Poteva solo trascinare Irina nel bagno delle donne, strapparle le calze e scoparsela senza neanche darle un bacio. Con lei funzionava cosí, sembrava le piacesse davvero essere trattata come la sua puttana personale. Si reggeva al bordo del lavandino mentre Aron si muoveva dentro di lei, tenendola ferma per i glutei magrolini. Le cadde una spallina del vestito liberando un seno, quando lui lo vide ci si fiondò sopra con la bocca, le morse il capezzolo e lo tirò verso di sè mentre continuava a spingersi con violenza contro i suoi nervi tesissimi. La sentí stringersi attorno alla sua erezione, gli bastò quello per venire. Le leccò l'ultima volta il petto e poi uscí lentamente.
Lei si ricompose. « Se vuoi che ti raggiunga in albergo, sai come rintracciarmi. » Sembrava compiaciuta.

E lo fece, quando Cassandra l'aveva chiamato, lui era ancora sveglio perchè aveva appena finito di farselo succhiare da Irina. Quando rispose al telefono aveva ancora i pantaloni slacciati, seduto sulla poltrona; in un primo momento aveva pensato che fosse finita nei guai, che Achille le avesse fatto del male e non sapesse chi chiamare. Irina era ancora in ginocchio. « Che succede? » Si stava pulendo le labbra con il dorso della mano. Lui non le rispose, la cacciò dicendole che fosse una cosa di lavoro.
Sei pronto a correre da lei?
Si che sei pronto a farlo.

Arrivò in anticipo. Cassandra era in ritardo.
Non sapeva da quanto tempo fosse lí ferma, lo stava guardando e improvvisamente gli parve cosí fragile che si chiese se non fosse il caso di chiamare Klaus. Ma che vai pensando. La chiamò con un gesto della mano. Quando la ebbe davanti si sentí a disagio, infatti l'aggredí, rimproverandola per una cosa che non esisteva: il modo in cui fosse vestita. Stava benissimo, però pareva tremare dal freddo. Trovò una scusa da stronzo per metterle la giacca sulle spalle. Perchè non riusciva ad essere gentile e basta?

Aveva bisogno dei muri che metteva tra lui e lei, erano fondamentali.
Temeva di scoprire cosa ci fosse oltre.
« Mi dici cosa hai combinato? » Il tono di voce voleva essere serio, ma gli uscí gelido.
La vide in difficoltà, pareva mortificata.
« Io niente, solo che siamo andate a casa di Achille e— » Serrò i denti, quella che venne fuori fu la più orribile delle espressioni, un brivido di gelosia gli trafisse lo stomaco, come se fosse la sua di sorella, non quella di Klaus. « Vanessa ha raccontato al suo amico che siamo amici, che sei amico di Klaus e che noi ce la stiamo spassando in Europa alle sue spalle. Dice che ha voluto sapere in che rapporti fossi con lui, lei gli ha detto tutto... » Merda.
« Come diavolo faceva a sapere tutte queste cose? » Ancora quel tono di rimprovero.
Lei esitò un momento. « ...Glie le ho raccontate io. » Non posso avercela con te. Aron sapeva che Vanessa fosse la sua unica amica, l'unica persona che avesse, non riuscí ad arrabbiarsi. E poi la vide troppo strana, sembrava si dovesse sentire male. « Ho pensato a quello che mi avevi raccontato, che fosse pericoloso, e poi ho visto la cicatrice che aveva sul braccio... » In che senso? Si sporse in avanti sul bancone, come se avesse bisogno di sentire meglio. Dai che hai capito, Nowak.
« Come hai fatto a vederla? »
Cassandra aggrottò le sopracciglia, lui si sentí un cretino. « Secondo te, Nowak? »
« Ti ha fatto qualcosa? » Strinse un pugno, ma Cassandra non potè vederlo.
« Ci ho fatto sesso, genio. » Lui schiuse la bocca, non capiva perchè gli desse tanto fastidio. Era giusto che si divertisse, anche se Achille lo detestava. Aveva ventidue anni, non sedici. Sembrava scocciata, divertita dall'apparente ingenuità del biondo.

La seguí con lo sguardo mentre cercava qualcosa nella borsetta, una sigaretta. Il barista la riprese e lui stava per dirgli di chiudere la bocca, ma contro ogni aspettativa fu lei a parlare.

« Le assicuro che io posso fumare dove mi
pare. E mi porti un posacenere, grazie. » Se ne stava seduta sullo sgabello con i gomiti puntati sul bancone, la giacca le stava alla perfezione, le cadeva larga sulle spalle e l'avvolgeva delicatamente. Con la mano libera si sistemò i capelli da un lato. Aron rimase in silenzio, fu una reazione strana, non se ne accorse subito. Non ricordava fosse cosí bella.
La stupida sorellina di Klaus.

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