Capitolo 15: L'Appeso e il Bagatto

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Armance fece spallucce: «Dai Saturnalia, su per giù»

Altea sgranò gli occhi: «Almeno stai usando ancora l'unguento solare

Lui annuì: «Solo per comodità...perché sei tanto sconvolta? Papà era notoriamente contrario perfino all'unguento solare»

«Papà era un vampiro secolare in grado di controllarsi ed era molto ligio alle regole, prendeva le sue pozioni in relazione alla sua grande capacità di contegno»

Armance si divincolò dalla presa di Altea: «Magari sto imparando anche io, no? Non mi è forse concesso imparare, crescere e maturare?»

Lei fece un passo indietro: «Non lo so, ma tutto questo non mi piace, per niente»

«Stai tranquilla Altea, non devi preoccuparti»

«Sei diverso, ti comporti in modo strano anche con Duccio e sei assente ai tuoi doveri di Rappresentante, non prendi più la tua pozione e sembra che te ne stia infischiando di ciò che accade alle Creature della Notte, proprio tu, che sei sempre stato così agguerrito e deciso a cambiare le cose»

Armance accennò un sorriso: «Forse è giusto che il testimone passi a te, io sono così stanco di tutto questo Altea»

«Io vedo che qualcosa non va in te, parlamene, credi forse che sia troppo stupida per capire? O troppo impegnata per ascoltare? Non c'è nulla che richieda la mia attenzione, sono sola, perché non possiamo contare l'uno sull'altra? Sei mio fratello Armance...parla con me»

«Apprezzo molto le tue parole, ma sono stufo di lottare a vuoto, di combattere per una causa fatta di fumo e aria, ho cambiato prospettive»

Altea sospirò: «Allora parlamene! Confidati con me, dammi retta! Andiamo a mensa insieme, raccontami un po' di come ti senti»

Armance guardò l'orologio a pendolo nell'angolo: «Oh no, questa sera ho da fare, in realtà sono già in ritardo»

«Per cosa?» domandò lei confusa.

«Ho un rigido piano degli argomenti da studiare per l'A.R.C.A.N.U.M. diviso in giorni, stasera devo affrontare i tre argomenti che mi sono prefissato, non posso restare indietro, devo finire ancora la tabella del pomeriggio»

Altea non replicò, non voleva essere scacciata con insofferenza: «Allora magari un altro giorno, no?»

Armance si allontanò dal caminetto: «Ma certo»

Altea se ne andò salutando a testa bassa, si chiuse la porta alle spalle stringendo ancora la lettera di sua madre fra le mani, poteva scriverle a nome di tutti e due, sarebbe stato di compagnia, non aveva altro da fare in fondo e nessun altro con cui parlare.

Altea se ne andò salutando a testa bassa, si chiuse la porta alle spalle stringendo ancora la lettera di sua madre fra le mani, poteva scriverle a nome di tutti e due, sarebbe stato di compagnia, non aveva altro da fare in fondo e nessun altro con...

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Appena Atea chiuse la porta Armance corse in camera sua, era in ritardo.

Aprì l'armadio e prese la sua scatola blindata. L'unico luogo davvero sicuro che conoscesse. Pronunciò la formula e sollevò il coperchio, dentro, accanto alle fiale inutilizzate di pozione corporeizzante, c'era la Bussola Magica di Susanna da Selinunte. Era il momento di utilizzarla.

Aeternam II: Il Mistero della CongregaOnde histórias criam vida. Descubra agora