CAPITOLO 1

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⚠️⚠️Avviso: contiene scene smut⚠️⚠️

If you keep going back
To what hurts you

One day,
It will kill you.

Cassandra era riuscita a trovare un abito che le stesse d'incanto, era della nuova collezione di Paco Rabanne, chiuso sul collo e aperto sulle spalle, cortissimo. Le paillettes le fasciavano il corpo e brillavano ogni volta che si muoveva. Sulle spalle il suo cappotto preferito, una pochette nera tra le mani. I capelli erano scompigliati, lasciati liberi, selvaggi, così come il trucco, scuro. Metteva in risalto chi occhi chiari.

Sorrideva a tutti come se ci fosse qualcosa per cui farlo, come se non vedesse l'ora di conoscere gli invitati di quell'inaugurazione, salutare Vincent, l'amico di Vanessa. Lei indossava un abito lungo, incrociato sulla pancia lasciava comunque vedere il ventre piatto, nero e attillatissimo, sembrava una dea.

« Ragazze! »
Vincent era altissimo, allargó le braccia per salutarle, Cassandra sorrise anche a lui, fece finta di voler essere lì. Si strinse nel cappotto e camminó in avanti spingendo le gambe lunghe sui tacchi a spillo. « Visto chi ti ho portato? »
Vanessa si avvicinó subito per abbracciarlo, qualcuno si era già girato per guardarli, la bionda si voltò freneticamente, sgranò gli occhi quando vide un fotografo avvicinarsi. Certo che ci sono i fotografi all'apertura del ristorante più esclusivo di Parigi. E probabilmente c'erano anche dei vip.
Non ci aveva pensato, era un bersaglio facile.
Non puoi avere cosí tanta paura.

« Cassandra Van Der Meer. » Le piacque l'accento francese con cui accarezzò il suo nome mentre lo pronunciava.
« In persona. » Lo guardò negli occhi scuri, lo vide richiamare un tizio che imbracciava una fotocamera. « Che fai? »
« Una foto con te è una pubblicità fantastica. »
« Si, eh? » Cassandra fece finta di non capire, fu Vanessa ad intromettersi. « Vincent mi devi mille favori. » Scosse il capo, poi salutò qualcuno dietro di loro.

« Voglio una foto anche con te, vieni qui, che aspetti. » Con un gesto della mano la invitò a raggiungerli davanti all'obbiettivo del fotografo, lui era in mezzo alle due e risplendeva della luce che loro emanavano. Cassandra sorrise, Klaus avrebbe avuto un altro indizio.

Quando entrarono nel locale furono accolte da un ambiente buio, la musica era troppo alta e le persone non si distinguevano l'una dall'altra. Non era bello come aveva immaginato, cercò Vanessa accanto a lei ma la vide impegnata a parlare con Vincent, non ci aveva pensato prima, forse gli piaceva. Decise che avrebbe trovato un modo per divertirsi.

Si avvicinò al bancone del bar per ordinare da bere, champagne, visto il posto. In mezzo alla folla faceva caldo, fece scivolare il cappotto leggermente giù dalle spalle, scoprendole. Pensò che fosse fastidioso doverselo portare appresso.
« Desidera? »
« Champagne. » La pronuncia francese era quasi impeccabile, l'aveva studiato troppi anni per non sviluppare una strana repulsione nei confronti di quella lingua cosí elegante, cosí diversa dalla sua. Cassandra era infatti di origini olandesi, ma come Vanessa, non aveva mai vissuto nelle terre dei suoi genitori.

« Non ci credo, Cassandra Van Der Meer. »
La bionda si volse che già aveva in viso il peggiore degli sguardi, era quasi certa di non conoscere quella voce, le labbra da cui provenisse. « Aron? » I capelli biondi gli cadevano ordinati sulla fronte e gli occhi erano i più cristallini che avesse mai visto.
« Non sei troppo piccola per questi eventi? » Comprese subito a cosa facesse riferimento: quando aveva sedici anni suo fratello pensò bene di chiedere a lui di darle ripetizioni di matematica, algebra, fisica soprattutto.

Era una specie di genio e Cassandra non lo aveva mai capito.
Storse la bocca. « Forse se tu troppo vecchio. »
Gli venne da ridere, piegò le labbra in un sorrisetto compiaciuto.
« Conosci Vincent? »
Cassandra scosse il capo. « Non io, una mia amica, e tu? »
« Più o meno. » Rimase sul vago, ma lei non vi diede peso, non le interessava sapere in che rapporti fosse con quel tizio. « Siete in vacanza a Parigi? »
« No. »
« E allora che ci fai qui? »
Alzò le spalle, lo guardò come se stesse per dirgli una cosa ovvia. « Siamo venute solo per stasera, domani me ne vado. »
Lui parve affascinato dalla sua smania di fuggire, assottigliò le iridi di ghiaccio e per un momento Cassandra si sentí gelare. « E dove scappi? »
Un sorrisetto malizioso le adornò il viso.
« Non posso dirtelo. »
« E perchè? »
« Perchè conosci Klaus, e io non voglio che sappia dove sono, non in maniera facile, almeno. »
Lui abbassò il viso, serrò le labbra « Sempre troppo ribelle. »
« Sei qui in vacanza? »
« Sono qui per affari. »
Non volle chiedere troppi dettagli, Klaus e i suoi amici non parlavano mai del loro lavoro. Era frustrante ma spesso una salvezza, cosí sembrava più facile fingere non fossero dei criminali.
« E comunque non parlerò con Klaus, non gli dirò niente neanche quando scoprirà che eravamo allo stesso evento. »
Lei sollevò le spalle, non riusciva a capirlo. « Tanto quando lo vedrai io sarò già volata
via. » Aron la guardava in un modo strano, sembrava la compatisse, eppure aveva qualcosa di familiare. Sorrideva, ma non voleva provocarla.
Non se n'era neppure accorta mentre era occupata a guardarlo, ma era arrivato il suo calice di champagne. Allungò le dita per afferrarlo, lui seguí i suoi movimenti lenti, come se stesse osservando qualcosa di raro.

REBORNWhere stories live. Discover now