Galeotta fu un'uscita a quattro

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È un normalissimo e tranquillissimo venerdì pomeriggio.

Almeno fino a quel momento.

Manuel è in garage e, già da qualche ora, sta provando ad aggiustare la macchina di un'amica di sua madre con scarsi risultati.

Poco distante da lui, Chicca è appollaiata su uno sgabello e disegna distrattamente sul suo taccuino.

Dopo essersi lasciati lei per un po' l'ha odiato. Una sera, però, dopo mesi di silenzio, rientrando a casa se l'è ritrovato seduto sui gradini fuori la sua porta.

«Dobbiamo parlare» le ha detto e, nonostante la voglia fortissima di tirargli un pugno, qualcosa nello sguardo di Manuel l'ha convinta ad ascoltarlo. È stata una conversazione sincera, a cuore aperto. Lui le ha chiesto scusa per il suo comportamento, le ha detto che le vuole bene e che non avrebbe mai voluto farla soffrire e, soprattutto, le ha confidato che ha capito di essersi innamorato di Simone.

Chicca, in realtà, non si è neanche stupita più di tanto. Qualcosa lo aveva già captato da tempo ma, nonostante questo, sentirlo da lui è stata tutta un'altra cosa. Lo ha abbracciato forte, lo ha perdonato e si è fatta raccontare tutto dall'inizio.

Da quella sera, il loro rapporto è rinato. Hanno capito che in realtà come coppia non avrebbero mai potuto funzionare ma che come amici, invece, funzionano proprio bene.

Da mesi, ormai, non è strano trovarla lì in garage con Manuel.

A Simone all'inizio questo rapporto nuovamente così stretto è sembrato strano. Ne è stato anche geloso, era convinto che ci stessero riprovando. Poi ha capito che avevano semplicemente trovato un nuovo equilibrio. Quello che vorrebbe disperatamente riuscire a fare anche lui. Ed è davvero felice che loro due si siano ritrovati, che Manuel abbia anche un'altra persona su cui poter contare.

Quello, quindi, sembra proprio un pomeriggio come tantissimi altri. Finché Simone non arriva al garage.

Manuel riconosce i suoi passi prima ancora che l'altro possa dire una sola parola. Ha letteralmente la testa infilata sotto una macchina e capisce che Simone è appena entrato riconoscendo i suoi passi.

Tipica cosa da migliori amici, non c'è che dire.

«Speravo proprio di trovarvi qui» esordisce Simone, «ho bisogno di un consiglio».

«Oh Simo, ciao» Chicca alza la testa dal suo taccuino, lo chiude e lo poggia sul bancone degli attrezzi. «Dicci tutto».

Manuel poggia a terra la chiave inglese che stava usando, sbuca da lì sotto e, nell'istante in cui Simone parla, si ritrova a complimentarsi mentalmente con sé stesso per la scelta di restare seduto perché probabilmente le sue gambe non avrebbero retto alla notizia.

«Mi serve un consiglio. Stasera devo uscire con Lorenzo e non ho idea di cosa mettere» annuncia tranquillo Simone.

«In che senso?» è tutto ciò che riesce a dire Manuel, anche con voce un po' stridula.

Chicca gli rivolge una veloce occhiata, indecisa se intervenire o meno.

«Cosa "in che senso" Manu? Mi ha chiesto se m'andava di uscire con lui e ci stiamo organizzando per stasera».

Questo è decisamente il momento di intervenire.

«Ma chi è Lorenzo?»

«Un coglione» è la risposta secca di Manuel che, un secondo dopo averlo detto, vorrebbe solo mordersi la lingua fino a staccarsela.

«Si vabbè, per lui sono sempre tutti coglioni» si sta innervosendo, Simone, è palese. Si volta verso Chicca per rivolgersi a lei. «È quello di quarta C, era anche in gita con noi. Dai, mi aiutate o no a scegliere cosa mettere?»

Tutte le volte che ho detto ti amoWhere stories live. Discover now