replicò.

Una volta che fu rimasto con addosso solo il pannolino pulito, la Tata lo tirò giù dal fasciatoio e gli infilò una canottiera bianca, per poi prenderlo per mano e gentilmente condurlo verso la cucina.

Qui, lo mise nel seggiolone, gli mise il bavaglino di Peppa Pig e lo imboccò con un omogeneizzato a base di frutta. Riccardo lo mangiò senza fare storie e la donna, soddisfatta, gli diede poi anche il biberon.

Una volta che Riccardo ebbe bevuto tutto il latte, la Tata gli fece fare il ruttino e poi lo portò in bagno dove gli fece lavare i denti e provvide lei stessa a lavargli la faccia e le ascelle, con un notevole imbarazzo da parte del ragazzo.

"Ecco, amore, ora ci vestiamo e siamo pronti per un bel giorno d'asilo." sorrise la donna una volta finito di asciugarlo.

Riccardo annuì, poco convinto. Da un lato era contento di rivedere le sue amiche e non avere tata Sonia col fiato sul collo, ma non fremeva certo dalla voglia di fare tutte quelle attività imbarazzanti e avere a che fare ancora con Milena.

Sonia gli diede un bacino e presolo per mano lo condusse fino all'atrio, dove gli fece mettere le ciabattine e gli infilò un grembiulino identico a quello di due giorni prima, concludendo il tutto ovviamente attaccando ad esso la catenella col ciuccio.

Riccardo si vergognava terribilmente con quell'outfit. Forse non era la cosa di per sé più imbarazzante che la Tata gli avesse fatto mettere eppure la percepiva come tale, forse perché di base aveva sempre detestato l'asilo.

"Oggi avrete una lezione speciale, sai?" gli disse Sonia

La guardò, perplesso "Lezione speciale?"

"Sì, amore. Verrà un'insegnante esterna specializzata, vi divertirete tantissimo."

"Di cosa si tratta?" la stava squadrando dubbioso, dopotutto non si fidava moltissimo del concetto di divertimento delle Tate.

"Oh, non voglio rovinarti la sorpresa." ridacchiò l'aliena, prendendo le redinelle.

Riccardo sbuffò ma non insistette, ritenendo che sarebbe stato inutile. Mentre la Tata gli metteva le redinelle, chiese invece "Lei come lo sa, Tata? Ha parlato con Rossella?"

"Non direttamente. La maestra ce l'ha scritto sulla chat di gruppo."

"Chat di gruppo?"

Sonia aprì la porta e cominciò a camminare, esortando dolcemente Riccardo a fare lo stesso. Pochi istanti dopo, si ritrovarono in strada.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now