capitolo venticinque

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"Hai un posto nel mio cuore che nessun altro potrebbe avere."
FRANCIS SCOTT FITZGERALD

Aprire gli occhi la mattina è sempre l'azione più faticosa della giornata a mio parere

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Aprire gli occhi la mattina è sempre l'azione più faticosa della giornata a mio parere.

Ma oggi più di ieri.

10 gennaio 2019.

È stato il giorno in cui ho messo in dubbio anche il mio stesso respiro. L'ultimo giorno di normalità prima di cadere in un vortice di paura, rabbia, dolore.

Da quel giorno tutta la mia vita ha iniziato ad accartocciarsi. Non mi stava nemmeno più a sentire. Non sentiva nemmeno più i miei singhiozzi, semplicemente continuava ad affondare la lama nel mio stomaco.

Quando mi siedo sul materasso: i capelli arruffati e la fronte sudata, capisco che ho fatto di nuovo lo stesso sogno. Lo stesso sogno, ogni dieci gennaio da tre anni.

Mi asciugo la fronte con il dorso della mano e poi sbuffo per mandare via il peso che attanaglia il cuore.

Ho sempre dato per scontato la presenza di mio padre, soprattutto dopo che la mamma se ne è "andata". Ma ora mi rendo conto che avrei dovuto godermi di più i momenti con lui. Non dovevo lasciarli da parte pensando di averli per sempre, perché ora non gli ho più, e mi mancano terribilmente.

Quando scendo le scale noto le luci della cucina accese, il che è strano visto che sono appena le otto. Scendo anche l'ultimo gradino e mi fermo quando sento due voci ben distinte provenire dall'interno della stanza.

La prima voce è chiaramente quella bassa di Nyx, mentre l'altra è femminile, quindi a meno che Meda non abbia imparato a fare frasi complete nella notte, la donna che parla con Nyx deve essere Clarke.

La conferma mi giunge quando arrivo all'arco che collega la cucina al salotto e trovo i due ragazzi a parlare, o meglio: Clarke che prova a parlare con Nyx, Nyx che le risponde male o non le risponde proprio. Avevo capito che si sopportavano, ma a quanto pare mi sbagliavo.

«È un adulto, sta a lui decidere cosa fare.»

Dice la bionda portandosi alle labbra la tazza fumante.

«Tu gli hai spezzato il cuore l'ultima volta, scusami se non mi fido di te.»

«Non ho scelto io di fare colpo su lui, accettalo.»

«Ma non hai esitato a metterti con lui quando te ne ha dato l'opportunità. Se non eri pronta potev-»

Un rumore dal piano di sopra fa scattare Nyx nella direzione della porta, facendo incrociare il suo sguardo con il mio.

«Scusate, non volevo.»

Borbotto facendo un passo avanti. Mio fratello si alza dalla sedia girevole e si dirige verso di me ammorbidendo lo sguardo, mi schiocca un bacio sulla tempia e poi dice in modo molto chiaro: «Tranquilla, scheggia. Me ne stavo andando, questa conversazione è inutile.»

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