Capitolo 2

48 7 2
                                    

«Scusa, tu chi sei?» Ed ecco che la mia vita veniva stravolta ancora una volta, avevo intrapreso un nuovo cammino, anche se non potevo ancora sapere come sarebbero cambiate le cose, eppure quell'incontro fu per me fatale. Se lo avessi saputo mi sarei sicuramente chiesta: "come lui avrebbe fatto la differenza nel lungo corso della mia vita?"

«Signorina rispondimi!» La piccola voce irritata veniva dalle mie spalle mentre una mano minuta tirava la mia stola rosa perlata. Lentamente mi girai e vidi un bambino, aveva forse sei o sette anni, mi fissava con due grandi occhi marroni, come quelli del mio salvatore. Ora che aveva attirato la mia attenzione aveva incrociato le braccia in attesa della mia risposta che non tardò ad arrivare. Iniziai a chiedermi cosa ci facesse in quella villa e la sua appartenenza.

«Io sono Macedonia e tu? Abiti in questa villa?» Lentamente mi abbassai alla sua altezza per poter osservare meglio il suo viso e cercare in lui i tratti di SPQR. Ne aveva, erano quasi uguali se non fosse per le graziose fossette che si formarono sul viso del piccolo quando annuì alla mia risposta e fiero, con un grande sorriso, iniziò a parlare.

«Mi chiamo Romano II. Sono il principe di questa casa e un giorno sarò re!» Da quella posizione potevo osservarlo meglio, i suoi capelli erano disordinati, era piccolo di statura e portava una spada di legno alla vita della sua toga bianca. Le sue ginocchia erano piene di lividi e tagli superficiali, doveva essere un bambino pieno di energia. Per concentrarmi su questi piccoli dettagli mi ero quasi alienata dal filo del nostro discorso; "chi sei?"

«Romano II? Sei il fratello di SPQR forse? E sei un principe?» Quasi ridevo alle sue affermazioni, non c'erano dubbi sulla sua appartenenza ma sembrava impossibile che un uomo serio come il mio salvatore avesse una piccola versione di se tanto esuberante. Nella mia mente iniziai a domandami se anche SPQR fosse stato come lui in giovane età.

«Certo che sono un principe! E poi non chiamarlo SPQR, non mi piace. Lui si chiama Romano I ed io sono Romano II. Anche se lui non è un re io lo diventerò com'era nostro padre e governerò su tutto il mondo» in pochi secondi mi aveva riempito di informazioni e non voleva fermarsi. Sfoderò la sua spada ed iniziò a giocarci, scontrandosi in duello con una temibile farfalla che voleva solo posarsi su di un fiore d'Adone, ce n'erano molti in tutto il giardino.

«Sarò un bravo guerriero e farò stare bene tutti miei sudditi, avrò una casa tutta mia e mangerò sempre dolci con il miele. Farò cessare tutte le guerre cosi nessuno morirà più e saremo tutti più felici» lo scontro si era concluso con una sonora sconfitta per la farfalla che si era battuta in ritirata. Mi piaceva ascoltare quella piccola canaglia parlare, mi strappava un sorriso con i suoi discorsi un po' contraddittori. Voleva portare felicità e pace con la guerra? Eppure ero sorpresa, conosceva già concetti complessi come l'amministrazione di regni ed i conflitti per il potere tra i territori.

«Spero che un giorno diventerò un tuo suddito, così sarò più felice come dici tu» sembrava bello vivere in una realtà come quella descritta dalla mente di un bambino. Gli sorrisi dolcemente alzandomi finalmente in piedi. Mi guardai attorno cercando una figura materna o paterna che poteva aver seguito il bambino ma non arrivò nessuno, sembrava solo.

«Potrei accettarti come mio suddito! Chi cerchi?» Il piccolo notò come i miei occhi esploravano i dintorni con la volontà di trovare qualcuno che non era lì. Posò la spada ed iniziò a guardarsi attorno cercando, nel suo immaginario, di aiutarmi a rintracciare ciò che stavo cercando.

«Nessuno, nessuno. Dimmi, vivi solo con tuo fratello?» Cercai di chiedere con più tatto possibile, non volevo toccare dei nervi scoperti ma il bambino non sembrò turbato dalla mia domanda e mi rispose con sincerità.

«Si, io vivo con mio fratello. I nostri genitori sono andati via tanto tempo fa ma a me piace stare con lui. Mi sento un po' solo quando va in guerra, però mi ha promesso che un giorno mi porterà con se in uno dei suoi viaggi! Tu da dove vieni?» Quindi era questa la realtà di quella casa, presto sarei stata io a doverla governare dunque, il solo pensiero mi provocò un brivido di agitazione che scacciai rispondendo alla sua domanda.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jun 11 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

 I grandi imperi Classici - Countryhumans Stories - Età anticaWhere stories live. Discover now