Capitolo 1

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“Alle 20 ti voglio pronta Chiara, vengo a prenderti e usciamo a cena” un messaggio che non ti lascia scelta. Stacchi dal lavoro e vai a casa, doccia veloce, ti trucchi e ti vesti. Non ti ha dato indicazioni su cosa indossare, vai sul sicuro e scegli il vestito blu che ti ha regalato lui, metti le scarpe e scendi. È già lì, scende per aprirti la portiera e sali in macchina, ti accarezza il viso e ti solleva la gonna. “Apri le gambe” ti sussurra. Esegui senza esitare, sposta le mutandine e ti infila un ovetto vibrante, accende la macchina e parte. Il ristorante è elegante, caldo e accogliente, ordinate e mentre cenate parlate del più e del meno, una serata tranquilla finché decide di accendere l’ovetto. Sussulti sulla sedia “datti un contegno” ti sussurra. Prendi il tovagliolo tra le mani, lo stringi, stringi le gambe, e proprio mentre il cameriere si avvicina per servirvi il caffè raggiungi l’orgasmo. Trattieni il respiro, calchi le unghie nelle tue cosce, senti Daniele dire al cameriere che va tutto bene, il tuo corpo si rilassa e ricominci a respirare.

Frammenti: “Si, voglio essere tua” rispondi con voce bassa, quasi non ti si sente. Il tuo corpo sta fremendo qualcosa che non conosci, non sai, non capisci cosa chiede. Sei confusa, eccitata, cosa succede? Nemmeno lo conosci, non sei riuscita a dirgli di no. “Non avere paura Chiara. Imparerai ad apprezzare e a godere”. La tua testa accenna un si contro il tuo volere, al tocco della sua mano sulla tua spalla sussulti.

Uscite e ti porta a casa sua “stanotte dormirai qui” – “si padrone” – “allora sai ancora parlare, non hai detto una parola fino ad ora” – “sono dispiaciuta per ieri mio signore, so di avere disobbedito e so che verrò punita”. Ti lascia andare in bagno a cambiarti, non ti ha preparato nulla quindi sai di dover uscire nuda. Vai in camera e lo trovi pronto a bendarti, le fredde manette stringono i tuoi polsi, subito dopo i colpi della frusta. Stronzo, ti ha lasciata in piedi per vedere come ti comporti, per vedere quanto resisti senza cadere per il dolore. I colpi bruciano, fanno male, cerchi di controllarti e di lamentarti il giusto “hai ringhiato abbastanza ieri sera? Stasera fai la brava cagnetta silenziosa?” – “No padrone è che…” – “non devi rispondere troia” un colpo sul seno ti fa scendere le prime lacrime. Senti le sue labbra sul tuo collo, il suo respiro caldo “stai resistendo, migliori giorno dopo giorno” un forte calore ti fa inarcare la schiena, cera bollente si sta posando sul tuo seno. Ti fa sdraiare, lega le tue caviglie al letto e ti riempie la figa di cera. Non riesci a soffrire, sei eccitata. La tua mente torna all’ovetto vibrante, è ancora dentro di te, lo senti forzare per uscire finché con un colpo deciso esce e si porta via gran parte della cera. Le frange del frustino fanno saltare il resto, quando sei pulita ti slega e rinfila l’ovetto. “La tua punizione fisica è già finita, ma avrai una notte insonne Chiara”. Vorresti togliere l’ovetto per rinfilarlo domani mattina ma sai che entrerà in camera ogni volta che lo accenderà.

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