Capitolo 1

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Ne avevo sentito parlare, un giovane uomo che in poco era riuscito a fare l'impossibile. Mia madre mi aveva raccontato delle sue gesta più volte, come se fosse una leggenda e pensavo di essere grande per credere agli èpos: l'eroe che salva la donzella e le dà una vita migliore, la sottrae alla sua sofferenza. Dovetti ricredermi quando lo vidi, per la prima volta con i miei occhi, scendere dalla nave e toccare il suolo della mia terra natia. Il nostro salvatore, il mio salvatore, la mia vita era iniziata quel giorno.

Mia madre sembrava contenta della sua presenza ed io altrettanto, come se la guerra da lui portata fosse in realtà un presagio di pace. Lei non aveva la forza di combattere, non più, aveva abbandonato la lancia dopo una grave ferita che le costò quasi la vita, sapeva di non potermi proteggere e mi aveva affidato al salvatore. Mi diceva di non preoccuparmi, lui poteva portarmi in salvo, ed un giorno, questi anni di paura sarebbero sembrati solo un brutto ricordo.

«Principessa, sta bene?» Una voce calda mi portò alla realtà, forse il mio salvatore era preoccupato per il mio sguardo perso ad osservare le isole in fiamme, non potevo vedere se davvero lo fossero ma sapevo cosa la guerra comportava e come si manifestava nelle forme più brutali.

«Sto bene, sono sicura che presto la mia terra smetterà di soffrire, tutto grazie a lei» il mio sguardo finalmente si spostava sul mio interlocutore, i suoi occhi profondi riuscivano a catturarmi ed allontanarmi da ogni brutto pensiero. Era coperto da una ben lavorata armatura d'oro, che lo distingueva da tutti i soldati semplici della nave. Era sporca di terra e sangue, aveva un forte odore ma mi piaceva, perché? I suoi capelli erano scompigliati a causa dell'elmo, le sue ginocchia rosse e le sue mani callose e sporche. Dalla pelle scoperta si intravedevano delle cicatrici, tutte fresche, le imprese da lui compiute erano davvero indicibili. La sua fama di combattente era narrata dal suo stesso corpo, dai segni delle battaglie e dalla sua stessa corporatura, un uomo forte e possente che cercava una donna come me, sembrava impossibile. Se non lo avessi avuto davanti a me non ci avrei creduto.

«Vedrà che vinceremo lo scontro e potrà tornare dalla sua gente» sembrava così sereno, il peso che portava della guerra era in contrasto con un dolce, anche se piccolo, sorriso. Mi rimase accanto fin quando la terra sparì in lontananza, mi chiedevo quando sarei tornata dalle mie isole, da mia madre, dal mio popolo eppure la sua sola presenza al mio fianco mi faceva sperare in un futuro migliore, un futuro vissuto a Roma come sua sposa.

Quando giungemmo al porto di Ostia il mio salvatore mi scortò in quel luogo così simile a casa ma anche tanto diverso. Venimmo accompagnati alla residenza di SPQR, finalmente saremmo stati soli. Era un giovane attraente, ed anche se non lo conoscevo così bene, non ero di certo immune al suo fascino, mi chiedevo cosa avesse in serbo per me. Non conoscevo i dettagli dell'accordo tra lui e mia madre, ero solo consapevole del fatto che, la donna che mi aveva dato la vita, voleva che andassi via il prima possibile dalla guerra e per farlo aveva patteggiato con l'uomo che ora camminava al mio fianco. Mia madre desiderava il mio bene ed io mi feci convincere che scappare fosse la cosa giusta, ero così emozionata che quasi avevo dimenticato di aver tradito la mia patria. Era così vero? Scappare senza combattere per mettere in salvo la mia vita. Solo così avrei potuto salvare la mia dinastia ma per il mio futuro avevo lasciato dietro di me ogni traccia del passato. Proprio quando la malinconia iniziava a prendere il sopravvento sulla mia mente lui mi parlò ancora.

«Questa è la mia domus, i miei servi porteranno i suoi averi nella stanza a lei assegnata» senza che me ne accorgessi avevamo attraversato un grosso porticato ed eravamo giunti in una villa, una domus. Non potevo resistere dal toccare una colonna in marmo bianco che sorreggeva un tetto a spiovente. Era così simile a casa, mi aiutava ritrovare cose tanto familiari in un luogo a me sconosciuto sconosciuto.

«Lei non resta con me signore?» mi fermò, lasciandomi spiazzata da quello sguardo bruno che mi osserva con curiosità e che colpito dai raggi del sole, che illuminavano quella splendida giornata, sembravano quasi dorati.

«Mi chiami SPQR, la prego. Purtroppo ho delle questioni urgenti da risolvere ma sarò da lei ad ora di cena, ho organizzato un banchetto in suo onore»
Dopotutto era ancora giovane, perché chiamarlo signore? Mi ero persa in questa frivolezza senza soffermarmi sul resto della frase e avevo annuito senza troppi problemi. Ora il mio salvatore si era allontanato lasciandomi con alcune schiave che cercavano di riportarmi alla realtà per far sì che le seguissi in quella che sarebbe stata la mia stanza ma io continuavo ad osservare quell'armatura allontanarsi fino a sparire dietro un angolo.

Sembrava che quelle ore fossero passate in poco, le serve mi aiutarono a lavarmi e mi fecero vestire come era di consueto in quel luogo, non era molto differente dagli abiti che avevo portato con me, erano solo più colorati ma incredibilmente graziosi. Quando ebbero finito rimasi da sola, quanto silenzio regnava in quella casa. Non c'erano altro che servi, ora che ci riflettevo non sapevo se SPQR avesse una famiglia e da chi fosse composta. Avrei dovuto presentarmi alla proprietaria di casa? Forse erano tutti via, forse lui non aveva nessuno. Ero spaesata e confusa da un posto nuovo e affascinante, così, come ero solita fare, mi feci condurre dal mio istinto fino a giungere ad un grazioso giardino interno. Forse la pace non era così male, sembrava che quel posto fosse lontano dalla guerra, lontano da tutto e tra i fiori iniziai a danzare lasciando che la luce del sole riscaldasse la mia giovane pelle. La toga era un po' grande e più volte rischiai di inciampare, avevo solo 15 anni e mi sentivo piena di speranza e felicità nonostante tutto ciò che mi era accaduto. Ora avevo lui e pensavo che fosse la risposta ad ogni mio problema. Giovane ed ingenua, così piena di vita e d'amore da donare anche ad un giovane di 30 anni come SPQR.

Il primo capitolo si conclude qui, spero vi sia piaciuto l'inizio di questa storia che durerà qualche capitolo.
Non preoccupatevi era legale nell'antica Roma sposarsi a quell'età.

 I grandi imperi Classici - Countryhumans Stories - Età anticaМесто, где живут истории. Откройте их для себя