Mi godo così tutto questo paesaggio fiabesco addobbato da luci ovunque e con la neve, dei giorni precedenti, a fare da cornice.  Ogni tanto mi giro verso il ragazzo affianco a me, chissà lui con chi passerà queste feste? Da quanto detto da Alexandra anche per loro la vita non si è risparmiata, portandogli via due persone molto care. 

Credo che anche per Adrian questo periodo non sia facile, senza il proprio papà e senza sua sorella. Sicuramente questa sua facciata dura e scontrosa è dettata anche da tutto il dolore che si porta dentro. Un dolore che capisco molto bene.

" Non mi ignori più ragazzina" si gira verso di me con il suo sorriso sghembo, accorgendosi che lo stavo osservando.

Non mi ero accorta di essermi fermata come un ebete a guardarlo.

"Non ti stavo ignorando" mento mentre volto lo sguardo dritto davanti a me, ma con la coda dell'occhio lo vedo scuotere la testa divertito.

Che situazione imbarazzante, non posso più restare in silenzio o comunque continuare a rimandare l'inevitabile ignorandolo; io e lui dobbiamo chiarire questa situazione. Inoltre lo devo anche ringraziare per come mi ha aiutato prima in ospedale. Perciò mi faccio coraggio.

 "Grazie per prima" sussurro rivolta verso di lui.

"Per cosa?" Mi guarda confuso aggrottando le sopracciglia.

" Per avermi aiutato prima in ospedale con il mio attacco di panico" rispondo, abbassando il volto sulla mie mani.

Ma lui ovviamente tace e continua a guidare come se nulla fosse. Alzo gli occhi al cielo, che ti spettavi Ariel che ti rispondesse con qualche carineria?  Stiamo parlando di Adrian Anderson di certo le buone maniere e la capacità di metterti a tuo agio non è un suo primato.

Capisco quindi che devo farmi coraggio e intavolare io il discorso perché lui certo non lo farà.

"Riguardo l'altra sera al The Room voglio essere chiara e avere la possibilità di spiegarti quanto accaduto".  In comincio mentre lui in tutta risposta mi guarda di sfuggita continuando a guidare.

"Io non ho mai cospirato alle tue spalle e posso assicurarti che mai lo farò, anche perché non ho alcun interesse a farlo". Per quanto ti detesti e mi stai sulle scatole, ma questo evito di dirglielo.

"Ho cercato di avvisarti o meglio avvisare Travis di dirtelo..." 

"Questo lo hai già detto! Vai avanti" Mi interrompe.

Lo guardo male, potrebbe almeno essere meno scontroso e cercare di stare più calmo.

"Se la smetti di interrompermi lo stavo facendo!" Mi giro verso di lui alterata e con le braccia conserte  mentre lui mi fulmina con lo sguardo.

" La sera che Travis si è rotto il braccio, io ero di turno al Sildewalk, ad un certo punto sono entrati due ragazzi e si sono seduti al bancone ordinando qualcosa. Non avevo riconosciuto subito  Cole, anche perché lo avevo visto solo quella sera in cui ti ha sparato a casa di Ronnie". 

Ricordo rabbrividendo a quella scena.

Adrian mi guarda attento e mi invita con gli occhi a proseguire.

" Aveva però un'aria familiare, perciò mi sono messa ad osservarlo meglio cercando di ricordare dove lo avessi visto. E anche lui mi guardava ma non mi ha riconosciuto subito. Appena ho realizzato chi fosse, sono corsa nel retro per cercare di sottrarmi al suo sguardo invadente. Dopo di che ho realizzato che dovevo in qualche modo avvisare qualcuno della sua presenza in modo da evitare che tu ti presentassi al locale" Proseguo.

Lui in tutta risposta stringe solo con più forza il volante ma non accenna alcuna parola.

"Non potevo usare il mio cellulare perché ci è vietato durante l'orario di lavoro, quindi ho preso carta e penna per trascrivere il numero di Travis e chiamarlo con il telefono fisso del locale.  Sono ritornata in sala e facendo finta di niente ho composto il numero, come se dovessi prendere un'ordinazione, tenendoli ovviamente sotto controllo. Purtroppo però  Travis era ubriaco e non riusciva a capire cosa stessi dicendo, anche perché io non potevo alzare la voce per evitare di farmi sentire".

FADED (VERSIONE FAN-FICTION)Where stories live. Discover now