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«Oh bella, e questo di chi sarebbe?»

Colin O'Leary stava raccogliendo solerte la cima su cui era inciampata Mrs Lockhart dopo un ordine secco del capitano – seguito poi da un crescendo di starnuti sconnessi – quando tra le spire della fune, come un grosso serpente acciambellato, scorse un logoro sacchettino in pelle sdrucita che afferrò tra due dita con aria dubbiosa.

«È caduto a Mrs D» gli arrivò il commento roco di Paulie dalle spalle, che stava tesando la vela di trinchetto assieme a Kinkaid, interrompendo il loro sguaiato coro di carole sconce.

«Aye? Converrà riportarglielo subito.»

Volenteroso, balzò agile verso le scale di boccaporto quando la punta dello stivale rimase impigliata nella medesima malevola fune, in placida attesa sulla tolda scura. Ebbe la prontezza di spirito di appallottolarsi con un guaito allarmato, coprendosi la testa tra le forti braccia, prima di rotolare come una palla da bowling fino al primo ponte di batteria, con un boato che rimbombò per tutta la nave.

Tanto Paulie quando Kinkaid si lanciarono spaventati dietro al nostromo per poi sospirare di sollievo nel trovarlo in fondo alle scale che si puntellava sui gomiti per rialzarsi, accompagnando il tutto con una serie di imprecazioni particolarmente colorite.

Ross e Dima, che stavano discutendo con il capo carpentiere Thomas Chadwick delle condizioni dei supporti dei cannoni, accorsero a quel trambusto e il vice artigliere allungò un braccio per afferrarlo per un gomito e aiutarlo ad alzarsi. «Oi, sei tutto intero? Qualche ferita?»

«Solo nell'orgoglio» sibilò con il volto paonazzo per l'imbarazzo, ma al rimettersi in posizione verticale ebbe come una scossa e sbiancò, le pupille gli si dilatarono.

«Magari anche altrove» fu il commento ironico dello scozzese mentre gli passava un braccio sotto le ascelle, lasciando che l'irlandese si poggiasse appena su di lui. «Sostieniti a me, ti porto in infermeria.»

«Credo di essermi rotto un dito del piede, sto per vomitare.»

«Meglio fuori che dentro, coraggio.»

Il capannello di persone accorse al trambusto si disperse come brina alle prime luci del sole appena O'Leary rigettò un fiotto di bile calda sul pavimento, sperando nella fortuna di non venire sorteggiato per la pulizia dei pavimenti sottocoperta, cosa che Rupert Tennant osservò con malcelata disapprovazione, ed emise un rumoroso sospiro accompagnato da una melodrammatica scossa del capo pelato prima di tornare nella sua arrampicata in solitaria per le stive. Stava per entrare nel deposito del velaio quando il piede calpestò qualcosa che emise uno spiacevole scricchiolio di oggetto friabile frantumato sotto la suola consumata delle scarpe.

Incastrò sotto l'ascella il libro mastro che si trascinava stoicamente dietro nelle sue ronde e si chinò per osservare l'oggetto che aveva inavvertitamente pestato, accomodandosi i sottili occhialetti tondi sul lungo setto nasale.

Un sacchettino?

Allungò il braccio libero per raccoglierlo quando, scorgendo minuscoli frammenti dalle forme vagamente familiari di un bianco sporco tendente al giallo usciti fuori dalla borsetta in pelle, provò un improvviso brivido lungo la spina dorsale nonostante la pesante giacca in lana grigia. Non riuscì però nemmeno a sfiorarlo perché il brivido si tramutò in un'improvvisa fitta calda e lacerante alla schiena che dalla gamba sinistra si irradiò fino a quasi alla spalla, paralizzandolo.

Con un grugnito soffocato, lasciò cadere il pesante tomo che gli finì sul piede, ma non riuscì a mettersi dritto, il dolore lo trafisse di nuovo, dandogli quasi la nausea, e fu allora che emise un grido rauco intriso di spavento: «N-non riesco a muovermi!»

Of Seamen and Maidens - ANOTHER CHRISTMAS STORYWhere stories live. Discover now