Capitolo 15: L'Appeso e il Bagatto

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Altea bussò delicatamente, una volta, poi una seconda, poi una terza con più insistenza.

«Eccomi!»

La porta si aprì e dall'altra parte spuntò il viso pallido di suo fratello, crucciato come sempre.

«Stavi studiando?» chiese lei.

Armance si passò una mano sul viso poi annuì: «Ti serve qualcosa?»

«No» Altea alzò la lettera che teneva fra le mani: «Mamma ci scrive, è indirizzata ad entrambi, dovremmo leggerla insieme non credi?»

«Sì, certo» Armance aprì del tutto la porta e fece entrare sua sorella.

Lei aprì subito la lettera, era evidentemente impaziente: «Leggo io, va bene?»

Armance si limitò ad accomodarsi su una delle due poltroncine dell'area comune.

Altea si schiarì la voce e lesse: «Cari ragazzi, vi scrivo per informarvi di un'infausta notizia, vostra zia Eufemia, che forse non ricordate vividamente, è stata aggredita. È sopravvissuta per un soffio all'attacco, ma è in condizioni molto gravi e non si sa ancora se andrà tutto bene. Vi invito a non lasciare la scuola durante questi tempi infausti, evitate anche il Rione Lengheletto se potete e guardatevi sempre le spalle. Questi terribili eventi sono sintomo di un grande male che si sta allargando a macchia d'olio su tutti noi, non abbassate la guardia. Vi voglio bene e non vedo l'ora di riavervi fra le mura di casa. Mandate un corvo appena potete, desidero solo sapere che stiate bene»

Altea ripiegò la lettera, senza aggiungere altro, le sue mani tremavano leggermente.

«Eufemia è la cugina di papà giusto? Quella che vive a Torino?» disse semplicemente Armance.

Altea gli rivolse uno sguardo turbato.

«Credo sia la zia che ti aveva fatto quell'assurdo regalo di ammissione ad Aeternam, forse non te lo ricordi...»

«Armance»

Lui alzò la testa imperturbabile.

«Un altro attacco alle Creature della Notte, nella nostra famiglia, dopo...dopo quello che è successo a papà» la voce di Altea era incerta.

Armance si sistemò più comodamente sulla sua poltrona: «Già, un altro attacco e nessuno farà niente. Mamma si preoccupa, noi ci struggiamo, la zia Eufemia forse morirà e cosa cambierà? Nulla, niente» disse calmo.

«Perché ti comporti così?»

«Mi comporto come si comportano tutti, ci passo sopra, non è questo che dovremmo fare?» Armance inarcò un sopracciglio: «Puoi sempre andare ad indignarti al Club insieme a Duccio, magari qualcuno verserà anche qualche lacrima e poi, come sempre, non cambierà nulla»

«Armance...» Altea non sapeva cosa dire.

Lui si alzò con comodo, posò una mano sulla mensola del caminetto e guardò dritto nello specchio che la sovrastava: «Da quanti mesi quelli come noi vengono aggrediti, uccisi, trucidati in un susseguirsi di odio e scempiaggini? E come è stata risolta la cosa?»

Altea osservò la superficie immacolata dello specchio, non c'era nessun riflesso al suo interno: «Non hai preso la pozione corporeizzante

«No, ho smesso da un po', non noto effetti negativi e mi sento meglio»

«Armance, senza la pozione corporeizzante non puoi dosare bene la tua forza e verrai bombardato dai pensieri superficiali di tutti!» esclamò lei.

«Non è poi così male, riesco a non curarmi dei pensieri altrui, dopo un po' ci si fa l'abitudine»

Altea si avvicinò e afferrò il fratello per un braccio: «Da quanto tempo hai smesso di prenderla!?»

Aeternam II: Il Mistero della CongregaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang