Capitolo 73

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POV'S DI ADRIAN.

Salgo le scale lasciando mia madre e Ariel al piano di sotto senza degnarle di uno sguardo; sto ribollendo dalla rabbia dopo quello che mi ha raccontato la ragazzina.

Cazzo! Quei figli di puttana si sono alleati per eliminarmi!

Dovevo immaginarlo, in fondo sono il loro unico nemico. Mi domando solo come si siano conosciuti, sono certo che Cole non conosceva Andrew anche perché abitano in città e Stati diversi, quindi come cazzo hanno fatto a mettersi in contatto? 

Di sicuro qualcuno deve aver fatto da intermediario, ma chi? Chi mi ha tradito? Per forza di cose deve essere qualcuno che mi conosce, qualcuno che mi sta vicino, che conosce il mio odio per Andrew e la mia voglia di vendetta per quello che mi ha fatto Cole. 

Mi sta scoppiando la testa con tutte queste mille domande, ho bisogno di sfogarmi e di solito mi sfogo scopando qualcuna delle ragazze, ma adesso non ho voglia di uscire di casa e allontanarmi da qui, è tardi e in giro  troverei solo puttane di strada disponibili.

Entro in camera mia e noto con grande sorpresa che mia madre non ha fatto togliere il mio sacco da combattimento; almeno con qualcosa posso sfogarmi.

Mi libero della camicia nera e dei jeans, indosso solo dei pantaloncini e inizio a darci dentro sfogando tutta la mia rabbia sul quel sacco.

Immagino di avere Andrew, Cole davanti a me e ad ogni immagine tiro pugni su pugni, senza mai fermarmi.

Sento il dolore alle nocche delle mani, i tendini che si allungano, il formicolio ai muscoli delle gambe per la postura tesa e il sudore che mi cola dalla fronte e giù per le spalle, ma non mi curo di nulla. In questo momento ci siamo solo io e la mia fottuta rabbia e voglia di vendetta a fare da padrone.

Vedo dallo stipite della porta la luce del corridoio accesa e mi fermo, guardo l'ora sulla radiosveglia del comodino che segna le 04.15. Non credevo che avessi passato così tanto tempo a sfogarmi e più di un'ora che tiro pugni al sacco.

Ma quello che più mi incuriosisce ora è capire  chi cazzo si è alzato quest'ora. 

Decido di andare a dare un'occhiata, non vorrei che Ariel si fosse svegliata e non si sentisse bene. 

Apro piano la porta di camera mia e mi avvio verso le scale per andare al piano di sotto, cercando di fare il meno rumore possibile. Mi piace arrivare alle spalle delle persone, cogliendole di sorpresa.

Faccio una smorfia appena mi rendo conto arrivato in cucina, che  in piedi davanti alla penisola  di spalle alla porta, c'è quel coglione del mio patrigno. 

Non capisco mia madre cosa ci trovi in questo damerino del cazzo senza spina dorsale, mio padre era mille volte meglio, prima che si abbandonasse alla droga e all'alcol.

"Buh" gli urlo dietro alle sue spalle, dopo che mi sono avvicinato piano senza far rumore.

Quest'ultimo si sporca la camicia di caffè, mentre inizia a tossire visto che la bevanda gli è andata di traverso per lo spavento.

Sghignazzo tra me e me, lo so, sono un fottuto bastardo, ma volevo troppo vedere la sua faccia sorpresa non appena mi rivedeva di nuovo in questa casa. 

"Che cosa ci fai qui?" mi chiede ancora tossendo.

"Sono cazzi miei" che deficiente pensava che mia madre mi avrebbe tenuto a lungo lontano da loro. Non ha ancora capito che, nel cercare di essere la donna e madre modello, prima o poi mi avrebbe riaccolto in casa, se non addirittura supplicatomi di tornare.

FADED (VERSIONE FAN-FICTION)Where stories live. Discover now