Capitolo 17

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Riuscivo solo a sentire quel suono acuto nelle mie orecchie. Aveva bloccato tutto il resto, e per un momento, la mia mente aveva dimenticato tutto tranne quell'esplosione forte che mi aveva scossa. Non riuscivo nemmeno a vedere. Sembrava che solo il senso del tatto stesse funzionando correttamente, e se non fosse per quello, mi sarei sentita del tutto persa. Ma riuscivo a sentire il tessuto della t-shirt di Harry sotto le mie dita.

E lentamente, in ciò che sembrarono essere minuti ma che probabilmente furono invece soltanto secondi, le cose ritornarono alla normalità. I rumori nelle mie orecchie si calmarono, mentre la realizzazione mi colpiva; Harry aveva appena sparato ad un poliziotto. Mi teneva ancora stretta tra le sue braccia, non volendo che io assistessi al rapido omicidio. Ma era stato commesso a prescindere.

Sentii il suo braccio rilassarsi lentamente ed io iniziai a muovermi. I miei occhi erano già pieni di lacrime e non sapevo cosa pensare - sapevo di essere scioccata, turbata e spaventata - e non sapevo come comportarmi. Mi allontanai lentamente da Harry per guardarlo in faccia. Ma questo non mi aiutò, perché stava guardando, scioccato, l'uomo a terra davanti a noi. Seguii il suo sguardo e vidi il sangue.

"Rose. . ." Disse a bassa voce, senza guardarmi. "Dobbiamo andare via. Ora."

Il suo tocco si spostò e cominciò ad andare verso il retro della stanza. "Dai, Rose. Non guardarlo."

Scossi la testa. Non era davvero successo. Non riuscivo a formare dei pensieri completi, non sapevo neanche se fossi in grado di camminare. Ma il mio corpo mi dimostrò il contrario, ed iniziai a prendere le nostre borse. Le mie mani tremanti piegarono le lenzuola che avevo disteso a terra la notte scorsa; solo qualche ora fa, quando le cose stavano andando per il meglio.

Non avevamo avuto nemmeno il tempo di dire buongiorno che le cose avevano preso una brusca virata, ed ora un uomo giaceva morto a terra a pochi metri da me. La situazione era sbalorditiva, e non sapevo come reagire.

Morto. Una piscina di sangue scorreva intorno a lui, ed io ed Harry stavamo semplicemente mettendo a posto le nostre cose come se non fosse successo nulla. Anche se era stato piuttosto maleducato, quest'uomo era il figlio di qualcuno, forse il marito di qualcuno o un padre.

"Stai bene?" Mi chiese Harry e sobbalzai per il suo tocco sulla mia spalla.

No, non stavo bene. Ma avevo preso tutte le mie cose, quindi feci del mio meglio per rimettermi in sesto, ed annuii soltanto, mentre guardavo ancora a terra. Riuscivo a sentire i suoi occhi su di me, ma non volevo guardarlo.

"D'accordo, allora andiamo," disse. Rimanemmo lì in piedi e la sua mano scivolò da sopra la mia spalla. Mi guidò attraverso le mura, il più lontano possibile dal corpo. Anche se Harry si trovava alla mia destra, in mezzo a me e al poliziotto, il respiro mi si smorzò lo stesso in gola quando vidi la mano priva di vita. "Dai, Rose, non guardarlo, andiamo," disse di nuovo Harry, accelerando il passo.

La mia mente era in stato di shock ma riuscii ad uscire dalla porta. Ci guardammo prudentemente intorno, come se qualcuno fosse qui fuori pronto a condannarci per il nostro reato. E poi il passo accelerò, e ci ritrovammo a correre velocemente, strappando i rami degli alberi.

E dopo guardai il suo viso; era pallido. C'era quella piega tra le sue sopracciglia mentre si concentrava sui suoi passi, ma non vidi paura, colpevolezza o nausea, cose che io stavo provando. Perché non era scioccato per quello che era appena successo? Voglio dire, un uomo era appena stato sparato. E anche se era stato Harry a premere il grilletto, io ero stata lì a lasciarglielo fare. Avevo voluto che lui lo facesse. Ma non avevo pensato al fatto che avrei visto il sangue dell'uomo disteso sul pavimento, non avevo pensato alla sua pelle morta.

Chaotic [h.s.] (italian translation)Where stories live. Discover now