1- Coinquilina.

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«Io non sto mentendo. Se entri ti posso spiegare.»

«No. Non vivremo insieme, Sybil.»

«E perché no?»

Le scappò una risata bassa «tu non mi piaci e non cercare di fingere sbigottimento perché so benissimo che nemmeno io ti piaccio. Non vivremo insieme, fine della storia.»

Mi fremevano le mani dalla voglia che avevo di chiamare mio fratello e chiedergli quali insegnamenti avrei dovuto trarre dal mostro che avevo difronte, ma cercai di essere adulta e feci un bel respiro prima di parlare «non è vero che non mi piaci... semplicemente non ti conosco.»

«E non mi conoscerai. Non ti voglio nella mia vita, cazzo!»

«Perché?» chiesi esasperata.

Rowena restò in silenzio con la sua solita faccia contrariata.

«Wallace e Roxie hanno litigato pesantemente per questa storia. Lei era totalmente contraria, ma mio fratello non le ha dato modo di replicare.»

Non disse niente, ma mi stava ascoltando, il che era un passo avanti. «Mi dispiace che non ti abbiano avvisato, non posso nemmeno immaginare come tu ti possa sentire, ma-»

«Tradita. Delusa. Triste. Arrabbiata? Mi sento sempre così quando c'è nei paraggi mia sorella. Ho sbagliato io a pensare che questa volta sarebbe stata diversa. Torno a casa mia» afferrò la valigia.

«Rowena!»

«Io non posso. Credevo di... ma non posso. Goditi la casa» appena si girò, mi uscirono di getto parole che da mesi non rivelavo a nessuno «mi sento sola.»

Rowena si fermò di scatto, dandomi ancora le spalle.

«Mi sento sola» ripetei «non ho amici e il momento migliore della giornata è la mattina quando faccio due passi e mi reco alla tavola calda qui all'angolo per fare colazione. Potrei benissimo farla in casa, ma esco solo perché ho bisogno di parlare con qualcuno o rischio di impazzire» tirai un sorriso «non devi andartene per forza.»

Rowena rimase in silenzio per un lasso di tempo che bastò per farmi venire il dubbio che si fosse addormentata lì in piedi. E poi, senza pronunciare una parola, se ne andò.

Ottimo. Sbuffai e richiusi la porta.

Presi il telefono e digitai velocemente un messaggio e inviai. Non feci tempo a sedermi sul divano che ricevetti la chiamata da colui a cui avevo scritto. Sorrisi e misi in vivavoce. «Ѐ scappata»

Il suono della sua risata riuscì a calmarmi un pochino. «Prevedibile»

«Ho provato di tutto, persino la carta in cui sono la patetica Sybil senza amici. Mio fratello non ne sarà contento.»

«Nemmeno Roxie. Secondo te è andata ad ucciderla? Dovremmo allertare le autorità che c'è un possibile futuro serial killer a piede libero?»

Ridacchiai. «In quel caso, son contenta che mi abbia risparmiata.»

«Dolcezza, non cantar vittoria: potrebbe sempre ritornare.»

«Ha detto chiaramente che non le piaccio. Immagino che questo implichi che sono dentro la sua lista nera.»

«Vorrà dire che dovrò chiamarti ad ogni ora per essere certo che tu stia bene.»

Mi morsi il labbro trattenendo un ghigno. «Dovrei dirlo a Wallace e Roxie?»

Dustin sospirò «prima o poi sì.»

«Perfetto, allora aspetterò che se ne accorgano da soli. Sono così impegnati con Margarita che immagino non sia il loro primo pensiero» giocai con un filo del tessuto della maglietta «ultimamente Wallace lo vedo di rado.»

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